Uno scenario complesso che si inserisce in un Paese come l’Italia, in cui c’è ancora molto lavoro da fare nel settore Fintech. Questo è quanto emerge dallo studio “Founders vs Investors: two faces of Fintech funding”, realizzato da EY e Fintech District sulla base di un questionario a cui hanno risposto circa 140 founder e investitori del settore. Lo studio offre un’analisi dettagliata dello stato attuale nel nostro Paese sugli approcci al Fintech di founder e investitori: i primi cercano supporto e risposte celeri, mentre i secondi prediligono piani a lungo termine con prospettive di successo concrete.
Il fundraising italiano è ancora in evoluzione: il 69% dei founder ha trovato capitali, ma uno su quattro ha ottenuto un importo inferiore al necessario. Forte la percezione dell’importanza della compliance normativa, considerata un fattore chiave dal 68% degli investitori e dal 52% dei founder. Nella maggior parte dei casi, le relazioni tra le controparti si instaurano tramite network e contatti personali. L’Italia non è considerata un Paese semplice dove raccogliere capitali: infatti, sebbene il 90% dei founder abbia ottenuto fondi da investitori italiani, il 50% preferisce reperirli all’estero. Per il 66% dei founder e il 55% degli investitori, arriveranno nuovi capitali entro metà 2026.
Uno scenario complesso che si inserisce in un Paese come l’Italia, in cui c’è ancora molto lavoro da fare nel settore Fintech. Questo è quanto emerge dallo studio “Founders vs Investors: two faces of Fintech funding”, realizzato da EY e Fintech District sulla base di un questionario a cui hanno risposto circa 140 founder e investitori del settore. Lo studio offre un’analisi dettagliata dello stato attuale nel nostro Paese sugli approcci al Fintech di founder e investitori: i primi cercano supporto e risposte celeri, mentre i secondi prediligono piani a lungo termine con prospettive di successo concrete.
Il fundraising italiano è ancora in evoluzione: il 69% dei founder ha trovato capitali, ma uno su quattro ha ottenuto un importo inferiore al necessario. Forte la percezione dell’importanza della compliance normativa, considerata un fattore chiave dal 68% degli investitori e dal 52% dei founder. Nella maggior parte dei casi, le relazioni tra le controparti si instaurano tramite network e contatti personali. L’Italia non è considerata un Paese semplice dove raccogliere capitali: infatti, sebbene il 90% dei founder abbia ottenuto fondi da investitori italiani, il 50% preferisce reperirli all’estero. Per il 66% dei founder e il 55% degli investitori, arriveranno nuovi capitali entro metà 2026.