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La fiducia delle imprese sale ai massimi dal 2011

La fiducia dei consumatori traina quella delle imprese. E così l’indice rilevato dall’Istat registra il quinto rialzo consecutivo a quota 89,5, ai massimi dal settembre 2011: la rilevazione relativa a marzo è anche la prima da quando a Palazzo Chigi si è insediato il premier Matteo Renzi. La spinta arriva dalla manifattura e, soprattutto, dai servizi, mentre costruzioni e commercio peggiorano.

In particolare l’indice del clima di fiducia delle imprese manifatturiere sale a 99,2 da 99,1 di febbraio. Rimangono stabili le attese di produzione (5 il saldo) e migliorano i giudizi sugli ordini (da -25 a -23); il saldo relativo ai giudizi sulle scorte di magazzino passa da -3 a -1.

L’Istituto di Statistica definisce il “clima di fiducia” sulla base di una serie di domande “ritenute maggiormente idonee per valutare l’ottimismo/pessimismo” delle imprese: giudizi e attese sulla situazione economica dell’Italia; attese sulla disoccupazione; giudizi e attese sulla situazione economica delle famiglia che incidono sui consumi e di coseguenza opportunità all’acquisto di beni durevoli.

L’analisi del clima di fiducia per raggruppamenti principali di industrie indica un miglioramento per i beni strumentali (da 97,7 a 98,2) e un lieve peggioramento per i beni di consumo (da 99,5 a 99,4); per i beni intermedi l’indicatore rimane invariato a 100,4.

L’indice del clima di fiducia delle imprese di costruzione scende a 75,8 da 76,9 di febbraio.

Migliorano le attese sull’occupazione (da -21 a -18 il saldo), mentre peggiorano i giudizi sugli ordini e/o piani di costruzione (da -50 a -54 il saldo). L’indice del clima di fiducia delle imprese dei servizi continua a crescere, attestandosi a 92,4 da 90,3 di febbraio. Migliorano le attese sull’andamento dell’economia in generale (da -26 a -22 il saldo) e i giudizi sugli ordini (da -12 a -10 il saldo); peggiorano lievemente, invece, le attese sugli ordini (da -2 a -3 il saldo). Nel commercio al dettaglio, l’indice del clima di fiducia scende, passando a 94,6 da 96,3 di febbraio. L’indice diminuisce nella grande distribuzione (da 97,2 a 92,4), rimane stabile in quella tradizionale (a 96,3).


Fonte:

Repubblica

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