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Le sofferenze ora fanno gola

L’enorme quantità di prestiti in sofferenza, accumulata negli anni della recessione in Italia, sta iniziando a trovare acquirenti. Almeno sette investitori, secondo fonti citate dal Wall Street Journal, hanno presentato offerte per un portafoglio di sofferenze italiane da 4,2 miliardi di euro messo in vendita da General Electric e altre società. L’interesse mette in evidenza come un mercato del debito cosiddetto distressed stia acquisendo slancio, visto che gli investitori sono alla ricerca di investimenti a maggiore rischio e più alti rendimenti in un contesto di tassi di interesse ai minimi storici.

Ge sta vendendo il portafoglio insieme a Royal Bank of Scotland, Prelios e Credit agricole. Una fonte ha affermato che le offerte dovrebbero valutare le sofferenze tra 150 e 200 milioni di euro. Fortress investment group, D.E. Shaw group, Anacap financial partners, Ares management, Deutsche Bank, Lone Star funds e CarVal investors hanno presentato un’offerta per quattro differenti portafogli di crediti in sofferenza, che includono sia prestiti alle imprese che ai privati.

Ge è co-proprietaria di tre dei quattro portafogli con ognuna delle altre tre società, mentre Rbs è il solo proprietario di un quarto portafoglio. Ad alcuni degli investitori interessati potrebbe essere chiesto di presentare un’offerta vincolante già entro la fine della settimana.

La transazione sarebbe la maggiore di questo genere in Italia da quando è iniziata la crisi finanziaria. Negli ultimi tempi le banche italiane hanno dovuto affrontare ricapitalizzazioni dolorose, che hanno però rafforzato la loro capacità di coprire le perdite su crediti.

Gli investitori si aspettano una riduzione del divario tra il prezzo chiesto dalle banche per cedere tali asset e l’esborso auspicato dagli acquirenti.

Secondo la Banca d’Italia, i prestiti in sofferenza sono ammontati a più di 330 miliardi alla fine del primo trimestre, pari al 17% del totale dei finanziamenti. I dati forniti da PWC mostrano che le banche italiane hanno venduto l’anno scorso solo 6,7 miliardi di sofferenze, evidenziano comunque una crescita dal 40% dal 2012. Dall’inizio dell’anno le transazioni hanno raggiunto un valore totale di 9,6 miliardi.


Fonte:

Italia Oggi

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