Intervista a Marco Pasini, Board Charming & Founding Partner Credit Change
Credit Change nasce nel 2022 con l’obiettivo di innovare il mercato delle cessioni di credito, introducendo una piattaforma digitale capace di favorire l’incontro tra seller e buyer. Oggi, a distanza di quattro anni, la società continua a proporre strumenti che puntano a rendere le transazioni più trasparenti ed efficienti. Ne parliamo con Marco Pasini, che riflette anche sul ruolo dell’Osservatorio NPE Market di Credit Village.
Dott. Pasini, qual è stata l’idea alla base di Credit Change?
La nostra realtà è nata per dare un’alternativa al modello classico delle cessioni di portafoglio, ancora troppo basato su rapporti personali e su inviti ristretti a pochi operatori. Con la piattaforma digitale abbiamo voluto ampliare il perimetro, offrendo strumenti che permettano a buyer e seller di incontrarsi in maniera più trasparente e con maggiori opportunità di business.
Nonostante la disponibilità di strumenti digitali, diversi operatori sembrano preferire ancora approcci più tradizionali. Come interpreta questa tendenza?
È vero, il mercato è ancora molto legato alle modalità classiche di negoziazione diretta, anche se chi inizia a utilizzare soluzioni innovative ne apprezza i vantaggi e tende a proseguire su quella strada. Per questo, accanto alla parte tecnologica, abbiamo sviluppato anche un servizio di advisory: spesso i seller preferiscono essere affiancati lungo tutto il processo, delegando la gestione della cessione a un partner specializzato che li supporti dalla preparazione fino alla conclusione dell’operazione.
In questo scenario, come si colloca l’Osservatorio NPE Market di Credit Village?
Lo considero uno strumento complementare al nostro marketplace. L’Osservatorio fornisce dati preziosi sull’andamento del mercato, volumi, trend, tipologie di operazioni, che ci aiutano a orientare meglio la nostra attività. Si tratta di informazioni particolarmente utili in un settore dove, sebbene si contino centinaia di operatori, quelli realmente attivi sono pochi. L’Osservatorio aiuta a fotografare con precisione lo stato di salute dell’industria e offre un punto di riferimento imparziale.
La recente normativa europea, la Secondary Market Directive, come sta incidendo?
L’ingresso della SMD ha condizionato fortemente il biennio 2024-2025. Molti operatori 115, che prima avevano maggiore libertà d’azione, oggi devono rivedere le proprie strategie di acquisto NPE perché non possono più gestire direttamente i portafogli acquisiti. Questo ha rallentato le transazioni e creato incertezza. È chiaro che siamo ancora in una fase di assestamento, ma la direzione è tracciata: più trasparenza, più compliance e, inevitabilmente, un ricorso crescente a strumenti di mercato strutturati.
Secondo lei il futuro andrà verso un superamento della negoziazione diretta?
Credo che sarà inevitabile. La SMD spinge verso un mercato europeo integrato, in cui operatori di diversi paesi avranno bisogno di strumenti per conoscere le opportunità anche fuori dai propri confini. In questo contesto, piattaforme digitali e osservatori di mercato diventano estremamente utili. Certo, la nostra industria resta ancora in parte conservatrice, ma non si può tornare indietro: l’innovazione e l’informazione indipendente sono già parte integrante del presente.
Vuoi restare sempre aggiornato su tutti i deal chiusi sul mercato NPE? Iscriviti adesso all’Osservatorio Nazionale NPE Market di Credit Village
Intervista a Marco Pasini, Board Charming & Founding Partner Credit Change
Credit Change nasce nel 2022 con l’obiettivo di innovare il mercato delle cessioni di credito, introducendo una piattaforma digitale capace di favorire l’incontro tra seller e buyer. Oggi, a distanza di quattro anni, la società continua a proporre strumenti che puntano a rendere le transazioni più trasparenti ed efficienti. Ne parliamo con Marco Pasini, che riflette anche sul ruolo dell’Osservatorio NPE Market di Credit Village.
Dott. Pasini, qual è stata l’idea alla base di Credit Change?
La nostra realtà è nata per dare un’alternativa al modello classico delle cessioni di portafoglio, ancora troppo basato su rapporti personali e su inviti ristretti a pochi operatori. Con la piattaforma digitale abbiamo voluto ampliare il perimetro, offrendo strumenti che permettano a buyer e seller di incontrarsi in maniera più trasparente e con maggiori opportunità di business.
Nonostante la disponibilità di strumenti digitali, diversi operatori sembrano preferire ancora approcci più tradizionali. Come interpreta questa tendenza?
È vero, il mercato è ancora molto legato alle modalità classiche di negoziazione diretta, anche se chi inizia a utilizzare soluzioni innovative ne apprezza i vantaggi e tende a proseguire su quella strada. Per questo, accanto alla parte tecnologica, abbiamo sviluppato anche un servizio di advisory: spesso i seller preferiscono essere affiancati lungo tutto il processo, delegando la gestione della cessione a un partner specializzato che li supporti dalla preparazione fino alla conclusione dell’operazione.
In questo scenario, come si colloca l’Osservatorio NPE Market di Credit Village?
Lo considero uno strumento complementare al nostro marketplace. L’Osservatorio fornisce dati preziosi sull’andamento del mercato, volumi, trend, tipologie di operazioni, che ci aiutano a orientare meglio la nostra attività. Si tratta di informazioni particolarmente utili in un settore dove, sebbene si contino centinaia di operatori, quelli realmente attivi sono pochi. L’Osservatorio aiuta a fotografare con precisione lo stato di salute dell’industria e offre un punto di riferimento imparziale.
La recente normativa europea, la Secondary Market Directive, come sta incidendo?
L’ingresso della SMD ha condizionato fortemente il biennio 2024-2025. Molti operatori 115, che prima avevano maggiore libertà d’azione, oggi devono rivedere le proprie strategie di acquisto NPE perché non possono più gestire direttamente i portafogli acquisiti. Questo ha rallentato le transazioni e creato incertezza. È chiaro che siamo ancora in una fase di assestamento, ma la direzione è tracciata: più trasparenza, più compliance e, inevitabilmente, un ricorso crescente a strumenti di mercato strutturati.
Secondo lei il futuro andrà verso un superamento della negoziazione diretta?
Credo che sarà inevitabile. La SMD spinge verso un mercato europeo integrato, in cui operatori di diversi paesi avranno bisogno di strumenti per conoscere le opportunità anche fuori dai propri confini. In questo contesto, piattaforme digitali e osservatori di mercato diventano estremamente utili. Certo, la nostra industria resta ancora in parte conservatrice, ma non si può tornare indietro: l’innovazione e l’informazione indipendente sono già parte integrante del presente.
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