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Padoan, lavoriamo su crediti in sofferenza e intervento pubblico

Crisi greca, ripresa della economia, debito pubblico e bad bank. Il Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha scelto ClassCnbc per la sua prima intervista a New York , dove si trova per tre giorni di incontri con investitori ed istituzioni. Sul floor di Wall Street, Padoan ha innanzitutto spiegato che “l’Italia non è più vulnerabile alla crisi greca, come poteva esserlo due o tre anni fa. Il debito italiano inizierà a scendere a velocità crescente dal prossimo anno, se ci sarà più crescita ed inflazione. Il finanziamento è stato fatto in assoluta tranquillità. Il Def è stato costruito con margini di tranquillità”.

Secondo Padoan, con il rialzo dei tassi di queste ultime settimane i mercati stanno entrando in una fase nuova,” più vicina alla normalità”. Il ministro ha risposto anche all’intervista del leader greco Tsipras, che pronosticava problemi per l’Italia se la Grecia dovesse arrivare al default. “Sono in totale disaccordo con Tsipras  Noi abbiamo cambiato rotta, abbiamo fatto le cose giuste, spero che tutti gli altri lo facciano. A Varoufakis dico che l’Europa è un club in cui tutti devono parlare la stessa lingua. Le riforme le dobbiamo fare assieme. I toni esasperati non servono ad andare avanti”. Quindi come se ne esce ? “Servono decisioni politiche. Per fare queste scelte decisive bisogna guardare oltre il breve. La Grecia ha bisogno di superare questa strettoia che le permetta di pagare i debiti ed andare avanti. E io sono ottimista”.

Ancora più esplicito Padoan sugli obiettivi italiani in vista del Consiglio Europeo che a fine giugno inizierà a impostare la riforma della governance in Europa. “Mi aspetto di segnare più di un gol, cosi siamo sicuri di vincere. Bisogna collegare gli sforzi nazionali ad una visione europea. Ad esempio: sul mercato del lavoro, dove i vari paesi hanno fatto le riforme, serve un elemento comune di condivisione dei rischi. Abbiamo proposto un meccanismo di risk sharing, di mutualizzazione di rischi e risorse a livello di disoccupazione, e speriamo che il nostro gol sia questo”. Sicuri che la Germania non sia pronta a parare anche questo tiro? “Anche in Germania c’è sensibilità, e di sicuro la presidenza Italiana ha cambiato il linguaggio e le priorita in Europa”.

Padoan non si è sbilanciato sul rischio che la Consulta possa accogliere il ricorso contro il blocco salariale nel pubblico impiego, ed ha ricordato che le conseguenze della sentenza sulle pensioni sono state gestite anche grazie a un quadro prudente di finanza pubblica, che ha permesso di avere risorse aggiuntive rispettando i vincoli europei. “Per il futuro, rispettando l’indipendenza di ogni decisione della Consulta, il Mef renderà disponibile ogni informazione su eventuali conseguenze” . Sulla entità del possibile impatto, tuttavia, Padoan non ha dubbi: “35 mld sarebbero due punti di Pil, lascio a tutti valutare se sarebbero importanti o no”.

Il Ministro ha anche spiegato come il governo si sta muovendo sul fronte bancario, dopo la riforma delle popolari. “Siamo impegnati su due fronti. Quello interno porterà ad una accelerazione delle procedure concorsuali, molto semplificate e più efficienti, su questo stiamo lavorando molto bene con il Ministero della Giustizia. Con la Commissione Europea stiamo lavorando su altre misure relative ad un intervento pubblico più o meno indiretto nel rispetto delle norme sugli aiuti di stato. Infine è in dirittura di arrivo un altro pezzo di riforma importante sulle Banche di Credito Cooperativo. In questo caso è una autoriforma. Il sistema stesso ha deciso che alla luce del nuovo sistema bancario internazionale anche queste piccole banche andranno rafforzate. In sostanza, le banche italiane si stanno rafforzando, dimostrando capacità di accesso al capitale, e mi auguro che un più efficiente sistema di gestione delle sofferenza darà più credito alla economia”.

Padoan non si scompone di fronte al diverso trattamento che in Europa è stato concesso alle banche tedesche, francesi e spagnole rispetto alle nostre: “Altri Paesi hanno introdotto bad bank, come la Spagna, ma dovevano affrontare una vera crisi bancaria. Inoltre, lo hanno fatto prima del 2013, quando sono cambiate le regole . Oggi è molto più difficile. L’ Italia si è mossa più tardi. Cerchiamo di fare il possibile nei limiti della legislazione europea”.

Lasciando Wall Street, dove ha incontrato anche le autorità di mercato, Padoan ha spiegato cosa gli piacerebbe mettere in valigia, se potesse riportare in Italia una pezzo di economia americana: “Tutto quello che permette di accelerare l’innovazione. Se un Paese non si fa carico della innovazione, sarà il resto del mondo a farsi carico di quel Paese. Noi, invece, dovremo essere padroni del nostro destino”.


Fonte:

Milano Finanza

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