NPL e crediti deteriorati Scelti per voi

Banche Europee tra l’incudine e il martello

Uno delle criticità più rilevanti, che rischia di minare il percorso di ripresa dell’economia europea nella delicata fase successiva alle misure di lockdown, riguarda l’elevato numero di possibili fallimenti e inadempienze su crediti attesi per i prossimi mesi.

Le stime più conservative della BCE prevedono crescita fino a 1400 miliardi per lo stock dei nuovi crediti deteriorati, mentre un sondaggio realizzato dalla società di consulenza PWC quantifica fino a 100 miliardi i volumi attesi per il nostro paese nei prossimi 12-18 mesi.

Il fenomeno è preoccupante per diversi motivi: da un lato, il prodotto interno lordo registra il mancato valore aggiunto, che veniva prodotto dalle aziende che cessano di operare e le entrate fiscali si riducono in proporzione al contrarsi dei redditi e degli utili, dall’altro, gli istituti di credito costretti da una regolamentazione stringente a destinare quote rilevanti di capitale a copertura delle perdite attese sui crediti, si trovano a dover ridurre la quantità di fondi che possono mettere a disposizione del sistema economico proprio in un momento in cui c’è un elevato bisogno di liquidità.

Continua a leggere su Econopoly 24

Fonte Econopoly 24 de Il Sole 24 Ore