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Atlante 2 su misura per Mps

Secondo il Financial Times, il premier Matteo Renzi è pronto a sfidare Bruxelles, Berlino e le regole del bail-in iniettando miliardi di euro nel sistema bancario italiano messo sotto forte stress anche dopo l’esito del referendum sulla Brexit. Secondo diverse fonti ufficiali e banchieri il premier intende intervenire con fondi pubblici se sarà necessario per salvare gli istituti bancari più deboli e, in questo modo impedire che scatti la regola sul bail-in che farebbe ricadere sulle spalle e sulle tasche del retail il peso di un eventuale fallimento.

La minaccia avrebbe allarmato, scrive il FT, i regolatori europei, che temono enormemente una mossa di questo tipo, in grado di “devastare la credibilità delle nuove regole appena messe a punto sul sistema bancario comune”. Il quotidiano finanziario inglese aggiunge poi che Roma sta già meditando di preparare un fondo Atlante 2, che sarebbe pronto entro pochi giorni, focalizzato sugli Npl a partire da quelli di Mps.

La notizia arriva nel giorno in cui non a caso gli occhi degli investitori sono di nuovo puntati sull’istituto senese, che questa mattina ha aperto ed è subito stato sospeso al ribasso con un calo teorico del 4,81% per poi rientrare in contrattazione con una perdita del 10%. Da un lato la banca ha comunicato al mercato che intende patteggiare (si tratta di 600mila euro di sanzione penale e una confisca di 10 milioni) sulle vicende pregresse. Dall’altro la Bce ha mandato all’istituto di credito poco prima del referendum sulla Brexit una lettera in cui chiede un piano triennale per smaltire almeno 10 miliardi di Npl. Lo spiega la banca stessa in una nota di questa mattina in cui chiarisce che potrà presentare le proprie argomentazioni entro l’8 luglio.

Il patteggiamento si riferisce ai derivati Santorini e Alexandria, che Mps aveva sottoscritto con Deutsche Bank e Nomura. E al prestito Fresh, che ha permesso a suo tempo l’acquisto di Antonveneta in base a parametri patrimoniali poi contestati. Nella lista vi è anche la cartolarizzazione di operazioni immobiliari (Chianti Classico). L’accordo è stato trovato con la procura, ora il gup deve decidere entro fine mese.

La lettera della Bce chiede a Siena di presentare un piano triennale entro il prossimo 3 ottobre che definisca quali misure possano essere adottate per ridurre il rapporto tra il totale dei nonperforming loans e il totale dei crediti (NPL ratio) al 20% nel 2018.

L’esposizione al netto degli accantonamenti dovrà passare dai 24,2 miliardi di fine 2015 ai 21,8 del 2016, ai 18,4 del 2017 e ai 14,6 del 2018, rende noto la banca senese illustrando la bozza di decisione assunta da Francoforte. L’esposizione lorda dovrà invece scendere del 30% in tre anni: dai 46,9 di fine 2015 a 43,4 nel 2016 a 38,9 del 2017 ai massimi 32,6 del 2018.”I suddetti parametri sono in linea con gli obiettivi di un programma di specifiche azioni, recentemente approvato dai competenti organi della banca e contestualmente sottoposto alle valutazioni della Bce, finalizzato all’incremento dell’importo delle dismissioni di non performing loans già previsto nel piano industriale 2016/2018″, scrive Mps oggi nella sua nota. Un anno fa Mps prevedeva al 2018 la vendita di 5,5 miliardi di sofferenze e il recupero interno di altri 6 miliardi.

“La banca ha comunque avviato immediatamente le interlocuzioni con la Banca centrale europea al fine di comprendere l’esatta portata di tutte le indicazioni contenute nella bozza di decisione e di presentare le proprie deduzioni al riguardo in vista della decisione finale, la cui emissione è prevista entro la fine del mese di luglio 2016”, conclude la nota.

Mps registra in bilancio i crediti deteriorati in media al 39% del loro valore nominale, mentre il mercato in generale li valuta fra il 18% e il 20%. Ecco perché è stato creato il fondo Atlante, che dovrebbe acquistarli secondo il valore di copertura delle banche, mediamente il doppio del mercato (40% circa).

Intanto l’autorità bancaria europea, l’Eba, renderà noto a fine luglio l’esito degli stress test sugli istituti di credito. Un passaggio importante per Mps che deve dimostrare un livello minimo di solidità in caso di rovesci di mercato (e con la Brexit si è avuto un assaggio importante). La scorsa settimana Bruxelles ha siglato un accordo con l’Italia permettendo al governo di usare 150 miliardi di euro sotto forma di prestiti a breve rivolti alle banche sane.

Oggi Banca Imi conferma il rating hold e il target price di 0,65 euro su Mps.  Gli analisti scrivono che il patteggiamento ridurrà i rischi legali per la banca e che i manager hanno già avanzato l’idea di andar oltre il target di cessione di 5,5 miliardi di crediti deteriorati entro il 2018, così come previsto dall’attuale piano.


Autore: Elena Dal Maso
Fonte:

Milano Finanza

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