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CONGIUNTURA flash

L’attività industriale italiana è calata dello 0,7% in dicembre e del 2,9% nel 4° trimestre (-1,0% nel 2011, stime CSC). Una dinamica coerente con una riduzione del PIL dello 0,7% nel 4° trimestre sul 3°. Le prospettive restano negative. Il PMImanifatturiero ha segnalato in dicembre una nuova marcata contrazione degli ordini (indice a 39,9, da 39,4), sia interni sia esteri. I giudizi delle imprese manifatturiere riguardo alla domanda sono scesi ancora in dicembre, ai livelli di un anno e mezzo prima.

E le loro attese di produzione (saldo diminuito a zero) sono ai minimi da luglio 2009. I livelli delle scorte sono valutati elevati (saldo a 3, da 0) e agiranno da freno. La debolezza dell’economia italiana si protrarrà almeno fino a metà 2012: l’indicatore anticipatore OCSE è diminuito ulteriormente a novembre, sebbene a ritmi (-0,5% su ottobre) dimezzati rispetto ai mesi precedenti.

A novembre il commercio mondiale è aumentato dell’1,0% su ottobre (quando aveva segnato un -0,7%). Nel 2° semestre 2011 gli scambi internazionali hanno frenato: +0,6% rispetto al 1°, +3,1% rispetto al 2° 2010). A dicembre, per il 5° mese consecutivo, la componente ordini all’export del PMI globale segna una riduzione. L’export italiano a novembre è diminuito dello 0,3% su ottobre (dati in volume, destagionalizzati). Ha registrato una flessione nella 2a parte del 2011 sulla prima (-0,2%).

Sui mercati extra-Ue la dinamica è stata buona in dicembre (+5,4%). Ma i giudizi delle imprese manifatturiere sugli ordini esteri (-29) sono rimasti stabili su bassi livelli: ciò implica un andamento cedente delle vendite oltrefrontiera fino al 1° trimestre 2012. Un aiuto lo dà il deprezzamento dell’euro. finanziamento.

Prosegue il peggioramento del mercato del lavoro italiano. Il tasso di disoccupazione ha raggiunto l’8,6% a novembre (7,9% in agosto). A fine 2011 è salita ancora la quota di imprese che si aspettano una riduzione del numero di addetti nei successivi 3 mesi (25,0%) ed è diminuita quella di quante ne prevedono un aumento (8,1%). Il deterioramento è in presa diretta con il crollo delle attese sulle condizioni economiche; mentre all’alba della recessione 2008-2009 le imprese erano state più ottimiste sul trattenimento dei lavoratori in azienda.

Nel 2012 rischiano di esserci forti ristrutturazioni nel manifatturiero, specie in quei comparti dove è più ampia la distanza dei livelli di attività dai picchi pre-crisi (mezzi di trasporto, tessili, apparecchiature elettriche e legno).

Ad eccezione della Germania, il mercato del lavoro è estremamente debole anche nel resto dell’Eurozona, dove il tasso di disoccupazione era fermo a novembre al 10,3%, massimo storico.

Il calo dell’occupazione erode il reddito disponibile delle famiglie, già sceso dello 0,3% nel 3° trimestre sul 2° in termini reali. I consumatori, avendo già ridotto il tasso di risparmio ai minimi storici (11,6% nel 3° trimestre), sono costretti a rivedere al ribasso i piani di spesa. In dicembre sono scese dell’1,4% le immatricolazioni di auto (-2,5% nel 4° trimestre). La fiducia dei consumatori è calata ai livelli del novembre 1993 (91,6, -3,4 punti sul 3° trimestre) e le previsioni sulla situazione economica della famiglia sono ai minimi dall’ottobre 1992. Per gli investimenti si delinea una forte caduta. In dicembre il saldo dei giudizi sulle condizioni per investire è sceso a -60,0 da -44,2 di settembre (indagine Banca d’Italia-Il Sole 24 Ore).

Gli ordini interni, stando ai produttori di beni di investimento, sono i più bassi dall’aprile 2010 (saldo a -41). Sono diventati molto penalizzanti i termini di finanziamento. I prestiti erogati alle imprese italiane sono rimasti fermi a ottobre-novembre (dati destagionalizzati). La dinamica annua è scesa a +4,9% (+6,1% a maggio) e si è quasi azzerata per le piccole imprese (+0,4%).  Il credito inoltre è sempre più selettivo, specie quello a lunga. In dicembre le condizioni sono deteriorate rispetto a settembre per il 49,7% delle imprese (indagine Banca d’Italia-Il Sole 24 Ore). Lo spread sull’Euribor è balzato a +2,4 punti (+3,1 per le PMI), facendo salire i tassi: 3,9% a novembre (3,0% a maggio), 4,6% per le PMI (da 3,7%).E aumenteranno ancora se il rendimento dei BTp resterà alto. Le necessità di credito per capitale circolante e fisso e i ritardi nei pagamenti spingono il 31,1% delle imprese a valutare scarsa la liquidità a inizio 2012.

Le banche stringono per le difficoltà di raccolta causate dalla crisi dei debiti sovrani. Nonostante gli interventi BCE di dicembre c’è sfiducia tra istituti: i depositi presso la BCE hanno raggiunto il record di 528,2 miliardi per poi assestarsi a 491,8 contro i 5,4 a giugno e il premio al rischio continua ad essere alto: 84 punti base lo spread Euribor-OIS (100 a dicembre; 18 a giugno).


Fonte: Centro Studi Confindustria

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