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«Sofferenze, bene Atlante contro i fondi-avvoltoio»

Il fondo Atlante è stato promosso a pieni voti, ieri, dal presidente della Consob. Nella sua relazione annuale al mercato, Giuseppe Vegas ne ha evidenziata, infatti, l’utilità, al fine di ottenere un mercato efficiente delle sofferenze e di erigere una protezione contro i “fondi- avvoltoio”: «Iniziative private volte a costituire fondi specializzati negli interventi di ricapitalizzazione del settore bancario e nell’acquisto di tranche più rischiose in operazioni di cartolarizzazioni delle sofferenze sono di estrema importanza – ha detto -. Esse potranno offrire risposte efficaci e immediate ai problemi strutturali delle banche italiane». Infatti, ha proseguito Vegas «queste iniziative dovranno contribuire alla formazione di un mercato delle sofferenze bancarie efficiente, che non imponga svalutazioni incongrue, tali da non poter essere assorbite dai bilanci bancari e da mettere a repentaglio la stabilità stessa del sistema, e che ostacoli interventi di carattere predatorio». E il riconoscimento di Vegas è stato apprezzato dai banchieri, che stanno ragionando su come realizzare nuove iniziative di questo tipo, sempre su base volontaria e privatistica. Così ad esempio il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, ieri ha spiegato che non ci sarà un “Atlante 2”, ma la trasformazione del Fondo volontario, braccio del Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd), che potrà contribuire ulteriormente alla messa in sicurezza del sistema bancario. «Il presidente del Fondo interbancario di tutela dei depositi, Maccarone, in Abi, giovedì scorso ha annunciato la trasformazione di alcuni elementi dello statuto del fondo volontario di tutela dei depositi», ha affermato Patuelli. «Il fondo volontario c’è – ha aggiunto – ma fa fatica a operare per alcuni meccanismi statutari che andranno assai presto corretti».

Tornando alla relazione di Vegas, il presidente della Consob ha rilevato come il barometro in questa fase non segni certo bel tempo, per quel che riguarda il varo di aumenti di capitale da parte delle aziende di credito. Nelle attuali condizioni di mercato, ha detto infatti, «non è facile realizzare nuovi aumenti di capitale» anche perché sulle valutazioni degli investitori «pesa, in particolare, il problema delle sofferenze».

 
 

L’intera analisi congiunturale che fa da sfondo alle considerazioni espresse ieri dal presidente della Consob non è, peraltro, particolarmente rosea. Rispetto a un anno fa ha infatti rimarcato Vegas «nel volgere di pochi mesi, le aspettative degli operatori sono cambiate. La ripresa in molte economie avanzate, ma soprattutto nell’area dell’euro, si è rivelata debole e altalenante. La domanda di investimenti è insufficiente per assorbire il risparmio disponibile. Il quadro congiunturale è di difficile interpretazione». E le sofferenze bancarie, nell’analisi del presidente della Consob, sono la difficile eredità della crisi, in tutti i paesi dell’area euro che hanno sistemi finanziari più tradizionali. Così, in Italia i crediti deteriorati hanno raggiunto livelli molto elevati, mentre nei paesi europei con sistemi più orientati al mercato «l’eredità della lunga crisi è rappresentata dal rilevante peso degli investimenti in titoli strutturati e derivati».

Vegas ha tuttavia ricordato che i calcoli dell’Eba sono operati «secondo metodi non sempre condivisibili» e che, soprattutto, l’elevato livello dei crediti deteriorati dipende anche dalla lunghezza dei tempi di recupero. «È stato stimato – ha affermato- che una riduzione di tre anni (dalla media attuale di sette anni ai quattro europei) potrebbe abbattere le sofferenze di circa 40 miliardi di euro (meno 20 per cento)». Per questo secondo Vegas sono importanti i provvedimenti del governo per semplificare le procedure di escussione delle garanzie reali. È comunque essenziale, secondo la Consob, intervenire rapidamente per ridurre i tempi dei processi della giustizia civile.«Sulla questione dei tempi della giustizia civile si sta creando un divario sempre più ampio fra l’Italia e i principali paesi avanzati – ha rimarcato Vegas -. È necessario intervenire con urgenza, non solo per limitarne l’impatto sulle sofferenze e sul settore bancario, ma anche per i riflessi di più ampia portata sull’intero sistema produttivo del nostro paese».

Non c’è comunque solo la questione delle sofferenze a condizionare le prospettive del settore bancario. Vegas ha sollecitato ieri «operazioni di aggregazione, caratterizzate da significative energie industriali ed economie di scala» che «possono rendere il sistema bancario più innovativo ed efficiente» le banche dovranno però «puntare su servizi innovativi, offerti tramite canali digitali e su quelli a maggiore valore aggiunto, come la consulenza alle imprese e i servizi di investimento».


Autore: Rossella Bocciarelli
Fonte:

Il Sole 24 Ore

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