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Poste spa separa finanza e recapiti

ROMA Procedono su un doppio binario, slegate una dall’altra, le due novità introdotte dal decreto milleproroghe sulle Poste.

Nei fatti, però, sono destinate a produrre effetti contestualmente, con l’obiettivo di dare maggiore trasparenza e leggibilità delle attività di un gruppo che sta diventando sempre più complesso. L’aspetto più innovativo riguarda ilBancoposta, ovvero tutto il comparto dei servizi finanziari e della gestione del risparmio postale, che non sarà oggetto di alcuno scorporo societario. Si tratterà invece di una separazione contabile e patrimoniale chiesta dalla Banca d’Italia per destinare un patrimonio specifico a tutela dei risparmiatori, che depositano fondi nei conti correnti e investono in buoni postali.

Non si tratta, però, di patrimonio di rischio come accade per le banche, che investono in attività diverse la raccolta e devono garantirsi una copertura nel caso in cui l’investimento andasse male. Per le Poste è più che altro un rischio operativo, per cui la quota di patrimonio di copertura sarà una percentuale ben inferiore delle attività rispetto a quella prevista per gli istituti di credito.

Via Nazionale e Poste stanno lavorando da mesi a questa operazione, che per andare a compimento aveva però bisogno di una riforma del Dpr 144 del 2001 che irregimenta le attività della società. I tecnici di Poste e di Banca d’Italia hanno dovuto per questo ideare un’innovazione normativa da cucire sulla società guidata da Massimo Sarmi: hanno preso un articolo del codice civile quasi in disuso (2447 quater), che prevede la possibilità di costituire un patrimonio destinato per un determinato affare, e lo si è adattato al caso Poste, ampliandone la portata visto che norma prevede un limite di destinazione del 10% del patrimonio netto della società.

Poste ha patrimonio netto di 4 miliardi, quello destinato al Bancoposta sarà attorno al miliardo di euro. Il primo cda disponibile dopo l’approvazione del milleproroghe convocherà un’assemblea che entro aprile delibererà la costituzione del patrimonio del Bancoposta. Marzo-aprile è anche il periodo atteso per il via libera di Banca d’Italia alla Banca del Mezzogiorno a cui Poste contribuirà a dare vita con l’acquisizione di Mcc (per un valore di 136 milioni).

L’altra novità del milleproroghe autorizza infatti il gruppo postale a rilevare quote in banche, ma la norma è finalizzata alla sola realizzazione del Banca del Sud e non ad altri tipi di shopping. Le due novità hanno dunque effetti contestuali: probabilmente l’obiettivo di via Nazionale è avere in primavera un gruppo in cui attività postali, quelle del Bancoposta e quelle bancarie abbiano identità ben separate e leggibili.

Un passaggio, questo, che in un futuro prossimo potrebbe rendere più facile privatizzare separatamente rami di attività.


Fonte: Il Sole-24 Ore

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