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Rallenta la contrazione del credito alle famiglie nei primi nove mesi del 2013

Secondo la trentacinquesima edizione dell’Osservatorio sul Credito al Dettaglio realizzato da Assofin, CRIF e Prometeia, nei primi nove mesi del 2013 il rallentamento del credito alle famiglie, che riflette criticità sia lato domanda che lato offerta, è in progressivo contenimento.


Nello specifico, la debolezza del contesto macroeconomico nei mesi scorsi ha fortemente condizionato il clima di fiducia delle famiglie, inducendole a rimandare o a razionalizzare i consumi, soprattutto quelli a valore elevato, determinando un calo della domanda di finanziamento per sostenerli.
Al contempo, nonostante condizioni finanziarie più distese rispetto a quelle del 2012, anche quest’anno le politiche di offerta di credito alle famiglie si sono mantenute selettive, prevalentemente a causa dell’aumentata rischiosità corrente e prospettica del comparto nonché dei più stringenti requisiti di capitale ai quali gli Istituti sono vincolati.

Il credito al consumo


Il mercato del credito al consumo conferma il trend negativo degli anni passati: le erogazioni nei primi nove mesi del 2013 sono calate del -5.6%, sebbene la flessione sia meno marcata di quella registrata per il 2012.
Le famiglie, con un reddito disponibile ancora in calo e occupazione in contrazione, hanno proseguito nella razionalizzazione degli acquisti, soprattutto di beni durevoli che costituiscono la componente più frequentemente finanziata.
In tale contesto, le tipologie di credito caratterizzate da importi medi contenuti risultano le meno penalizzate, riflettendo la tradizionale prudenza delle famiglie italiane nell’assumere impegni finanziari. I finanziamenti finalizzati all’acquisto di altri beni/servizi (appartenenti a settori quali arredo, elettronica ed elettrodomestici, e altri beni e servizi finanziabili, tra i quali viaggi, spese mediche, palestre, ecc.) sebbene chiudano i primi nove mesi del 2013 in calo del -4%, evidenziano una tenuta di quelli caratterizzati da small ticket, quali quelli finalizzati all’acquisto di prodotti di telefonia e information technology (tablet in particolare).
Anche il comparto delle carte rateali/opzione, mostra un calo contenuto dei volumi transati (-1.6%), interamente attribuibile all’evoluzione delle carte opzione (+0.5%) tra le quali si annoverano anche carte bancarie caratterizzate da un utilizzo prevalentemente a saldo, mentre continuano a contrarsi in modo deciso i volumi movimentati dalle carte rateali (-11.7%).
Il comparto dei finanziamenti finalizzati all’acquisto di autoveicoli e motocicli registra un’ulteriore riduzione dei flussi erogati (-6.5%) riflettendo l’andamento negativo delle immatricolazioni e di passaggi di proprietà.
Sono però i prestiti personali la tipologia di finanziamento più in difficoltà, con una forte contrazione dei flussi erogati (-10.3%), originata sia da una maggiore prudenza delle famiglie, che dimostrano di preferire finanziamenti di importo più contenuto, sia dalla cautela degli istituti eroganti verso un prodotto caratterizzato da un maggior grado di rischiosità.
Infine, dopo lo stop del 2012 si registra una ripresa (+2.4%) delle erogazioni di finanziamenti contro cessione del quinto dello stipendio/pensione che hanno beneficiato della riorganizzazione del business.

I mutui immobiliari


Nei primi nove mesi del 2013 continua la contrazione dell’erogazione di mutui per acquisto di abitazioni, che registrano una flessione del -8.9%, in linea con la dinamica registrata per le compravendite immobiliari, sebbene la contrazione sia  più contenuta rispetto a quella  del 2012.
La componente degli “altri mutui” (ovvero i mutui per ristrutturazione, liquidità, consolidamento del debito, surroga e sostituzione) registra una flessione del -3.8% riflettendo la perdita di importanza di surroghe e sostituzioni, penalizzate dal crescente aumento degli spread applicati.
Si assiste, nel comparto mutui, ad una rimodulazione delle caratteristiche dei nuovi mutui erogati verso importi e durate minori e verso il tasso variabile (58% dei flussi erogati nei primi nove mesi del 2013).

La rischiosità


Il perdurare di condizioni macroeconomiche sfavorevoli e la debolezza del mercato del lavoro hanno determinato una maggiore fragilità delle famiglie, con ripercussioni negative sulla rischiosità del credito in essere. Sebbene il tasso di default (ovvero l’indice di rischio di credito di tipo dinamico che misura le nuove sofferenze e i ritardi di 6 o più rate nell’ultimo anno di rilevazione) del mercato del credito al dettaglio considerato nel suo complesso (quindi mutui immobiliari più credito al consumo) si stabilizzi nel corso del 2013 al 2.7%, grazie a un’offerta molto selettiva, il tasso di sofferenza aumenta nelle diverse forme tecniche come effetto congiunto della contrazione dello stock degli impieghi e dell’aumento delle sofferenze.
Entrando maggiormente nello specifico, per i prestiti personali il tasso di default passa dal 3.9% di marzo 2013 al 4.0% di settembre 2013, mentre per i prestiti finalizzati risulta stabile all’1.7%.
Per quanto riguarda i mutui immobiliari, infine, nel corso del 2013 il tasso di default si conferma stabile al 2.0%.

Le prospettive


Anche nel 2013 le famiglie italiane hanno confermato strategie di contenimento della spesa in modo trasversale a tutte le voci di consumo in cui si osservano, spesso congiuntamente, comportamenti orientati alla riduzione della domanda o alla ricerca di prezzi più convenienti.
In prospettiva, il percorso di recupero dei livelli di consumo sarà lento e in linea con quello del potere di acquisto delle famiglie. Tuttavia, la necessità di rinnovare la dotazione dei beni durevoli, troppo a lungo procrastinata, sosterrà la crescita di questo aggregato a partire dal 2014, anche grazie alle detrazioni fiscali per l’acquisto dei prodotti per la casa (mobili e elettrodomestici), a svantaggio delle altre voci di spesa, in particolare di quelle più voluttuarie.
   
Nel prossimo biennio, il credito alle famiglie sarà ancora condizionato da un contesto macroeconomico debole – su cui pesano non poco le condizioni del mercato del lavoro e l’evoluzione dei redditi disponibili delle famiglie – e da vincoli operativi, pur in graduale allentamento. L’intenso processo normativo e di riforma del sistema finanziario europeo richiederà agli operatori una forte attenzione al capitale e un’adeguata copertura delle perdite sui crediti anomali, continuando a condizionare le politiche di offerta. Il processo di unione bancaria potrebbe, tuttavia, favorire progressivamente un miglioramento delle condizioni operative per gli intermediari del credito per effetto della maggiore trasparenza sui bilanci che potrà arrivare dall’esercizio di valutazione dei bilanci bancari condotto nel 2014 da Bce/Eba.
La cautela della domanda si accompagnerà pertanto a politiche di offerta del credito che necessariamente dovranno mantenersi selettive in un contesto in cui la rischiosità rimarrà elevata.
Il comparto del credito al consumo dovrebbe ritornare a crescere debolmente dal 2014 (+0.4%) per poi consolidare i segnali di ripresa l’anno successivo (+2.1%), pur senza recuperare i valori assoluti del mercato nel 2011.
Dal 2014 è prevista anche una lieve ripresa dei flussi di nuovi finanziamenti per l’acquisto degli immobili, che permetterà una crescita solo modesta delle consistenze, pari a +0.5%. Nel 2015, invece, il comparto crescerà del +2.1% beneficiando dei maggiori flussi erogati grazie alla ripresa dell’attività economica oltre che a politiche di offerta relativamente meno stringenti rispetto alla fase di crisi.
Considerando il mercato complessivo, il deterioramento della qualità del credito caratterizzerà almeno fino alla fine del 2014 sia i mutui sia il credito al consumo. In particolare, il credito al consumo registrerà un aumento della rischiosità meno marcato e una relativa stabilità del tasso di default nel corso dell’ultimo anno di previsione (il tasso di sofferenza è previsto al 4.5% nel 2015 rispetto al 4.0% del 2012).
Per i mutui, invece, l’effetto della fragilità dei bilanci delle famiglie prevarrà su quelli di mitigazione del rischio (basso livelli dei tassi di mercato monetario e misure istituzionali a sostegno delle famiglie), pertanto il tasso di sofferenza sui prestiti per l’acquisto dell’abitazione aumenterà progressivamente fino a raggiungere il 4.2% nel 2015 (rispetto al 3.2% di dicembre 2012).

 


Fonte:

CRIF

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