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Il rilancio del credito parte dal rischio

Il credito al settore privato non crescerà senza un aumento della propensione al rischio delle banche e senza meccanismi per redistribuire questi rischi su più soggetti.

Questo in sintesi il messaggio tra le righe del rivoluzionario documento congiunto di Banca centrale europea e Banca d’Inghilterra presentato al Fondo monetario internazionale. Documento che attribuisce una nuova patente di legittimità ai famigerati Abs (Asset Backed Securities), i titoli strutturati, principale bomba ad orologeria della crisi finanziaria.

L’ossessione della revisione della regolamentazione finanziaria post crisi è stata scoraggiare quanto più possibile l’assunzione di rischi elevati da parte del sistema finanziario. Per farlo si sono adottati spesso criteri grossolani di classificazione degli asset finanziari. Banalmente, il capitale regolamentare che una banca deve accantonare per un credito privato è molto maggiore che per un credito sovrano (dove è zero), indipendentemente dal merito del soggetto finanziato. Ne deriva che il credito al settore privato è infinitamente più costoso dell’acquisto di titoli di Stato. Questo approccio, per quanto giustificabile in una congiuntura drammatica, scoraggia l’allocazione di finanziamenti ad imprese e famiglie.

Dunque le banche riprenderanno a far credito solo se riscopriranno una sana propensione al rischio, con regole che li incoraggino in tal senso. E se sapranno valutare con chiarezza e trasparenza il merito di credito di chi finanziano in modo più fine di quanto previsto dalle classificazioni su cui si basa l’azione del regolatore.
Ovviamente né Bce né Bank of England possono dire tutto questo, ma proprio questo significa la loro riscoperta degli Abs. Perché? Perché gli Abs sono uno strumento fondamentale per la distribuzione dei rischi di credito su più soggetti. E un sistema creditizio sopporta un aumento della propensione al rischio (dunque la ripresa del credito al settore privato) solo se il rischio non rimane unicamente in carico a chi eroga i finanziamenti. Dunque, ci ricordano le due potenti banche centrali, gli Abs ci servono e bisogna che il loro mercato riparta.
Impacchettare (cartolarizzare) più crediti erogati da una banca permette di assegnare loro un prezzo e di scambiarli sul mercato finanziario. Così aumenta la liquidità disponibile per le banche e il rischio è redistribuito. La ripresa delle cartolarizzazioni è anche fondamentale per la Bce. Intervenire direttamente sul loro mercato (comperandoli o accettandoli in sconto dalle banche) rafforza l’azione di politica monetaria: aumenta la liquidità e combatte la deflazione favorendo l’erogazione diretta del credito alle imprese.

Il problema per la Bce è che il mercato degli Abs è oggi troppo piccolo, circa un quarto di quello americano. Meno di duecento milioni di nuove emissioni nel 2013 (furono 800 nel 2008). Per farlo ripartire ci vogliono nuove regole, meno vincolanti di oggi.
Il che non è semplice. Quel che non ci serve e non deve più accadere è il modo distorto con cui gli Abs sono stati utilizzati in passato. Da un lato sono diventati sempre più complessi e oscuri, al punto che non era più possibile capire cosa fossero gli asset sottostanti. E d’altro lato, hanno favorito un meccanismo di azzardo morale allontanando i rischi dall’originatore degli investimenti iniziali, che non aveva dunque incentivo ad essere selettivo.

Oggi soprattutto la mutualizzazione pubblica dei rischi degli Abs nel bilancio della Bce può diventare causa di forte azzardo morale. Per questo Bce e Bank of England invitano a distinguere diverse categorie i Abs, favorendo la diffusione solo di quelli semplici ed estremamente trasparenti e comunque lasciando una parte del rischio di credito a carico dell’originatore. Vedremo quali regole emergeranno da questa revisione di prospettiva.
Il punto fondamentale è che non ci può essere espansione del credito senza rischio. Ma anche grazie alla banking union e il conseguente grande salto di qualità nella prevenzione e gestione dei rischi più gravi, questa strada può e deve essere nuovamente percorsa

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