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Luci e ombre per la domanda di credito da parte delle famiglie

Nel mese di maggio appena concluso la domanda di credito da parte delle famiglie appare condizionata da un quadro congiunturale ancora influenzato dalle difficili condizioni del mercato del lavoro, con la disoccupazione che ha toccato livelli record.

Nello specifico, secondo le rilevazioni del Barometro CRIF in questa prima parte dell’anno si è consolidato un andamento divergente, con segnali di ripresa per le richieste di mutui immobiliari a fronte di una ulteriore flessione per quanto riguarda i prestiti personali e finalizzati.

D’altro canto, l’andamento delle richieste di prestiti rappresenta un indicatore di straordinaria importanza per tastare tempestivamente il polso alle famiglie e valutare la loro propensione ad impegnarsi nell’investimento sulla casa o nell’acquisto di beni durevoli o di costo elevato.

LA DOMANDA DI MUTUI

Per quanto riguarda i mutui, il mese di maggio appena concluso ha fatto registrare una crescita del numero di richieste pari a +6,6% rispetto allo stesso mese del 2013, confermano il segno positivo che ha caratterizzato le ultime 11 rilevazioni. A livello aggregato la domanda di mutui registrata nei primi 5 mesi di quest’anno segna un +9,6% rispetto al pari periodo 2013 ma risulta ancora pesante il ritardo rispetto agli anni 2009-2011, come evidenziato dall’Allegato 1.

Nell’Allegato 2 sono riportate le variazioni percentuali mensili (indicate in valori ponderati, cioè al netto dell’effetto prodotto dal differente numero di giorni lavorativi) relative alle domande di mutui raccolte dagli istituti di credito e contribuite in EURISC.

L’Allegato 3 mostra la dinamica della domanda a partire dall’inizio del 2009, quando la crisi economica stava cominciando a far sentire i suoi effetti.

Prendendo in considerazione l’importo medio richiesto dei mutui, nei primi 5 mesi del 2014 si è attestato a 124.856 euro contro i 127.646 dello stesso periodo dell’anno precedente anche in virtù della contrazione del valore degli immobili oggetto di compravendita.

Per altro, analizzando la distribuzione delle richieste di mutuo in funzione dell’importo, le classi in cui nei primi 5 mesi dell’anno in corso si sono maggiormente concentrate le preferenze degli italiani sono quelle comprese tra i 100.000 e i 150.000 Euro, e quella entro i 75.000 euro, entrambe con una quota pari al 28,5% del totale.

Relativamente alla domanda di mutui per fascia di durata, invece, la classe compresa tra i 25 e i 30 anni risulta essere quella maggiormente richiesta dalle famiglie italiane, con una quota pari al 27,9% del totale.

Riguardo i prestiti (nell’aggregato di prestiti personali e prestiti finalizzati), invece, il mese di maggio ha fatto registrare una contrazione del -7,0% rispetto allo stesso mese del 2013. Per altro, la rilevazione di maggio porta a 15 i mesi in cui consecutivamente è stato registrato un segno negativo.

Anche a livello aggregato, relativamente ai primi 5 mesi dell’anno in corso, si conferma la medesima dinamica negativa, con una flessione anche in questo caso pari al -7,0% rispetto al corrispondente periodo del 2013. La contrazione della domanda appare però ben più consistente se confrontata con il 2011, il 2012 o il 2010, sempre prossima al -20%.

Nell’Allegato 7 sono indicate le variazioni rispetto allo stesso mese dell’anno precedente sono indicate in valori ponderati, cioè al netto dell’effetto prodotto dal differente numero di giorni lavorativi.

Entrando maggiormente nel dettaglio, il numero di richieste relative ai soli prestiti finalizzati nei primi 5 mesi dell’anno ha fatto segnare un calo del -9,0% rispetto al pari periodo del 2013.
Relativamente ai prestiti personali, invece, si conferma un decremento più contenuto, pari a -4,7% rispetto ai primi 5 mesi dello scorso anno.

L’Allegato 8 evidenzia l’andamento della domanda di prestiti personali a confronto con quella dei prestiti finalizzati (sempre considerando i dati ponderati sui giorni lavorativi): la flessione che si registra rispetto agli anni precedenti riguarda in particolare le richieste di prestiti finalizzati, che hanno risentito maggiormente del progressivo consolidamento delle difficoltà delle famiglie e della conseguente inevitabile prudenza nella gestione delle spese non considerate strettamente indispensabili, specie per l’acquisto di beni durevoli o di quelli più costosi, in primis l’auto.

L’analisi propone anche un approfondimento sull’importo medio dei prestiti richiesti: nei primi 5 mesi dell’anno in corso, nel complesso dei prestiti personali più finalizzati, l’importo medio delle richieste di prestiti è stato pari a 8.006 euro, ben distante dai 9.595 rilevati nel 2007, prima dello scoppio della crisi.

Più in dettaglio, per i prestiti finalizzati l’importo medio è stato pari a 4.974 euro (contro i 7.422 euro del pari periodo 2007) mentre per i prestiti personali si è assestato a 11.411 euro, sostanzialmente in linea con la rilevazione riferita ai primi 5 mesi del 2013 ma ben distanti dai 12.782 euro registrati nel pari periodo 2007.

Infine, prendendo in considerazione la distribuzione per fasce di importo, da gennaio a maggio 2014 tra le richieste di prestiti finalizzati la classe prevalente si conferma essere quella inferiore ai 5.000 euro, con una quota pari al 68,9% del totale.

Sul fronte dei prestiti personali, invece, è la fascia compresa tra i 5.000 e i 10.000 euro a rappresentare la quota predominante con il 28,6% del totale, seguita a ruota dalla fascia tra i 10.000 e i 20.000 euro (28,5%).


Fonte:

CRIF

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