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Il conto delle transazioni pubbliche da inizio anno: almeno 8,5 mld di deal già chiusi

Sul mercato italiano degli Npl da inizio anno si sono contate 27 compravendite per 8,5 miliardi di euro lordi, di cui circa un miliardo avvenuto sul mercato secondario. Il conto, condotto da MF NPL, si basa soltanto su fonti pubbliche e quindi la cifra reale è sicuramente più alta.

Il dato si confronta con i 2 miliardi di euro di valore delle transazioni calcolati per i nove mesi del 2015 da PwC  nel suo report dello scorso gennaio, che teneva conto anche di operazioni non comunicate al pubblico. L’anno poi si era concluso  con 19 miliardi di euro di transazioni in linea con le previsioni della stessa  PwC, che nell’ultimo suo report sul settore, pubblicato lo scorso giugno, calcolava invece circa 4 miliardi di euro di transazioni nel primo trimestre e prevedeva 30 miliardi di transazioni per fine anno.

La stragrande maggioranza delle operazioni ha riguardato come sempre crediti unsecured, cioè privi di garanzia reale, con questo segmento di mercato che ha avuto Banca Ifis come protagonista quasi assoluto: ben 8 operazioni in acquisto per 2,3 miliardi e due in vendita per 271 milioni.

Le operazioni sui crediti unsecured sono notoriamente più facili, perché i venditori li hanno già svalutati quasi completamente a bilancio e le transazioni vengono fatte a prezzi che sono una frazione minima del valore lordo, in media il 3-5%. Per contro, le operazioni su crediti garantiti scontando le lungaggini legate alla cessione dei beni a garanzia.

Quanto ai prossimi deal in arrivo, i dossier aperti sono tanti. A partire da quello delle sofferenze di Montepaschi, un’operazione complessa per i numeri coinvolti (27,3 miliardi di euro di Npl lordi o 10,6 miliardi netti al 30 giugno 2016 e una cartolarizzazione annunciata da 9,2 miliardi) e per il fatto che dovrà avvenire in concomitanza con un aumento di capitale da 5 miliardi, il che difficilmente potrà vedere la luce quest’anno. Ma anche Unicredit è al lavoro sui suoi 51,3 miliardi lordi di Npl (o 19,7 miliardi netti, per studiare un’operazione che a sua volta dovrà andare in affiancamento ad un aumento di capitale la cui entità deve essere ancora circostanziata e che verrà stabilita una volta che il Ceo Jean Pierre Mustier avrà considerata terminata la serie di dismissioni di asset non core.

Al lavoro sui rispettivi dossier ci sono poi Banca Popolare di Vicenza, Veneto Banca, Carige e Unipol ma anche Bpm una volta chiusa l’integrazione con Banco Popolare. Mentre entro fine anno un altro gruppo di Bcc dovrebbe cedere altri 500 milioni di euro di Npl, dopo un primo gruppo di una trentina di istituti che ha ceduto 300 milioni di Npl a gennaio. Infine anche Popolare di Bari dovrebbe cartolarizzare con la Gacs altri 300 milioni di Npl, dopo la prima operazione in assoluto che ha utilizzato la nuova forma di garanzia annunciata ad agosto.

 

 


Autore: Stefania Peveraro
Fonte:

Milano Finanza

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