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Attribuire al medesimo soggetto sia i crediti sia i debiti dello Stato

Le imprese sono alle prese con un sempre maggior numero di adempimenti imposti dallo Stato per la lotta all’evasione (con aggravi di costi) e con imposte e tasse in misura sempre crescenti sia statali che locali (imposte dirette, Iva, Irap, addizionali regionali e comunali, tarsu, ecc..). Anche per questo le imprese incontrano difficoltà sempre crescenti per pagare le imposte per problemi di liquidità a causa dei mancati incassi, dei fallimenti dei clienti e dell’impossibilità di avere credito dalle banche e soprattutto molte sono creditrici nei confronti dello stato e delle pubbliche amministrazioni (Regioni, province, comuni, asl, enti locali, società partecipate ecc..). Lo Stato impiega anni per pagare i propri debiti ma senza essere soggetto a sanzioni o ad azioni esecutive e peraltro le banche non sono nemmeno disposte a concedere anticipazioni sui crediti vantati dalle imprese. Al contrario, le imprese se non pagano le imposte e tasse (ma non dimentichiamo che ci sono anche i contributi previdenziali e i premi Inail) scattano immediatamente sanzioni ed interessi in misura sempre crescente. Se il debito tributario, peraltro calcolato su entrate teoriche perché spesso gli incassi non sono stati effettuati per cui l’impresa deve pure anticipare anche l’Iva non incassata, finisce nelle grinfie di Equitalia la situazione diventa drammatica. Ciò perché la sanzione sulle imposte dovute è del 30% oltre gli interessi ordinari a cui vanno sommati gli interessi di mora e i diritti di esazione della stessa società di riscossione.Ne consegue che, in pochi anni, il debito fiscale può raddoppiare mentre l’impresa aspetta ancora i pagamenti della pubblica amministrazione che si bloccano in presenza di ruoli esattoriali, perché ovviamente l’impresa risulta essere non in regola con i pagamenti delle imposte e tasse e la stessa Equitalia pone il divieto di pagare l’impresa non virtuosa. L’impresa potrebbe anche chiedere la rateizzazione di quanto dovuto a Equitalia, ma qui entra in gioco il meccanismo degli interessi di rateizzo calcolati sul debito totale che, ricordiamo, è costituito da imposte, sanzioni, interessi di tardivo pagamento, interessi di mora, diritti, ecc.. In sostanza vengono applicati interessi su altri interessi e sulle stesse sanzioni ad un tasso che può sfiorare anche il 20%. Questa situazione paradossale potrebbe trovare una via d’uscita unificando in capo allo stesso soggetto sia le entrate sia le uscite. Ciò in modo da compensare in tempo reale i debiti tributari delle imprese con i crediti verso lo stato e sue ramificazioni. Oltre che lotta all’evasione fiscale occorrerebbe anche una lotta alla dispersione.


Autore: Paolo Longobardi
Fonte:

Italia Oggi

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