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STORIA DI COPERTINA. Intervista a Miro Fiordi, AD e Direttore Generale Credito Valtellinese

Dott. Fiordi, ci racconta qualcosa di lei, il percorso lavorativo che l’ha portata al ruolo attuale e qual è esattamente il suo ruolo in Creval?


Ho svolto tutta la mia carriera al Credito Valtellinese dove sono entrato nel 1982. Vado fiero di questo mio percorso e della mia crescita all’interno di questo Gruppo Bancario che rappresento e che fonda le sue radici nel solco della tradizione culturale del cattolicesimo popolare. Il Credito Valtellinese è una banca popolare cooperativa, fortemente radicata sul territorio che opera sulla base di principi di solidarietà ed è orientato a garantire il miglioramento del benessere socio-economico, culturale ed ambientale del territorio di riferimento.
Si distingue per la costante attenzione alle aree di insediamento, in particolare agli operatori economici di piccole e medie dimensioni. Nel maggio 2003 sono stato nominato Direttore Generale e dall’aprile 2010 ricopro il duplice incarico assumendo anche la carica di Amministratore Delegato. Il Consiglio di Amministrazione mi ha attribuito i poteri e gli ambiti entro cui si svolge il mio ruolo di Amministratore Delegato. Le aree di operatività sono molteplici e toccano diverse competenze: sovrintendere la gestione della
Banca e del Gruppo curandone il coordinamento strategico e il controllo gestionale, seguire la pianificazione e le politiche di capital management del Gruppo; curare l’attuazione e l’efficacia dell’assetto organizzativo, amministrativo e contabile approvato dal CDA verificando l’attuazione delle politiche di credito in linea con quanto stabilito dai piani industriali e dalle delibere del CDA.

Il dato nazionale sull’andamento delle sofferenze bancarie è sempre più pesante, tanto è vero che sempre maggiore attenzione viene posta dai massimi vertici aziendali su questo tema, un tempo quasi marginale. Quali sono le prospettive future a breve e medio termine?


Le banche italiane dovranno ancora confrontarsi nei prossimi trimestri con elevate sofferenze perché la ripresa è molto lenta. In ogni caso prima di arrivare a un rientro delle sofferenze dovremo ancora vedere lo svolgersi degli effetti della crisi sulle imprese. Quello che è confortante è che cominciano a vedersi segni di decelerazione dei tassi di ingresso delle sofferenze in alcune aree e in alcuni settori, oltre a una riduzione della crescita percentuale tendenziale dell’aggregato. L’importante per quel che riguarda le banche è avere un’attitudine nei confronti del credito alle imprese legata anche alla qualità delle imprese, quindi è importante che le imprese si ristrutturino, attuando anche rafforzamenti di capitale, e si mettano in condizione di competere in un mondo che è molto diverso da quello che le ha viste nascere.

Può parlarci della politica della gestione e tutela del credito adottata dalla sua banca? Quante risorse conta la sua struttura e com’è articolata?

La persistente debolezza del ciclo economico e il contesto caratterizzato da un rapido e sostenuto deterioramento della qualità dell’attivo, ha fatto sì che il Gruppo Creval nel 2012 abbia avviato un progetto, a regime dal 2013, di revisione dell’intera filiera del credito, con il riesame completo delle prassi operative, degli strumenti e dei relativi
processi, dalla fase di istruttoria e di  delibera alla gestione delle posizioni anomale. In questo ambito, abbiamo investito significativamente sia in termini di investimenti, sia in termini economici che di impegno delle risorse dedicate, in par ticolare per lo sviluppo del nuovo sistema di rating. Nel corso del 2013 abbiamo introdotto una…

LEGGI L’INTERVISTA INTEGRALE SU CREDIT VILLAGE MAGAZINE N°3

 


Autore: Gianpaolo Luzzi
Fonte:
Redazione Credit Village

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