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Passera vuole banche con più capitale

Il settore bancario globale deve ancora sciogliere il nodo della patrimonializzazione. «Sono totalmente d’accordo sul fatto che si debbano rendere le banche assolutamente più forti sul piano della capitalizzazione», ha detto Corrado Passera, consigliere delegato dIntesa Sanpaolo a Class-Cnbc in occasione del World Economic Forum a Davos.

Per quanto riguarda le prospettive future degli istituti di credito del Paese, Passera ha affermato che «le banche italiane sono in una situazione completamente diversa rispetto anche solo a quella europea». La stabilità del quadro bancario e quella dei conti pubblici in Europa, invece, «devono essere gestite in maniera del tutto diversa», prosegue il banchiere. «In Eurolandia ci sono Paesi a rischio default, e i governi devono rafforzare le politiche fiscali e stabilizzare i mercati finanziari», ha aggiunto Passera. «Credo però che possiamo prevenire i default. Nel caso in cui ciò dovesse succedere, possiamo gestirli». Passera ha anche spiegato che l’impatto sulle banche italiane dell’eventuale insolvenza di un Paese di Eurolandia, fra quelli a rischio, «sarebbe molto leggero». Tuttavia, ha concluso l’ad di Intesa SanPaolo, «per gli altri Paesi, soprattutto i più grandi, un default dei Paesi periferici comporterebbe perdite enormi».

A Davos era presente anche l’ex numero uno di Unicredit, Alessandro Profumo, che si è invece soffermato sull’impatto di Basilea 3 sul credito: «L’attivazione delle nuove norme richiede talmente tanto tempo che non credo abbiano un peso significativo sulle capacità creditizie delle banche». La situazione dell’Italia è stata definita «un’enigma» da Daniel Gros, direttore del Centre for European Policy Studies (Ceps): «Non avrebbe dovuto essere colpita dalla crisi perché il suo sistema bancario è forte, invece è andata giù e resta sempre un po’ indietro rispetto all’Europa». Gros ha sottolineato che «con un debito pubblico alto e senza crescita l’Italia rischia di non avere futuro. Per cui le riforme strutturali diventano sempre più urgenti».

Non si mostra preoccupato sul debito Kenneth Rogoff, docente di Harvard: «l’Europa può riuscire a fermare il contagio prima che raggiunga la Spagna, e in questo caso l’Italia non avrà problemi». «L’Unione economica nella zona euro deve essere migliorata», ha però ribadito il presidente della Banca centrale europea, Jean-Claude Trichet, sollecitando anche i Paesi europei a migliorare la competitività e a realizzare le riforme, oltre che aggiustare i conti pubblici. «Abbiamo realizzato l’Unione monetaria, adesso dobbiamo migliorare l’unione economica», ha detto Trichet, sottolineando che «perseguendo politiche credibili sui conti pubblici e le riforme strutturali, i Paesi miglioreranno la fiducia stimolando la creazione di posti di lavoro».

Timori sono stati invece avanzati sulle politiche da adottare per rilanciare la crescita internazionale. In particolare, l’economista Nouriel Roubini ha rilevato: «al G20 di agosto in molte aree non ci sarà cooperazione: andremo a un G-zero, con nessuna governance di politica economica». Si lavora intanto a una riforma all’interno del Fondo monetario internazionale, che secondo il presidente russo Dmitri Medvedev deve includere le monete dei Paesi Bric nel calcolo diritti speciali di prelievo (Sdr) . Il presidente russo ha proposto anche di non imporre nuove tasse al settore finanziario, per incoraggiare i flussi di investimento.


Autore: Onofrio Giuffrè
Fonte: Milano Finanza

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