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Carige approva il piano industriale e dismette 1,8 miliardi di Npl

Il cda di Banca Carige ha varato il nuovo piano industriale 2016-2020, richiesto dalla Bce. Un progetto che, ha detto l’ad Guido Bastianini, «non prevede misure sul capitale che saranno prese in considerazione soltanto se rese necessarie». Il piano messo a punto da Carige stima utili a 163 milioni nel 2020 e a 68 milioni nel 2018 e si concentra su quattro obiettivi fondamentali: rafforzamento del bilancio; incremento di efficienza; rifocalizzazione della banca in termini di business e presenza territoriale; significativo rinnovamento dell’offerta commerciale e del modello di servizio.

Il primo punto, relativo al rafforzamento del bilancio, avverrà, riporta una nota della banca, «tramite l’attuazione di una serie di misure quali la dismissione di una parte del portafoglio Npl per circa 1,8 miliardi di cui 900 milioni entro la fine del 2016 e i rimanenti nella seconda metà del 2017». Queste misure «contribuiranno a riportare il peso del credito deteriorato a fine piano al 19,9% sul totale del credito». Il piano prevede anche un rafforzamento dell’unità dedicata alla gestione degli Npl, «che sarà dotata di maggiore autonomia e potenziata con l’incremento di circa 60 risorse, al fine di migliorare le capacità operative».

Il miglioramento dell’efficienza, invece, «si realizzerà tramite diverse iniziative che interesseranno la rete territoriale, la struttura organizzativa, l’infrastruttura tecnologica e la gestione delle risorse umane. È prevista, in quest’ottica, la
chiusura di 106 filiali che porterà il gruppo ad allinearsi alla media di mercato in termini di intermediato e numero di addetti per filiale».

Sono inoltre previsti «interventi organizzativi riferiti a circa 700 risorse ed iniziative finalizzate al ricambio generazionale, con l’ingresso di circa 270 risorse che apporteranno nuove professionalità utili alla realizzazione del piano». In sostanza il personale passerà dagli attuali 5.034 dipendenti a 4.520 nel 2020.

La rifocalizzazione del gruppo «avrà carattere innanzitutto geografico, a vantaggio delle aree storicamente core del gruppo, come Liguria e Toscana, con la rivisitazione della presenza nelle regioni meno strategiche quali quelle con una minor market-share o con minori economie di scala».

L’attività commerciale «verrà rivista ricercando una migliore copertura dei segmenti mass market e small business supportata da un’offerta multiservizio digitale che consentirà l’incremento del crossselling e lo sviluppo delle commissioni nette. La rivisitazione della gestione del segmento private
avverrà attraverso l’incremento dell’offerta di servizi di wealth management dedicati, con focus sui clienti a maggior valore aggiunto. Una maggiore spinta commerciale sui prodotti del credito al consumo verrà perseguita anche attraverso l’ampliamento del servizio a nuove fasce di clientela».

Infine il piano individua i principali target al target 2020, che sono: ricavi a 827 milioni (Cagr 3,7%); costi operativi a 507 milioni (Cagr -4%); cost income al 61,4%; costo del rischio a 50 b.p. e return on equity al 7%.


Autore: Raoul de Forcade
Fonte:

Il Sole 24 Ore

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