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Carige vara il piano di tagli e riduzione degli Npl

Il cda di Carige ha approvato ieri, all’unanimità, le linee guida del piano industriale da trasmettere alla Banca centrale europea. Il testo varato sarà inviato oggi all’organismo di vigilanza, come richiesto dalla stessa Bce che nelle scorse settimane aveva deciso, dietro richiesta dei vertici dell’istituto genovese, appena insediatisi, di posticipare la consegna di un nuovo piano industriale al 30 giugno (mentre una draft decision di febbraio aveva indicato la data del 31 maggio), a patto di averne prima le linee guida. Una scarna nota della banca fa sapere che il consiglio ha anche approvato l’aggiornamento del funding plan 2016 del gruppo, anche questo richiesto nella draft decision.

Massimo riserbo, da parte dei vertici della banca, in merito ai contenuti della linee guida che, peraltro, sono solo un accenno di quanto sarà strutturato all’interno del piano industriale.

Tuttavia, a quanto risulta, lo schema messo a punto da Carige prevede alcuni punti fondamentali. In primis il contenimento dei costi della banca con un’attenzione particolare al miglioramento dei ricavi. Poi una riorganizzazione e un efficientamento della struttura.

Questo significa che si sta pensando a una banca più leggera, magari con uno sfoltimento delle filiali da un lato e, dall’altro, un potenziamento dell’information technology. Utilizzando, poi, parte del personale attualmente impiegato negli sportelli per attività commerciali.

Un altro nodo di rilievo trattato nelle linee guide attiene ai non performing loans. Dei quali il testoapprovato ieri, a quanto pare, prevede una cessione ragionata. Cessione che non è stata ancora delineata nei particolari, perché questi saranno affinati nel piano industriale che Carige.

Tuttavia un punto fermo si è cercato di metterlo. Ed è, secondo quanto risulta da fonti finanziarie, che il consiglio appare intenzionato a non creare le condizioni perché la cessione degliNpl porti a un aumento di capitale fino a 400 milioni, ipotizzato invece nei giorni scorsi da alcune indiscrezioni di stampa.

Il board di Carige punta, insomma, a cedere gli npl avendo cura di non creare situazioni patrimoniali che portino a una ricapitalizzazione. Ed è probabile che, come si è già ipotizzato in passato, la banca genovese stia valutando anche le possibilità offerte dal fondo Atlante (che, pur essendo dedicato principalmente proprio alle ricapitalizzazioni delle banche, può mettere un 30% della sua dotazione a disposizione degli Npl) e dalla garanzia sulla cartolarizzazione delle sofferenze (gacs) messa sul piatto dal ministero delle Finanze.

Riguardo all’aggiornamento del funding plan, a quanto risulta la banca starebbe proseguendo sulla linea impostata in precedenza. Che passa attraverso l’emissione, avvenuta in febbraio, di due nuovi covered bond retained per 850 milioni, nonché due operazioni di cartolarizzazione di un portafoglio leasing e di un portafoglio di prestiti personali e cessione del quinto, originato dalla controllata Creditis, che dovrebbero portare liquidità stimata per 500 milioni.

Nei prossimi giorni, inoltre, a quanto risulta, saranno rimborsate obbligazioni subordinate in scadenza a giugno per oltre 400 milioni. L’obiettivo può essere quello di liberarsi di prodotti con tassi non competitivi per rimpiazzarli con altri più adeguati.

Ieri, intanto, il titolo Carige, dopo la smentita ufficiale (sabato scorso) dell’aumento di capitale, da parte dell’ad Guido Bastianini, ha segnato +1,64% a piazza Affari, attestandosi a 0,528 euro.

Lo stesso Bastianini e il presidente di Carige, Giuseppe Tesauro (probabilmente accompagnati dal vicepresidente, nonché azionista di riferimento dell’istituto, Vittorio Malacalza), saranno presenti oggi in Banca d’Italia per ascoltare le considerazioni finali del governatore, Ignazio Visco.


Autore: Raoul de Forcade
Fonte:

Il Sole 24 Ore

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