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Bankitalia promuove la riforma del credito cooperativo

La riforma delle Bcc così come si va definendo con gli emendamenti presentati nel corso dell’iter parlamentare piace a Bankitalia. Lo ha detto nel corso di un convegno il capo del dipartimento vigilanza bancaria e finanziaria di Bankitalia, Carmelo Barbagallo, spiegando che Via Nazionale condivide “l’impostazione della riforma del credito cooperativo e successivamente emendata”. “Nell’iter parlamentare di conversione del decreto – ha aggiunto il capo della vigilanza – sono stati approvati taluni emendamenti, alcuni dei quali particolarmente importanti attinenti alla governance e al capitale della capogruppo nonché alla cosiddetta way out per le Bcc che non vogliono aderire a un gruppo. Si tratta di miglioramenti che, se definitivamente confermati, rafforzerebbero di molto l’efficacia della riforma”. Secondo Bankitalia “è fondamentale che la capogruppo del gruppo bancario cooperativo disponga di efficaci poteri di nomina, revoca e sostituzione degli organi delle Bcc”, ha proseguito.
Quanto al delicato capitolo della way out, Barbagallo ha messo in evidenza che le modifiche apportate con gli emendamenti “eliminano le incertezze e consentono di minimizzare i rischi di indebolimento dei costituenti gruppi cooperativi”. La way out così come modificata, ha proseguito, “prevede che una o più Bcc, con patrimonio netto superiore a 200 mln di euro al 31/12/2015, potranno chiedere a Bankitalia, entro 60 giorni dalla conversione del decreto, l’autorizzazione a conferire le rispettive aziende bancarie a una società per azioni autorizzata all’esercizio dell’attività bancaria”.
Bankitalia, ha spiegato, “autorizzerà operazioni di way out dal punto di vista prudenziale come il controllo sugli assetti proprietari della banca conferitaria; l’autorizzazione dell’aumento di capitale e del conferimento d’azienda; l’approvazione delle modifiche statutarie delle bcc conferenti e l’autorizzazione all’esercizio dell’attività bancaria in caso di costituzione di una nuova banca spa”. “In alcuni di questi procedimenti – ha precisato Barbagallo – Bce e Bankitalia concorreranno alla decisione nell’ambito del meccanismo di vigilanza unico indipendentemente dalla dimensione significativa o meno delle banche coinvolte”.
Il capo della vigilanza di Via Nazionale ha inoltre messo in evidenza come “la componente più fragile del settore è individuabile nelle Bcc che presentano, contemporaneamente, coefficienti di capitale più bassi e tassi di copertura inferiori a quelli medi del sistema bancario nazionale. In base ai primi dati riferiti a dicembre 2015, le Bcc in tale condizione erano circa 50 e rappresentavano il 16% dell’attivo della categoria”.
“In tale contesto – ha aggiunto – aumenta la probabilità che un numero non marginale di Bcc vada incontro a tensioni a causa della difficoltà di alimentare il patrimonio nella misura e con la rapidità imposti dal contesto regolamentare, istituzionale e di mercato”.


Fonte:

Italia Oggi

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