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Crolla il mercato del credito alle famiglie nei primi 9 mesi del 2012

  • Pesante contrazione per le erogazioni di mutui immobiliari per acquisto di abitazioni (-49,6%) e di “altri mutui” (-74,8%)
  • Diminuiscono anche le erogazioni di credito al consumo (-12%)
  • Torna a peggiorare la qualità del credito
  • Prospettive di ripresa solo a partire dal 2014

 

Secondo i dati della trentatreesima edizione dell’Osservatorio sul Credito al Dettaglio realizzato da Assofin, CRIF e Prometeia, nel corso dei primi 9 mesi del 2012 si è ulteriormente rafforzato il trend di rallentamento del credito alle famiglie, che riflette criticità lato domanda e lato offerta.  

Nello specifico, si è assistito a una contrazione delle erogazioni sia di credito al consumo, tornate sui ritmi registrati nel 2009, anno di massima tensione della prima fase della crisi, sia di mutui immobiliari, che hanno segnato una riduzione mai registrata in precedenza.

Lo scenario di questi mesi, infatti, ha confermato tutti gli elementi di debolezza del mercato individuati all’inizio dell’anno: maggiore fragilità dei bilanci familiari, livelli di disoccupazione in costante crescita e incertezza sulle prospettive di ripresa dell’economia che hanno determinato scelte di acquisto e di ricorso al credito molto caute, politiche di offerta selettive da parte delle aziende di credito a fronte delle difficoltà sul fronte della raccolta e con l’esigenza di mantenere elevata l’attenzione alla rischiosità della clientela.

 
L’andamento del credito al consumo

 

Il clima di elevata incertezza che si è delineato nel 2012 ha indotto le famiglie a rimandare o a rinunciare ai consumi, soprattutto a quelli di valore elevato, e di conseguenza si è assistito a un calo della domanda di finanziamenti per sostenerli. Nello specifico, nel corso dei primi 9 mesi dell’anno in corso i finanziamenti alle famiglie hanno registrato un progressivo rallentamento e le nuove erogazioni di credito al consumo hanno evidenziato ancora un trend negativo (-12%), di intensità peggiore rispetto al 2009. In particolare, emerge un deciso peggioramento nelle forme tecniche destinate a finanziare gli acquisti dei beni e servizi a maggior valore. In questo contesto, il comparto dei finanziamenti finalizzati ad acquisti di autoveicoli e motocicli registra una riduzione dei flussi erogati (-19%) di intensità peggiore a quella rilevata nei tre anni precedenti ed in linea con il crollo delle immatricolazioni di auto/moto; ma anche i prestiti personali, dopo aver chiuso il 2011 con una crescita delle erogazioni (+4,3%), hanno risentito del difficile contesto economico ed evidenziano una contrazione dei flussi a due cifre (-15%) che trova origine nella maggiore prudenza sia delle famiglie sia degli istituti eroganti, riluttanti a impegnarsi per importi e durate più lunghe rispetto a quelle delle altre tipologie di finanziamento.

I finanziamenti contro cessione del quinto dello stipendio/pensione (CQS) risultano ancora, come nel 2011, la forma tecnica con la performance più negativa delle erogazioni (-20,2%), risentendo ancora delle più caute modalità di erogazione a seguito delle indicazioni di indirizzo per gli operatori attivi nel comparto emanate dall’Organo di Vigilanza a novembre 2009 e ad aprile 2011, che hanno indotto una profonda riorganizzazione dei player del settore impegnati nel collocamento del prodotto e un forte ridimensionamento dell’attività di concessione di plafond a operatori mandatari.

Mostrano, invece, una relativa tenuta i finanziamenti a sostegno di consumi di importo più contenuto, che prevedono piani di rimborso meno impegnativi. Sebbene l’evoluzione complessiva delle erogazioni di finanziamenti finalizzati all’acquisto di altri beni/servizi (appartenenti a settori quali arredo, ciclomotori, elettronica ed elettrodomestici e altri beni e servizi finanziabili, tra i quali viaggi, spese mediche, studi, ecc.) risulti negativa nei primi 9 mesi del 2012 (-3,9%) si registra, infatti un recupero dei finanziamenti finalizzati per elettronica ed elettrodomestici (che si riportano in territorio positivo nel secondo e terzo trimestre) e una buona crescita (+5,6%) dei prestiti destinati ad altri beni e servizi.

Infine, il comparto delle carte rateali/opzione mostra una debole evoluzione positiva dei flussi transati nel corso dei primi 9 mesi del 2012 (+0,6%), in linea con quella registrata nel corso del 2011. Tale evoluzione è attribuibile alla dinamica delle carte opzione, tra le quali si annoverano anche carte bancarie caratterizzate da un utilizzo prevalentemente a saldo, che si mantengono su un percorso di crescita (+2,3% quella dei nove mesi del 2012), mentre i volumi movimentati con le carte rateali risultano in contrazione (-6,6%).

 

L’andamento dei mutui immobiliari

 

Il mercato dei mutui alle famiglie per acquisto di abitazioni ha evidenziato nella seconda parte del 2012 un ulteriore rallentamento, proseguendo il trend in atto a partire da metà 2011. Tale situazione, che riflette anche la contrazione delle compravendite residenziali, diminuite del 27% nei primi 9 mesi dell’anno in corso rispetto allo stesso periodo del 2011, è dovuto agli elevati tassi di interesse applicati ai nuovi contratti e dall’introduzione dell’IMU, tutti fattori che possono aver pesato sulla scelta di investimento delle famiglie in uno scenario caratterizzato da notevole incertezza.

Nei primi 9 mesi del 2012 le erogazioni di mutui per l’acquisto di immobili sono diminuite del 49,6%, ma sono soprattutto gli “altri mutui” (ovvero i mutui per ristrutturazione, liquidità, consolidamento del debito, surroga e sostituzione) ad aver subito un vero e proprio crollo (-74,8%). Tale risultato è dovuto principalmente alla frenata delle surroghe, passate a rappresentare il 7% degli “altri mutui” nell’anno in corso contro il 45% del 2010, penalizzate dal crescente aumento degli spread applicati che le ha rese, di fatto, non più vantaggiose per le famiglie.

Il rapporto tra il valore del finanziamento e quello dell’immobile (loan to value ratio) ha continuato a mostrare un valore contenuto, a conferma del permanere di un atteggiamento prudenziale sia delle domanda sia dell’offerta: a settembre solo l’8% dei mutui presentava un loan to value ratio superiore all’80% (a fronte di un valore medio pari al 60% circa).

A conferma della cautela delle famiglie nell’assumere impegni finanziari, nei primi 9 mesi del 2012 sono anche stati stipulati mutui di importo medio più contenuto rispetto al passato: circa 123 mila euro (contro i 133 mila euro nel 2011) per l’acquisto dell’abitazione e circa 105 mila euro (113 mila euro nel 2011) per gli “altri mutui immobiliari”.

Per quanto riguarda la durata, invece, è rimasta sostanzialmente invariata rispetto al 2011, con la maggioranza dei contratti (41%) superiori a 26 anni.

Inoltre, il clima di incertezza ha spinto le famiglie a scegliere soluzioni e formule che le tutelino contro eventuali futuri innalzamenti dei tassi: in particolare sono cresciuti i mutui a tasso misto e quelli a tasso fisso, arrivando a dividersi equamente circa la metà delle nuove erogazioni, mentre la restante metà (51% nei primi 9 mesi del 2012) risulta ancora stipulata a tasso variabile, grazie anche al basso livello dei tassi di mercato.

Infine, si conferma il ritorno al canale bancario tradizionale nella distribuzione dei prestiti fondiari alle famiglie, privilegiato dagli operatori senza dubbio per la rischiosità più contenuta della clientela che riesce a intercettare.

 

L’analisi della rischiosità

 

Nonostante la crescente attenzione alla sostenibilità finanziaria, nel periodo di osservazione si è assistito a un peggioramento della qualità del credito sia nella componente dei prestiti al consumo che in quella dei mutui immobiliari, determinato dal continuo peggioramento del mercato del lavoro e dalla debolezza dei redditi reali.

Da marzo a settembre 2012, infatti, il tasso di default (ovvero l’indice di rischio di credito di tipo dinamico che misura le nuove sofferenze e i ritardi di 6 o più rate nell’ultimo anno di rilevazione) calcolato sul numero di contratti sull’insieme delle forme tecniche del credito al dettaglio si attesta complessivamente al 2,3%, tornando sui livelli di settembre 2008.

Per quanto riguarda il mercato del credito al consumo gli indicatori risultano in crescita: in particolare, il tasso di default subisce un lieve aumento e a fine settembre 2012 sale al 2,4%.

Pur rimanendo ben al di sotto del rischio rilevato nella prima fase della crisi, questo incremento indica una sensibilità dei nuclei familiari indebitati alle dinamiche macroeconomiche negative che ormai condizionano gli equilibri finanziari e le scelte di consumo della clientela.

Anche gli indicatori di rischio nel segmento dei mutui immobiliari mostrano un trend in lieve aumento nonostante il rinnovo di strumenti a sostegno delle famiglie, come la moratoria, e l’elevata quota di finanziamenti in essere a tasso variabile indicizzato all’Euribor, che si è mantenuto per tutto il periodo di rilevazione su livelli molto bassi: a settembre 2012 il tasso di default sale all’1,9%.

 
Le prospettive future

 

Anche per il biennio 2013 – 2014 si prevede il persistere di una certa fragilità del quadro macroeconomico, che determinerà un’evoluzione del mercato del credito alle famiglie sostanzialmente debole. La dinamica dei consumi, infatti, risentirà ancora della riduzione del reddito disponibile delle famiglie e della conseguente grande cautela nelle decisioni di acquisto e di investimento. Inoltre, le politiche di offerta continueranno a mantenersi selettive in un contesto in cui permarranno le pressioni sul costo del funding e rimarrà cruciale il tema del contenimento del rischio di credito. Infine, la necessità di ridurre il livello elevato di funding gap si tradurrà ancora nei prossimi anni in un vincolo alla crescita delle nuove erogazioni di finanziamenti anche in risposta alle richieste di rafforzamento dei coefficienti patrimoniali da parte delle autorità internazionali (EBA) e contenute nel documento di Basilea 3, così come evidenziato dalle azioni di deleveraging e derisking che gli intermediari hanno già iniziato a segnalare nei propri bilanci.

Tutti questi fattori continueranno a frenare la crescita del credito per cui le prospettive per il biennio 2013-2014 sono di un aumento contenuto, con una crescita media annua nel biennio di poco superiore all’1%.

Per quanto riguarda le previsioni del segmento del credito al consumo si prospetta ancora una contrazione delle consistenze, che arriverebbe a -5,2% alla fine del 2012 a fronte di una leggera attenuazione nel 2013 (-2,2%). Per il 2014 invece, si attende una ripresa della crescita, seppur su ritmi modesti (+1,3%).

Anche per il comparto dei mutui nell’ultima parte del 2012 si attende un ulteriore rallentamento dello stock mentre nel biennio 2013-2014 si dovrebbe  registrare un trend di espansione, comunque modesto e rispettivamente pari al +0,9% e al +1,6%.

Per il biennio di riferimento si prevede però una nuova fase di aumento della rischiosità, legata fondamentalmente alle ricadute della debolezza del quadro macroeconomico sulla solidità delle famiglie. La valorizzazione delle informazioni sulla clientela diverrà, di conseguenza, ancora più importante nella logica di fidelizzare e offrire un adeguato supporto alle decisioni di investimento e di finanziamento delle famiglie, oltre a costituire un indispensabile strumento di gestione e controllo del rischio.

Il successo delle strategie messe in atto a sostegno del business si legherà anche alla capacità delle risorse di sviluppare un approccio al cliente maggiormente consulenziale rispetto al passato e al maggiore utilizzo dell’innovazione tecnologica nei servizi finanziari (es. mobile-banking, mobile payment e tecnologie contactless) e nella comunicazione che potrebbe trasformarsi in un’opportunità di crescita per banche e istituzioni finanziarie, oltre a rappresentare una possibile fonte di riduzione delle spese legate alla detenzione e gestione del contante.

 

È indubbio che nel breve periodo lo sviluppo del credito alle famiglie sia fortemente condizionato dall’evoluzione macroeconomica che determina i comportamenti lato offerta e lato domanda. In particolare, la dinamica del mercato del credito si conferma prociclica, soprattutto in Italia, dove si registra un ricorso delle famiglie al credito tradizionalmente prudente, confermato dai tassi di indebitamento che non hanno mai raggiunto livelli preoccupanti, neanche dopo il 2008. Sarebbe pertanto importante che, anche attraverso appropriati interventi legislativi, si determinassero le condizioni favorevoli per uno sviluppo equilibrato del credito alle famiglie e conseguentemente per la crescita del Paese. Una nuova espansione del mercato attraverso una maggior disponibilità di credito, fondamentale per la ripresa dei consumi e dell’economia nel suo complesso, dipende dal consolidamento della stabilità degli operatori e da un aumento della loro efficienza, ma anche da un quadro normativo adeguato che favorisca lo snellimento delle procedure gestionali del business e, per questa via, riduca il costo del credito stesso.


Fonte:
Assofin, CRIF, Prometeia

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