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Mps amplifica la perdita netta, peggiorano i crediti deteriorati

Monte dei Paschi di Siena (+5,19% a 24,14 euro) ha chiuso il primo trimestre dell’anno con una perdita netta di 174,1 milioni di euro, in aumento rispetto al rosso di 101,2 milioni del corrispondente periodo dell’anno prima, e ben al di sotto del consenso del mercato che aveva stimato una perdita netta in miglioramento a 22 milioni. 

Sul dato hanno inciso in misura significativa le componenti non ricorrenti. “Al netto delle componenti straordinarie, il risultato pre-tasse ha avuto un’evoluzione positiva ed ora è in pareggio”, ha dichiarato l’amministratore delegato di Mps, Fabrizio Viola.

L’esposizione netta dei crediti deteriorati in portafoglio è salita, a fine marzo, a 22 miliardi, in aumento di 900 milioni da fine anno. Tra questi, da dicembre le sofferenze sono aumentate del 5,1% e gli incagli del 2,3%, mentre i crediti ristrutturati sono saliti del 9,5% e le esposizioni scadute del 5%, di riflesso a una congiuntura economica ancora difficile.

La percentuale di copertura dei crediti deteriorati si è attestata, al 31 marzo, al 41,6%, vale a dire 20 punti base al di sotto del livello di fine anno e la copertura delle sofferenze è stata pari al 58,8%, in calo di 30 punti base. Le  rettifiche nette di valore per deterioramento di crediti, poi, sono state di 477 milioni, l’1,6% in meno il valore registrato un anno fa e in riduzione di 733 milioni rispetto al trimestre precedente.

A impattare sul risultato sono stati principalmente i flussi lordi di crediti deteriorati, inferiori a quelli registrati nel quarto trimestre. Il margine di interesse primario è calato del 13,4% da 1,029 miliardi a 891 milioni e il margine di interesse ha segnato una flessione del 25,4% da 597,7 milioni a 445,8 milioni, mentre il risultato operativo netto è passato da un dato negativo di 51,7 milioni a -195 milioni.

In leggera ripresa le commissioni nette, pari a circa 445 milioni in aumento del 10% rispetto al quarto trimestre del 2013 e in crescita del 3,2% rispetto all’analogo periodo dell’esercizio precedente. La raccolta complessiva dei primi tre mesi dell’anno è stata pari a 234 miliardi (-4,8% trimestre su trimestre, ma in crescita da dicembre).

I crediti alla clientela, pari a 133 miliardi, hanno registrato un’accelerazione dell’1,6% rispetto a fine 2013, ma sono risultati in frenata sullo stesso periodo dell’esercizio precedente (-5,6%). Il portafoglio titoli e derivati di Mps, è rimasto stabile a 36,3 miliardi.

Il Common equity tier 1 ratio phased-in, infine, si è attestato al 10,8%, mentre su base pro-forma, dopo l’aumento capitale di 5 miliardi già scontato (che dovrà passare in assemblea il prossimo 20 maggio) e assumendo il rimborso di 3 miliardi di Monti-Bond, il coefficiente patrimoniale al 31 marzo in termini di Cet1 ratio phased-in sarebbe pari a 13,3%.

“La banca sta lavorando per un aumento di capitale che le permetta di chiudere la partita con i Monti bond. L’elemento fondamentale è che la banca si aspetta di cedere entro giugno una serie di crediti in sofferenza. I conti non sono brillanti, però il mercato potrebbe trascurare i risultati per guardare in un’ottica di lungo termine all’aumento di capitale”, ha commentato un esperto contattato dall’agenzia MF-Dowjones.

A fine aprile la banca ha ridotto l’esposizione verso la Bce a 24 miliardi, grazie al rimborso di 4 miliardi di Ltro e il rimborso continuerà nei prossimi mesi. La tabella di marcia prevede che altri 4 miliardi siano restituiti tra maggio e giugno, 6 miliardi tra luglio e dicembre e i restanti 14 miliardi nei primi due mesi del prossimo anno, portando dunque il debito a 14 miliardi a dicembre e a zero entro febbraio 2015.

“La banca sta producendo risultati non solo dal lato del bilancio con il rafforzamento della posizione di liquidità e capitale, ma anche dal lato commerciale e quindi del conto economico”, ha concluso Viola precisando che Mps, “è ben posizionata” per affrontare l’asset quality review e gli stress test della Bce


Autore: Serena Berici
Fonte:

Milano Finanza

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