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Il Banco Popolare venderà i crediti dubbi in singoli blocchi

Sfuma la cessione di Release e l’ad del Banco Popolare, Pierfrancesco Saviotti, non esclude un consolidamento dal 2015. In un’intervista Saviotti ha dichiarato che il processo di cessione di Release (circa 2,6 miliardi di euro di crediti dubbi lordi a fine marzo, il 13% del totale del gruppo) non è andato a buon fine a causa di divergenze nella valutazione degli asset.
Quindi la vendita non è stata ritardata fino a dopo l’estate come recentemente avevano riportato alcune indiscrezioni.

Il management ha comunque confermato la volontà di ridurre lo stock dei crediti problematici anche attraverso cessioni di singoli portafogli. Sono già in corso trattative. Naturalmente, hanno osservato gli analisti di Equita, il fallimento della trattativa per Release rappresenta una notizia negativa per il Banco Popolare visto che rallenta il processo di de-risking del gruppo.

“La mancata cessione di Release conferma la nostra visione sulle coperture di crediti dubbi”, ha avvertito stamani un analista di un’altra sim milanese. “Noi riteniamo che non siano adeguate, di conseguenza, un’eventuale cessione potrebbe comportare ulteriori svalutazioni nel portafoglio crediti. La raccomandazione sul titolo resta quindi neutral”.

Peraltro, in base ai calcoli di Equita, anche in caso di deconsolidamento di Release il rapporto fra crediti dubbi e Tier1 sarebbe rimasto sopra la media di settore (220% contro 150%), quindi l’operazione non avrebbe rappresentato un “transformational deal” per il Banco Popolare.

L’ad si attende invece una seconda fase di consolidamento fra le popolari dopo il completamento dell’asset quality review/stress test, sul quale ha espresso fiducia. “Siamo pronti a giocare un ruolo da polo aggregante nei prossimi anni”, ha detto Saviotti, prevedendo infine un’ulteriore riduzione nel costo del funding, indicazione in linea con le attese degli analisti a livello di singola società e di settore.

“La nostra raccomandazione hold sul Banco Popolare è legata al rischio di esecuzione derivante dall’asset quality review che deriva dal ridotto livello di copertura rispetto alla media del sistema, ovvero 27% rispetto a 44%, e alla più alta esposizione ai crediti dubbi rispetto al patrimonio di vigilanza: 266% contro 150%”, hanno precisato gli analisti di Equita che hanno un target price sul Banco Popolare a 14,5 euro, mentre stamani in borsa l’azione passa di mano a quota 12,20 euro (-1,77%).

Anche gli analisti di Kepler Cheuvreux hanno confermato la loro visione cauta sul titolo (reduce e target price a 9,40 euro) sempre a causa dell’eccessivo livello di crediti problematici (a fine marzo il 21,5% degli impieghi lordi) che richiederanno ancora significativi accantonamenti nei prossimi anni insieme con un lento recupero dei ricavi della banca a causa dei bassi tassi di interesse e della debole domanda di prestiti. “Riteniamo altresì i multipli del Banco Popolare eccessivi con un rapporto prezzo/utile 2016 a 11,5 volte e un rapporto prezzo/book value tangibile 2014 a 0,8 volte in vista di un Rote del 5,3%  nel 2016”.


Autore: Francesca Gerosa
Fonte:

Milano Finanza

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