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Settore costruzioni: rischio di credito persistente nella maggior parte dei Paesi

La situazione delle imprese nel settore costruzioni rispecchia fedelmente le tendenze economiche mondiali, regionali e nazionali. In un momento in cui l’economia mondiale presenta divergenze fra Paesi, con una recessione nell’area euro, emergono differenze notevoli da Paese a Paese e tra un sottosettore e l’altro.

Duramente colpito dalla crisi nel 2009, il settore continua ancora a registrare nel 2011 numerosi incidenti di pagamento. Sensibilità alla congiuntura specifica per mercato e sottosettore L’intensità dell’attività del settore costruzioni varia in funzione dell’impatto della crisi sull’economia del Paese e secondo la sensibilità alla congiuntura, variabile da un sottosettore all’altro. I mercati emergenti beneficiano di un’attività vivace, in virtù dello scarto da recuperare nello sviluppo; ne risultano avvantaggiati specialmente alcuni sottosettori, come i lavori pubblici, l’edilizia non residenziale privata e istituzionale.

Per contro, i mercati avanzati registrano un’attività moderata o stagnante, con un divario particolarmente marcato nell’edilizia residenziale, dovuto a differenze di demografia, di ambiente economico, di credito, di fiscalità di disponibilità di alloggi e di prezzi. Tale contesto economico, precario e variabile, unito all’evoluzione delle commesse pubbliche e della normativa, nonché alle oscillazioni dei costi dei materiali e della domanda, spiega l’aumento degli incidenti di pagamento nei primi mesi della crisi nel 2008 e poi ancora a partire da ottobre 2011.

Le costruzioni in Europa vincolate ai piani d’austerità nel 2012

Dopo tre anni di contrazione e un crollo dell’attività del 17% sul periodo, finalmente il settore delle costruzioni tende a stabilizzarsi nel 2011, soprattutto nel residenziale, malgrado alcune differenze fra i vari Paesi europei, classificabili in tre gruppi:

• Il primo gruppo è quello in cui le costruzioni hanno maggiormente sofferto e il risanamento richiederà tempo. Così, l’Irlanda, l’Islanda, la Spagna, la Danimarca, i Paesi Bassi, la Grecia e l’Europa centralehanno assistito ad un significativo eccesso di prezzo e di offerta e continuano a registrare numerosi incidenti di pagamento. •? ? ? ? Il secondo gruppo – Regno Unito, Francia, Belgio e Italia – ha risentito meno della crisi e ha anche conosciuto una ripresa dell’attività nel 2010. Tuttavia si è innescato un nuovo peggioramento a causa di una persistente sopravvalutazione. Gli incidenti di pagamento restano diffusi, specialmente nel Regno Unito dove il numero di fallimenti è più elevato.

• In Francia, le imprese fanno i conti con una concorrenza agguerrita e lottano per ottenere un contratto, anche se ciò a volte significa ridurre i margini pur considerando l’aumento dei prezzi delle materie prime. Il numero di fallimenti nei primi sei mesi 2011 è comunque diminuito rispetto al primo semestre 2010, ma il livello resta ben più elevato rispetto a prima della crisi.

• I Paesi in cui la crisi non ha avuto effetti sulle costruzioni costituiscono il terzo gruppo: Germania, Austria, Norvegia, Svezia, Finlandia, Polonia. I fallimenti sono comunque più numerosi che negli altri settori industriali, e riguardano principalmente le imprese operanti in ambito regionale e monosettoriali.

Per il 2012, Coface prevede un aumento molto contenuto dell’attività delle costruzioni in Europa, se continua il miglioramento nel residenziale.

Il settore resterà tuttavia vincolato ai piani d’austerità. Le opere pubbliche e l’edilizia istituzionale dovrebbero ristagnare, segnate dalle restrizioni di bilancio. Le costruzioni di locali commerciali e industriali subiranno l’incertezza economica.

Nordamerica: grandi differenze fra Stati Uniti e Canada

Negli Stati Uniti, il calo dei prezzi e l’aumento dei costi indeboliscono il settore nell’insieme. Gli investimenti in costruzioni sono diminuiti del 2% nei primi undici mesi del 2011. Se il peggioramento coinvolge la maggior parte dei sottosettori, particolarmente colpite risultano le nuove costruzioni. Anche l’edilizia non residenziale continua a risentire dei problemi di bilancio degli Stati e dei Comuni. In Canada, la ripresa cominciata all’inizio del 2010 giustifica il basso numero di incidenti di pagamento. Ci si attende comunque un netto rallentamento per le costruzioni residenziali nel 2012, derivante dall’irrigidimento delle condizioni di accesso al credito.

Asia-Pacifico: ripresa dell’attività

L’edilizia nell’area Asia-Pacifico assiste ad una situazione relativamente favorevole. L’attività mostra una discreta tendenza alla ripresa in Giappone e Nuova Zelanda, due Paesi colpiti da catastrofi ecologiche, per rispondere alle esigenze di ricostruzione. In Australia, nel breve termine, le incertezze economiche determinano un rallentamento della vivacità del settore, ma a medio termine l’attività dovrebbe riprendere grazie alla spinta demografica.

Il caso della Cina

Dal 2010, in Cina le vendite sono diminuite a seguito delle misure intraprese dalle autorità per raffreddare in particolare il mercato immobiliare, riducendo i prestiti bancari al settore. Il calo delle vendite, l’assestamento dei prezzi e l’incremento degli stock dovrebbero ridurre moderatamente l’attività nel residenziale privato, ma ciò sarà in parte compensato dall’avvio di un piano pubblico di edilizia popolare.

Con lo sviluppo delle costruzioni, compaiono operatori cinesi di portata internazionale, sia nelle grandi opere che nei materiali e macchinari da costruzione. Questi nuovi arrivati sono sempre più presenti nelle aree emergenti, specialmente in Africa e Vicino Oriente.


Autore: Ufficio Stampa Coface
Fonte: Coface

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