Negli ultimi dieci anni la giustizia civile italiana è stata al centro di un processo di riforma strutturale, con l’obiettivo di ridurre l’elevato carico pregresso, migliorare i tempi di definizione dei procedimenti e rendere il sistema più moderno ed efficiente.
Tre interventi principali che hanno segnato questa trasformazione:
- la riforma della geografia giudiziaria;
- l’introduzione dell’Ufficio per il Processo (UPP), iniziativa promossa dal Ministero della Giustizia per affiancare i magistrati nei Tribunali e nelle Corti d’Appello;
- il monitoraggio stringente previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che ha fissato obiettivi misurabili da raggiungere entro il 2026.
LA RIFORMA DELLA GEOGRAFIA GIUDIZIARIA: RAZIONALIZZAZIONE E CRITICITÀ
Tra il 2013 e il 2014 il Ministero della Giustizia ha ridisegnato la mappa dei tribunali italiani, sopprimendo 25 tribunali minori e 220 sezioni distaccate, accorpati in 140 uffici giudiziari principali. L’obiettivo era razionalizzare le risorse, sfruttare economie di scala e migliorare la produttività del sistema.
Secondo uno studio della Banca d’Italia, la riforma ha prodotto effetti tangibili: la domanda di giustizia è diminuita del 6%, soprattutto in ambiti come la responsabilità extracontrattuale e i diritti reali, dove l’aumento della distanza dai tribunali ha scoraggiato l’avvio di nuove cause. I tribunali hanno definito più procedimenti (+5%) e in tempi più brevi (-5%).
Tuttavia, l’impatto non è stato uniforme: in alcuni territori si sono verificate diseconomie di scala, con aumento della durata media dei procedimenti (+39 giorni, pari al +9%) e una riduzione della capacità di smaltire l’arretrato. La mancata valutazione preventiva dell’efficienza degli uffici coinvolti ha contribuito a questi effetti controproducenti.
L’UFFICIO PER IL PROCESSO: UN NUOVO MODELLO ORGANIZZATIVO PER SUPPORTARE I MAGISTRATI
Introdotto nel 2014 e potenziato nel 2021 grazie ai fondi del PNRR, l’Ufficio per il Processo è composto da giovani laureati in giurisprudenza che supportano i giudici con attività quali ricerca giurisprudenziale, redazione di bozze e gestione dei fascicoli.
Il modello si ispira a esperienze consolidate in Francia, Spagna e Stati Uniti. In Italia, l’UPP ha mostrato risultati promettenti: nei tribunali più organizzati, i procedimenti definiti sono aumentati fino al 10% nelle materie complesse (contratti, cause societarie), l’arretrato ultra-triennale si è ridotto fino al 19% e il disposition time è calato del 5-7%.
Secondo le stime, l’UPP ha permesso di chiudere circa 100.000 procedimenti civili in più all’anno. Tuttavia, il dato nazionale resta più critico: rispetto al 2019, le definizioni sono diminuite dell’8,4% nei tribunali e del 24,7% nelle corti d’appello.
L’IMPATTO SUI TEMPI E SULL’ARRETRATO
Per valutare l’efficienza della giustizia civile si utilizzano due indicatori principali:
- la Durata Media Effettiva (DE), che indica il tempo medio effettivo (in giorni), intercorso tra l’iscrizione e la definizione di un procedimento. Nel primo semestre 2024 si attesta a 466 giorni, in calo del 7% rispetto al 2015;
- il Disposition Time (DT), che stima il tempo necessario a smaltire tutti i procedimenti pendenti, mantenendo l’attuale ritmo di definizione. Nel primo semestre 2024 si è attestato a 488 giorni, con un calo del 15% rispetto al 2015.
Nonostante i miglioramenti, nel 2024 il DT nei tribunali è leggermente aumentato rispetto all’anno precedente (+0,4%), interrompendo il trend positivo. Inoltre, la riduzione complessiva del DT rispetto al 2019 (-20%), risulta ancora distante dall’obiettivo PNRR, che prevede un taglio del 40% entro giugno 2026.
Anche nel confronto con gli altri Paesi europei, l’Italia mostra segnali di miglioramento ma resta indietro. Il tempo medio per chiudere una causa civile è ancora superiore a Germania, Francia e Spagna. Tuttavia, i giudici italiani risultano tra i più produttivi d’Europa, con 169 definizioni annue per giudice, secondi solo agli spagnoli.
GIUSTIZIA E SISTEMA ECONOMICO: UN LEGAME DIRETTO
Un sistema giudiziario lento ha effetti negativi anche sull’economia. Dopo la crisi finanziaria del 2008, la questione dei crediti deteriorati (NPL) è diventata centrale. Un’elevata incidenza di NPL limita la capacità delle banche di erogare nuovi prestiti e aumentare i rischi di liquidità. In questo contesto, la giustizia civile efficiente è essenziale per il recupero delle garanzie e per la stabilità del sistema finanziario. Tra le prassi emergenti, si segnala la chiusura anticipata delle procedure esecutive infruttuose, quando i costi superano il valore recuperabile. Inoltre, la digitalizzazione è ancora in ritardo, ma rappresenta una leva fondamentale per:
- ridurre i tempi di lavorazione;
- facilitare l’accesso alle informazioni;
- consentire un monitoraggio in tempo reale delle performance.

IL MONITORAGGIO DEL PNRR: OBIETTIVI, STRUMENTI E RISULTATI
Nel quadro delle riforme previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), la giustizia civile occupa un ruolo strategico. Il piano ha fissato obiettivi chiari e misurabili, con scadenze precise, per migliorare l’efficienza del sistema e ridurre l’arretrato, tra i quali:
- la riduzione del 40% del disposition time entro giugno 2026, rispetto ai valori registrati nel 2019;
- lo smaltimento del 95% dei procedimenti civili pendenti al 31 dicembre 2019 entro la fine del 2024;
- la chiusura del 90% dei procedimenti iscritti fino al 2022 entro il 30 giugno 2026.
Per raggiungere questi traguardi, il Ministero della Giustizia ha messo in campo un sistema di monitoraggio avanzato, basato su dati raccolti dai registri informatizzati e analizzati tramite strumenti digitali. Questo sistema consente un’osservazione in tempo reale dell’andamento degli indicatori, a livello nazionale e per singolo ufficio giudiziario.
I risultati mostrano progressi significativi, soprattutto nello smaltimento dell’arretrato più datato. L’Italia ha già raggiunto l’obiettivo intermedio per fine 2024, eliminando quasi completamente le cause iscritte prima del 2017.
Tre segnali d’allarme, tuttavia, mettono a rischio il raggiungimento degli obiettivi finali:
- il rallentamento della riduzione delle pendenze;
- la diminuzione del tasso di smaltimento (sceso sotto il 105%);
- l’aumento delle nuove iscrizioni dopo 15 anni di calo.
Le cause sono in parte strutturali: la complessità delle cause arretrate pendenti, i frequenti cambiamenti normativi, il sovraccarico e l’affaticamento degli operatori.
A supportare il miglioramento dell’efficienza sono i progetti di digitalizzazione avviati negli ultimi anni. Sistemi gestionali più evoluti, accesso semplificato alle informazioni e strumenti di monitoraggio in tempo reale possono contribuire significativamente all’ottimizzazione delle performance. Tuttavia, per cogliere appieno questi benefici, sono ancora necessari investimenti mirati e percorsi di formazione adeguati.
Il monitoraggio di CRIBIS Credit Management tramite il servizio LEGAL EYE
Attraverso la sua piattaforma digitale di monitoraggio in tempo reale dell’evoluzione delle procedure giudiziali, CRIBIS Credit Management (CCM) offre agli operatori finanziari uno strumento utile per ridurre i tempi di lavorazione delle pratiche e migliorare la qualità delle informazioni disponibili sui procedimenti civili d’interesse.
CCM affianca imprese, istituzioni finanziarie e operatori legali con strumenti che permettono di valutare l’effettiva recuperabilità dei crediti, ottimizzare le strategie di azione e, quando necessario, favorire la chiusura anticipata delle procedure infruttuose. Questo approccio consente di liberare risorse, ridurre i costi e contribuire alla sostenibilità del sistema giudiziario, in coerenza con la visione di una giustizia più efficiente, accessibile e orientata ai risultati.

Il grafico relativo allo stock delle procedure giudiziali nel 2024 evidenzia la complessità del contesto operativo per gli attori del recupero crediti, confermando la necessità di strumenti evoluti per l’analisi e la gestione delle informazioni. In questo scenario, Legal Eye si distingue come una soluzione strategica, capace di trasformare i dati in insight operativi e di supportare decisioni più rapide ed efficaci.
Grazie alla capacità di integrare dati pubblici e proprietari, Legal Eye offre una visione completa e aggiornata delle dinamiche giudiziarie, contribuendo a migliorare la trasparenza, la pianificazione e la sostenibilità delle azioni legali. In un contesto in cui il monitoraggio e la digitalizzazione sono leve fondamentali per l’efficienza del sistema, Legal Eye si configura come uno strumento concreto per rendere la giustizia più predittiva, accessibile e orientata ai risultati.
Negli ultimi dieci anni la giustizia civile italiana è stata al centro di un processo di riforma strutturale, con l’obiettivo di ridurre l’elevato carico pregresso, migliorare i tempi di definizione dei procedimenti e rendere il sistema più moderno ed efficiente.
Tre interventi principali che hanno segnato questa trasformazione:
LA RIFORMA DELLA GEOGRAFIA GIUDIZIARIA: RAZIONALIZZAZIONE E CRITICITÀ
Tra il 2013 e il 2014 il Ministero della Giustizia ha ridisegnato la mappa dei tribunali italiani, sopprimendo 25 tribunali minori e 220 sezioni distaccate, accorpati in 140 uffici giudiziari principali. L’obiettivo era razionalizzare le risorse, sfruttare economie di scala e migliorare la produttività del sistema.
Secondo uno studio della Banca d’Italia, la riforma ha prodotto effetti tangibili: la domanda di giustizia è diminuita del 6%, soprattutto in ambiti come la responsabilità extracontrattuale e i diritti reali, dove l’aumento della distanza dai tribunali ha scoraggiato l’avvio di nuove cause. I tribunali hanno definito più procedimenti (+5%) e in tempi più brevi (-5%).
Tuttavia, l’impatto non è stato uniforme: in alcuni territori si sono verificate diseconomie di scala, con aumento della durata media dei procedimenti (+39 giorni, pari al +9%) e una riduzione della capacità di smaltire l’arretrato. La mancata valutazione preventiva dell’efficienza degli uffici coinvolti ha contribuito a questi effetti controproducenti.
L’UFFICIO PER IL PROCESSO: UN NUOVO MODELLO ORGANIZZATIVO PER SUPPORTARE I MAGISTRATI
Introdotto nel 2014 e potenziato nel 2021 grazie ai fondi del PNRR, l’Ufficio per il Processo è composto da giovani laureati in giurisprudenza che supportano i giudici con attività quali ricerca giurisprudenziale, redazione di bozze e gestione dei fascicoli.
Il modello si ispira a esperienze consolidate in Francia, Spagna e Stati Uniti. In Italia, l’UPP ha mostrato risultati promettenti: nei tribunali più organizzati, i procedimenti definiti sono aumentati fino al 10% nelle materie complesse (contratti, cause societarie), l’arretrato ultra-triennale si è ridotto fino al 19% e il disposition time è calato del 5-7%.
Secondo le stime, l’UPP ha permesso di chiudere circa 100.000 procedimenti civili in più all’anno. Tuttavia, il dato nazionale resta più critico: rispetto al 2019, le definizioni sono diminuite dell’8,4% nei tribunali e del 24,7% nelle corti d’appello.
L’IMPATTO SUI TEMPI E SULL’ARRETRATO
Per valutare l’efficienza della giustizia civile si utilizzano due indicatori principali:
Nonostante i miglioramenti, nel 2024 il DT nei tribunali è leggermente aumentato rispetto all’anno precedente (+0,4%), interrompendo il trend positivo. Inoltre, la riduzione complessiva del DT rispetto al 2019 (-20%), risulta ancora distante dall’obiettivo PNRR, che prevede un taglio del 40% entro giugno 2026.
Anche nel confronto con gli altri Paesi europei, l’Italia mostra segnali di miglioramento ma resta indietro. Il tempo medio per chiudere una causa civile è ancora superiore a Germania, Francia e Spagna. Tuttavia, i giudici italiani risultano tra i più produttivi d’Europa, con 169 definizioni annue per giudice, secondi solo agli spagnoli.
GIUSTIZIA E SISTEMA ECONOMICO: UN LEGAME DIRETTO
Un sistema giudiziario lento ha effetti negativi anche sull’economia. Dopo la crisi finanziaria del 2008, la questione dei crediti deteriorati (NPL) è diventata centrale. Un’elevata incidenza di NPL limita la capacità delle banche di erogare nuovi prestiti e aumentare i rischi di liquidità. In questo contesto, la giustizia civile efficiente è essenziale per il recupero delle garanzie e per la stabilità del sistema finanziario. Tra le prassi emergenti, si segnala la chiusura anticipata delle procedure esecutive infruttuose, quando i costi superano il valore recuperabile. Inoltre, la digitalizzazione è ancora in ritardo, ma rappresenta una leva fondamentale per:
IL MONITORAGGIO DEL PNRR: OBIETTIVI, STRUMENTI E RISULTATI
Nel quadro delle riforme previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), la giustizia civile occupa un ruolo strategico. Il piano ha fissato obiettivi chiari e misurabili, con scadenze precise, per migliorare l’efficienza del sistema e ridurre l’arretrato, tra i quali:
Per raggiungere questi traguardi, il Ministero della Giustizia ha messo in campo un sistema di monitoraggio avanzato, basato su dati raccolti dai registri informatizzati e analizzati tramite strumenti digitali. Questo sistema consente un’osservazione in tempo reale dell’andamento degli indicatori, a livello nazionale e per singolo ufficio giudiziario.
I risultati mostrano progressi significativi, soprattutto nello smaltimento dell’arretrato più datato. L’Italia ha già raggiunto l’obiettivo intermedio per fine 2024, eliminando quasi completamente le cause iscritte prima del 2017.
Tre segnali d’allarme, tuttavia, mettono a rischio il raggiungimento degli obiettivi finali:
Le cause sono in parte strutturali: la complessità delle cause arretrate pendenti, i frequenti cambiamenti normativi, il sovraccarico e l’affaticamento degli operatori.
A supportare il miglioramento dell’efficienza sono i progetti di digitalizzazione avviati negli ultimi anni. Sistemi gestionali più evoluti, accesso semplificato alle informazioni e strumenti di monitoraggio in tempo reale possono contribuire significativamente all’ottimizzazione delle performance. Tuttavia, per cogliere appieno questi benefici, sono ancora necessari investimenti mirati e percorsi di formazione adeguati.
Il monitoraggio di CRIBIS Credit Management tramite il servizio LEGAL EYE
Attraverso la sua piattaforma digitale di monitoraggio in tempo reale dell’evoluzione delle procedure giudiziali, CRIBIS Credit Management (CCM) offre agli operatori finanziari uno strumento utile per ridurre i tempi di lavorazione delle pratiche e migliorare la qualità delle informazioni disponibili sui procedimenti civili d’interesse.
CCM affianca imprese, istituzioni finanziarie e operatori legali con strumenti che permettono di valutare l’effettiva recuperabilità dei crediti, ottimizzare le strategie di azione e, quando necessario, favorire la chiusura anticipata delle procedure infruttuose. Questo approccio consente di liberare risorse, ridurre i costi e contribuire alla sostenibilità del sistema giudiziario, in coerenza con la visione di una giustizia più efficiente, accessibile e orientata ai risultati.
Il grafico relativo allo stock delle procedure giudiziali nel 2024 evidenzia la complessità del contesto operativo per gli attori del recupero crediti, confermando la necessità di strumenti evoluti per l’analisi e la gestione delle informazioni. In questo scenario, Legal Eye si distingue come una soluzione strategica, capace di trasformare i dati in insight operativi e di supportare decisioni più rapide ed efficaci.
Grazie alla capacità di integrare dati pubblici e proprietari, Legal Eye offre una visione completa e aggiornata delle dinamiche giudiziarie, contribuendo a migliorare la trasparenza, la pianificazione e la sostenibilità delle azioni legali. In un contesto in cui il monitoraggio e la digitalizzazione sono leve fondamentali per l’efficienza del sistema, Legal Eye si configura come uno strumento concreto per rendere la giustizia più predittiva, accessibile e orientata ai risultati.