Dalla Redazione In Evidenza Investor, servicer e debt buyer NPL e crediti deteriorati

Mercato NPE: continua il calo dei volumi ma numero di transazioni in decisa crescita. Ecco i dati dell’Osservatorio Nazionale NPE Market di Credit Village

Il mercato italiano dei crediti deteriorati continua a mostrare segnali di trasformazione strutturale. Dopo anni caratterizzati da operazioni di grande dimensione e da un progressivo de-risking dei bilanci bancari, il 2025 come il biennio precedente  si presenta come un anno di ulteriore consolidamento, in cui volumi e tipologie di transazioni stanno assumendo nuove configurazioni.

Origination bancaria e finanziaria: stock di NPE sotto i 30 miliardi

Secondo il Centro Studi dell’Osservatorio Nazionale NPE Market di Credit Village, che dal 1 gennaio 2016 censisce tutte le transazione di compravendita dei credito NPE sul mercato Italiano, il dato più significativo  riguarda lo stock dei crediti deteriorati iscritti nei bilanci degli originator, che negli ultimissimi mesi è sceso sotto la soglia dei 30 miliardi di euro.
Si tratta di un risultato particolarmente rilevante, che conferma il trend di lungo periodo nel processo di de-risking attuato da banche e società finanziarie.

L’origination di nuove sofferenze rimane su livelli contenuti e sostanzialmente stabili, contribuendo a un mercato che appare sempre più maturo e guidato da logiche di gestione ordinaria anziché emergenziale.

Mercato primario: molte transazioni, volumi in calo

Il mercato primario delle cessioni si conferma vivace nel numero di operazioni, ma molto più contenuto nei volumi complessivi.
Le previsioni dell’Osservatorio Nazionale NPE Market indicano che i volumi del 2025 si chiuderanno ulteriormente al di sotto di quelli del 2024 che avevano registrato cessioni tra mercato primario e secondario per 24 Miliardi di euro di GBV. Dati che testimoniano l’assenza di maxi deal negli ultimissimi anni.

Il ruolo crescente delle operazioni specialistiche

In assenza di operazioni di ampia dimensione, gli operatori del settore si stanno concentrando su portafogli granulari e specialistici, in cui la competenza verticale – su specifiche asset class, segmenti di clientela o tipologie di garanzia – rappresenta il principale fattore di successo.

Questo shift porta a un mercato maggiormente tecnico e meno dipendente da capitali puramente opportunistici, con un progressivo avvicinamento ai modelli evoluti di credit management.

La contrazione delle operazioni sul mercato secondario va attribuita ad una combinazione di fattori strutturali. Le incertezze generate dall’applicazione della SMD (Secondary Market Directive), introdotta con il recepimento della Direttiva 2167/2021. con l’impatto regolamentare ha rappresentato sicuramente un freno significativo per tutte quelle società di recupero crediti che avevano affiancato all’attività di servicing quella di acquisto di NPL

Ma anche altri fattori  influiscono negativamente.

Un elemento è rappresentato dai portafogli assistiti da GACS. Nonostante una quota significativa di tali portafogli presenti performance inferiori alle attese – con curve di recupero inferiori rispetto ai business plan originari – la loro cessione risulta spesso complessa. Anche la dismissione di cluster mirati incontra difficoltà, a causa dei vincoli contrattuali e  delle strutture di cartolarizzazione .

Un ulteriore fattore critico riguarda la qualità documentale dei portafogli detenuti dagli investitori. Molti asset acquistati negli anni della grande euforia delle cessioni presentano lacune significative nella documentazione, con impatti rilevanti sulla rischiosità delle procedure di recupero – in particolare quelle giudiziali. La crescente attenzione degli investitori ai profili di compliance e di robustezza legale rende questi portafogli difficilmente allocabili sul secondario, se non a prezzi fortemente scontati.

Non meno rilevante è il tema della mala calibratura dei prezzi di acquisto durante il ciclo espansivo del mercato NPE. Numerosi portafogli furono valutati con criteri eccessivamente ottimistici, spesso non coerenti con il reale andamento dei recuperi o con la qualità delle garanzie sottostanti. Oggi tali asset, rimasti “in pancia” agli investitori, possono essere ceduti solo registrando perdite significative, frenando ulteriormente il flusso di transazioni.

Infine, nell’ambito delle asset class secured, un numero crescente di posizioni risulta garantito da immobili critici, sia per caratteristiche intrinseche (ubicazione marginale, scarsa liquidabilità, problematiche urbanistiche) sia per il deterioramento del mercato locale. Questi asset generano valutazioni molto conservative da parte del potenziale acquirente, ampliando la forbice tra aspettative del seller e offerte realistiche del buyer e riducendo conseguentemente la probabilità di chiusura delle operazioni.

L’interazione di tutti questi elementi contribuisce a un mercato secondario profondamente rallentato, in attesa di un riequilibrio tra prezzi, qualità dei portafogli e certezze regolamentari.

Previsioni 2025: verso un nuovo record nel numero di transazioni

Nonostante le criticità, l’anno in corso si avvia a chiudersi con un record storico nel numero delle transazioni.

  • 2022: 516 operazioni
  • 2023: 458 operazioni
  • 2024: 504 operazioni
  • 2025 (stima): oltre 600 operazioni

Il dato conferma che, sebbene i volumi complessivi si riducano, il mercato resta estremamente dinamico dal punto di vista dei deal.

Un altro elemento chiave è la distribuzione delle operazioni: secondo l’Osservatorio Nazionale NPE Market, circa il 65% delle transazioni nel 2025 sarà realizzato sul mercato primario, quindi attraverso acquisizioni di portafogli o singole posizioni direttamente dagli originator bancari o finanziari.

Il settore sta dunque evolvendo verso una configurazione più tecnica, meno dipendente da grandi operazioni e più orientata alla competenza, alla specializzazione e alla qualità dei processi.

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