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Barometro Crif della domanda di credito da parte delle famiglie

Nel corso del 2014 il quadro congiunturale in Italia si è mostrato ancora fragile e incerto, determinando un atteggiamento prudente sia sul fronte della domanda di credito delle famiglie sia su quello dell’offerta da parte degli operatori.
Tuttavia, l’ultima edizione del Barometro CRIF, che analizza l’andamento delle domande di mutui e prestiti contribuite dagli istituti di credito in EURISC , mostra come, dopo ben 3 anni caratterizzati dal segno negativo, nell’arco del 2014 la domanda di mutui abbia fatto registrare una crescita rispetto all’anno precedente, confermando il progressivo recupero delle richieste verso i volumi pre-crisi, seppur ancora ben distanti.
Relativamente alla domanda di prestiti da parte delle famiglie (nell’aggregato di prestiti personali e prestiti finalizzati), invece, la variazione complessiva è stata ancora negativa.
Al contempo, l’atteggiamento ancora cauto da parte delle famiglie trova riscontro anche nella progressiva diminuzione dell’importo medio dei finanziamenti richiesti.

L’andamento della domanda di mutui nell’anno 2014
Il mese di dicembre appena concluso ha fatto registrare una vera e propria impennata del numero di domande di mutuo presentate dalle famiglie italiane agli istituti di credito, con un eloquente +30,6% rispetto al corrispondente mese del 2013 che, a sua volta, si era caratterizzato per un segno positivo.
Sostenuto sia dagli stimoli proposti dagli istituti di credito, con offerte focalizzate sulla modularità e flessibilità del prodotto, sia dalle richieste di surroga, in virtù della convenienza dell’attuale tasso variabile, nell’arco dei 12 mesi la domanda di mutui ha fatto segnare una crescita pari al +15,0%, dopo ben 3 anni caratterizzati dal segno meno, a conferma del consolidamento di un progressivo recupero verso i volumi pre-crisi, per altro ancora ben distanti.

Importo medio e durata dei mutui richiesti nel 2014
Dall’analisi risulta anche che l’importo medio dei mutui richiesti nell’anno 2014 è ulteriormente calato, attestandosi a 124.346 Euro rispetto ai 127.328 Euro dell’anno precedente, confermando così un trend in contrazione che perdura da diversi anni sia a causa della diminuzione del prezzo di acquisto degli immobili sia per la tendenza a privilegiare soluzioni che gravino il meno pesantemente possibile sul bilancio famigliare.
Complessivamente, l’importo medio dei mutui richiesti nel corso del 2014 è calato del -9,7% rispetto ai valori del 2008, prima che la crisi si manifestasse.
La dinamica rilevata per gli importi medi risulta coerente anche con l’analisi della distribuzione delle domande in funzione della fascia di importo: nel corso del 2014, infatti, si registra un aumento per la classe inferiore ai 75.000 Euro (+1 punto percentuale) e per quella compresa tra 75 e 100.000 Euro (+0,4 punti percentuali), che per altro rappresentano complessivamente quasi la metà delle richieste totali. È però la fascia di importo compresa tra i 100 e i 150.000 Euro a confermarsi, seppur in leggera contrazione rispetto al 2013, la preferita dagli italiani con il 28,7% del totale delle domande.

Per quanto riguarda la durata dei mutui richiesti emerge come, ancora una volta, sia stata la classe compresa tra i 25 e i 30 anni a risultare la preferita, con una quota pari al 26,8% del totale, seppur in calo di 1,5 punti percentuali rispetto al 2013.

“Nel complesso, l’atteso miglioramento dello scenario economico unitamente alla conferma dei tassi sui livelli minimi dovrebbero favorire il consolidamento delle dinamiche già registrate nel corso del 2014, sia relativamente alla crescente propensione all’acquisto di abitazioni finanziato attraverso un mutuo sia riguardo i volumi delle surroghe – commenta Simone Capecchi, Direttore Sales & Marketing di CRIF -. Al contempo, però, la rischiosità del comparto dovrebbe mantenersi su livelli relativamente elevati in quanto la modesta ripresa economica non consentirà di assorbire completamente gli effetti della lunga fase di crisi sul mercato del lavoro e sui redditi delle famiglie, suggerendo un approccio ancora selettivo agli Istituti”.


L’andamento della domanda di prestiti personali e presiti finalizzati nel 2014
La domanda di prestiti da parte delle famiglie (nell’aggregato di prestiti personali e prestiti finalizzati) nel mese di dicembre appena concluso ha fatto registrare un incremento del +10,6%, dato che va a consolidare la dinamica positiva già rilevata a ottobre e novembre (rispettivamente in crescita del +7,6% e del +5,2%) dopo una serie ininterrotta di 19 rilevazioni mensili che avevano certificato una costante flessione del numero di richieste di prestiti.
Nell’aggregato dei 12 mesi del 2014, tuttavia, la variazione della domanda ha mantenuto il segno negativo, con un complessivo -2,0%, sintomo di un quadro congiunturale che risulta ancora fragile, con il persistere di segnali negativi sul fronte dell’occupazione che ha raggiunto livelli record, penalizzando soprattutto le fasce di popolazione più giovani.
Nel complesso, nell’anno appena concluso il credito retail è stato ancora condizionato dalla prudenza che frena i consumi delle famiglie e la loro propensione a richiedere finanziamenti nel timore di non riuscire a far fronte regolarmente ai debiti contratti.
Entrando maggiormente nel dettaglio, l’analisi di CRIF mette anche a confronto l’andamento della domanda di prestiti personali e quella di prestiti finalizzati (sempre considerando i dati ponderati sui giorni lavorativi).
Nello specifico, nell’anno 2014 il numero di richieste di prestiti finalizzati all’acquisto di beni/servizi (quali auto e moto, arredo, elettronica ed elettrodomestici, ma anche viaggi, spese mediche, palestre ecc.) ha fatto segnare un calo del -4,1% rispetto ai 12 mesi precedenti, riconducibile alla contrazione dei consumi delle categorie merceologiche cui i finanziamenti sono destinati oltre che alle difficoltà degli operatori a proporre campagne a tassi promozionali. La domanda di prestiti personali, forma tecnica che nel tempo ha assunto un crescente appeal presso la clientela retail grazie alle sue caratteristiche di flessibilità nell’utilizzo, si è invece caratterizzata per una crescita, seppur lieve, del +0,5%.
In ogni caso, rispetto al 2009, quando la crisi stava cominciando a far sentire i suoi effetti, le richieste di prestiti finalizzati fanno registrare una flessione del -17,9% a fronte di un -15,5% dei prestiti personali.


Importo medio e durata dei prestiti richiesti nell’anno 2014
Rispetto al 2013 si evidenzia una sostanziale stabilità dell’importo medio dei prestiti richiesti (sempre nell’aggregato di prestiti personali più finalizzati), attestatosi a 7.422 Euro contro i 7.395 Euro del 2013 (+0,4%). Tuttavia, se rapportato agli anni pre-crisi, la variazione dell’importo medio crolla a -20%.
Inoltre, va sottolineato come rispetto ai primi 8 mesi dell’anno, che si erano caratterizzati per un segno positivo, nell’ultimo quadrimestre l’importo medio sia sistematicamente risultato inferiore rispetto a quello del corrispondente periodo 2013, con il mese di dicembre che ha fatto segnare un calo del -6,7%.
Scendendo maggiormente nel dettaglio, l’importo medio dei prestiti finalizzati richiesti nel corso dell’intero 2014 è stato pari a 4.639 Euro, in crescita rispetto al 2013 del +7,5% ma in calo rispetto a 2008 addirittura del -29,7%.
Per i prestiti personali, invece, la media dell’anno appena concluso è stata di 10.749 Euro contro gli 11.249 Euro del 2013, anche in questo caso in forte diminuzione rispetto al 2008 (-14,0%).

Complessivamente, la classe di importo preferita dagli italiani (nell’aggregato di prestiti personali più finalizzati) è risultata essere, ancora una volta, quella inferiore ai 5.000 Euro, che da sola rappresenta il 53,8% del totale (stabile rispetto al 2013).
Per i prestiti finalizzati l’incidenza di questa classe sul totale arriva addirittura al 71,6%, seppur in calo di -2,1 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Anche relativamente ai prestiti personali questa classe di importo è risultata essere quella maggiormente richiesta, con una quota pari al 32,6% del totale (+4 punti percentuali rispetto al 2013).

Rispetto al passato, invece, si registra un’inversione di tendenza nella scelta della durata dei piani di rimborso dei finanziamenti. Nell’arco del 2014, infatti, nell’aggregato di prestiti personali più finalizzati la fascia di durata inferiore ad 1 anno ha fatto segnare un aumento di ben 4 punti percentuali, arrivando a spiegare una quota pari al 24,9% del totale.
In particolare nei prestiti finalizzati, la quota delle richieste con durata inferiore ai 12 mesi sale al 36,4% (in crescita di 2,2 punti percentuali rispetto al 2013).
Relativamente ai prestiti personali, invece, la fascia di durata superiore ai 5 anni si conferma essere la preferita dagli italiani, con una pari al 37,1% del totale, seppur in calo di 2,2 punti percentuali rispetto al 2013.

“Il ricorso al credito è spesso necessario per finanziare i consumi ma, per una sana gestione del bilancio familiare, è strettamente collegato alla capacità di mantenere un equilibrio economico-finanziario complessivo, per evitare il rischio di sovraindebitamento, e alla certezza delle entrate, in modo da poter fare fronte ai propri debiti senza eccessivi affanni – conclude Simone Capecchi –. Alla luce di queste evidenze, è oltremodo fondamentale che i consumatori abbiano una chiara consapevolezza del ruolo che il livello di sostenibilità finanziaria e la propria storia creditizia assumono nella valutazione da parte di banche e società finanziarie ai fini dell’erogazione di nuovi crediti”.

 

 


Fonte:

Crif

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