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CvDay 2025: una fotografia aggiornata della credit industry tra nuove sfide e trasformazioni strutturali

La 18° edizione del CvDay , organizzato da Credit Village e tenutasi venerdì 14 novembre in Borsa Italiana a Milano ha riunito i principali player della credit industry e tutti gli operatori della filiera per confrontarsi sulle profonde trasformazioni che stanno attraversando il mercato Npe, analizzando sfide e prospettive future.

Una giornata di dibattito e approfondimento che ha offerto una visione a 360 gradi sull’evoluzione del settore, tra nuovi modelli operativi, tecnologie emergenti e crescenti esigenze di integrazione tra finanza, risk management e gestione degli asset.

I lavori della mattina sino stati dedicati al mondo NPE, ricostruendo l’evoluzione del mercato dalla logica del recupero tradizionale alle tecniche più avanzate di gestione predittiva e ai collegamenti sempre più stretti con la finanza strutturata e il real estate.

La prima Round Table, moderata da Gabriele Guggiola, Partner di PwC Italia Financial Services, ha approfondito il passaggio dal workout tradizionale ai modelli finanziari più evoluti e il ruolo congiunto di banche, gestori e investitori. La continua riduzione dello stock di NPL, arrivati a 50 miliardi nel 2024 dai 341 del picco massimo nel 2015, impone importanti riflessioni sul futuro della credit industry e l’apertura a nuove asset class mentre rimane importante lo stock congelato nel mercato secondario.

Il confronto ha evidenziato come l’attenzione si stia spostando verso operazioni più selettive e orientate alla creazione di valore, con il coinvolgimento di una pluralità di attori e l’ampliamento del perimetro ad asset class più strutturate. In questo scenario, il private credit si configura come un tassello destinato a diventare sempre più rilevante, affiancando l’azione delle banche tradizionali. È emerso anche un elemento distintivo: a differenza di altri settori che, di fronte a una fase di stagnazione, hanno ridotto risorse e capacità operativa, la credit industry ha scelto di investire, sperimentare modelli alternativi e compiere un ulteriore passo per valorizzare il monte crediti del mercato secondario.

La seconda Session, moderata da Annalisa Lospinuso, giornalista di Class CNBC, ha analizzato le nuove asset class, i mercati emergenti e i cambiamenti in atto nei processi di recupero. Sono molteplici le asset class che stanno diversificando il settore del credito definito maturo e in quanto tale in evoluzione verso il futuro con le nuove tecnologie a disposizione. La discussione ha portato alla luce come l’intelligenza artificiale, rappresenti un tassello sempre più strategico per la credit industry, come fattore abilitante per crescere e migliorare la gestione del credit. Alla base c’è però il capitale umano che rimane centrale anche nel recupero domiciliare.

A chiudere la mattinata la Round Table moderata da Marco Pesenti, Presidente Osservatorio T6 che si è concentrata su NPE secured, gestione degli asset critici e rapporto tra credito, immobili e aste giudiziarie. Dal dibattito è emerso come focalizzazione e specializzazione siano le leve sulle quali intervenire per cercare di gestire al meglio uno stock di Npe cospicuo ma sempre più vecchio dove le posizione buone sono poche. Al contempo c’è fermento e volontà di trovare nuove idee e specializzazioni grazie all’ultimo decennio di esperienza che ha migliorato le competenze dei professionisti.

Nel pomeriggio, l’attenzione si è spostata sul Credito Commerciale, con un focus sulla crisi di impresa e sull’evoluzione delle competenze del settore, grazie al ruolo sempre più centrale giocato dall’innovazione tecnologica.

La prima tavola rotonda del pomeriggio, moderata da Gianfranco Barbieri, Presidente di ACEF, ha approfondito il tema degli adeguati assetti organizzativi e dell’importanza della prevenzione nella gestione della crisi d’impresa. Come è emerso dal confronto avere assetti organizzativi adeguati significa dotarsi di strutture coerenti e aggiornate nel tempo, essenziali per prevenire crisi e responsabilità. La composizione negoziata, pur nata per intervenire precocemente, mostra limiti pratici soprattutto per le piccole imprese e funziona solo con un reale cambio di governance. Un’impresa è salvabile quando possiede almeno un asset solido – mercato, prodotto, tecnologia, competenze o accesso a finanza – altrimenti il rischio di aggravare la crisi e le responsabilità è elevato. La sostenibilità ha valore solo se compatibile con l’equilibrio economico: nei risanamenti occorre pragmatismo, piani credibili e un uso intelligente di digitalizzazione e governance per riconquistare la fiducia dei creditori.

L’ultima sessione della giornata, moderata da Alberto Cotti, Senior Credit Director di Donna Karan e Past President di ACMI, ha invece esaminato il ruolo del Credit Manager del 2030, tra Intelligenza Artificiale, automazione dei processi e nuove modalità di valutazione del rischio. Nel corso del dibattito sono stati analizzati gli strumenti più utilizzati negli studi legali che sfruttano l’intelligenza artificiale a supporto del credit manager. La Round Table ha portato quattro diversi case study concreti per permettere alla platea di avere elementi operativi immediate spendibili nella loro quotidianità.

Il CvDay 2025 si è confermato un appuntamento centrale per comprendere l’evoluzione della filiera, favorire il dialogo tra i principali player del settore e individuare le direttrici strategiche che definiranno la credit management industry dei prossimi anni.

 

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