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Equita, rischio aqr/stress test gestibile per le banche italiane

Rischio asset quality review/stress test gestibile per le banche italiane, secondo Equita, anche se resta qualche incertezza. Gli istituti dovrebbero riportare un CET1, post asset quality review, del 10,7% (11,8% nel secondo trimestre ) con un impatto netto di 12 miliardi di euro. Le banche con un maggiore rischio di esecuzione hanno un coverage minore e un’elevata percentuale di capitale assorbita da crediti problematici.

Il Banco Popolare, Ubi Banca e il Credito Valtellinese rientrano in questo panel ma dovrebbero presentare un CET1 post aqr oltre il 10%. Secondo gli analisti della sim, le banche italiane si doteranno di un buffer di 1pp rispetto al limite dell’8%: la cessione di fabbriche prodotto (società di AM) è la soluzione più realizzabile. La Banca Popolare di Milano (+264bps di capitale liberabile) e il Banco Popolare (+214bps) sono le banche con il più ampio set di opzioni a disposizione.

Anche gli stress test rappresentano una minaccia gestibile. Gli analisti di Equita stimano un CET1 al 9,2% (-16 miliardi di euro) con un costo del rischio oltre 200bps. Le banche con una minor capacità di assorbire perdite sono Mps (111bps), Ubi Banca (152bps) e il Banco Popolare (161bps) ma dovrebbero riportare un CET1 superiore al minimo del 5,5%. Gli analisti si attendono qualche incertezza anche dopo la pubblicazione dei risultati a causa della necessità di mantenere consistenza dei risultati dell’aqr nel tempo e dell’interazione con i ratio di vigilanza.

Dal punto di vista delle valutazioni la correzione dai massimi di giugno (oltre il 20% per le popolari) ha portato il multiplo prezzo/tangible equity del settore a 0,79 volte, un multiplo che sconta un rischio downgrade del 14% sugli utili 2016 e 1pp di minor Rote (7% contro 8%). Comunque gli analisti di Equita avvertono che si tratta di uno scenario pessimistico perché non sconta miglioramenti di spread e un costo del rischio di 90bps (79 attesi). Il Banco Popolare, la Banca popolare Emilia Romagna e il Credito valtellinese incorporano gli scenari più negativi.


Autore: Francesca Gerosa
Fonte:

Milano Finanza

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