Cartolarizzazione Dalla Redazione Investor, servicer e debt buyer Normativa e regolamentazione NPL e crediti deteriorati

Cartolarizzazione a valenza sociale e Codice della Crisi: un’integrazione per soluzioni più sostenibili nei casi di sovraindebitamento

Intervista ad Alessandra Scerra, Presidente di SYHO-Save Your Home

In che modo la cartolarizzazione a valenza sociale può integrarsi con le procedure previste dal nuovo Codice della Crisi d’Impresa per offrire soluzioni più efficaci nei casi di sovraindebitamento, e quali benefici concreti porta rispetto agli strumenti tradizionali?

A.S. Il Codice della Crisi, nelle procedure di sovraindebitamento, consente alle famiglie di ottenere la sospensione delle esecuzioni e di procedere alla liquidazione del patrimonio per soddisfare, in tutto o in parte, i creditori. Tuttavia, quando il passivo è composto da un credito ipotecario divenuto insostenibile insieme ad altre esposizioni debitorie, la sola liquidazione del bene non è sufficiente a soddisfare il ceto creditorio. In tutti questi casi, alla famiglia viene richiesto un ulteriore contributo mediante il versamento di una quota mensile commisurata al proprio reddito.

È in questo contesto che può intervenire la cartolarizzazione a valenza sociale.

Questo strumento giuridico-finanziario, infatti, può integrare la procedura ex CCII con elementi che la rendono realmente efficace, tra cui:

  • Copertura finanziaria del piano

La SPV acquista il credito ipotecario a valori coerenti con il mercato, consentendo una ristrutturazione sostenibile e offrendo alternative concrete alla vendita forzosa dell’immobile.

  • Predisposizione di un piano già strutturato e completo

La proposta depositata in giudizio contiene investitori già identificati, scenari di recupero chiari e condizioni di permanenza presso l’abitazione definite sin dall’inizio.

Integrare la cartolarizzazione sociale nella procedura consente benefici più ampi rispetto alla sola liquidazione del patrimonio, tra i quali:

  • Continuità abitativa in alternativa alla vendita coattiva

L’intervento della SPV pone al centro la possibilità di mantenere la famiglia nella propria abitazione, ove vi siano i presupposti di sostenibilità.

  • Allineamento tra valore finanziario e valore sociale

Il recupero non si misura soltanto sull’incasso del creditore (che non subisce riduzioni ingiustificate, salvo nei casi in cui l’immobile abbia effettivamente perso valore nel tempo), ma anche con la riduzione dei costi sociali connessi a sgomberi, interventi dei servizi sociali e situazioni di fragilità, sulla tutela della stabilità abitativa del nucleo familiare.

La mera liquidazione espone la procedura a valori aleatori, aste deserte e tempistiche incerte.

Con il supporto della cartolarizzazione a valenza sociale:

  • il credito ipotecario è già oggetto di una transazione strutturata;
  • le condizioni di permanenza o uscita dall’immobile sono note e definite;
  • i flussi destinati ai creditori sono basati sulle effettive capacità economiche dei debitori, risultando così più credibili e soddisfacenti.

In definitiva, la cartolarizzazione a valenza sociale fornisce quella componente finanziaria, operativa e negoziale che consente di superare, nelle situazioni di sovraindebitamento immobiliare e di superare i limiti intrinseci della sola liquidazione del patrimonio.

Essa introduce una soluzione economica concreta che permette un percorso di risanamento più stabile, sostenibile e coerente sia con gli interessi dei creditori sia con l’esigenza di tutela dell’abitazione familiare.

Quali vantaggi operativi introduce la cartolarizzazione a valenza sociale nella valorizzazione e gestione dei portafogli ipotecari deteriorati, e quali sono gli elementi che dovrebbero favorirne l’adozione da parte dei professionisti del credito?

A.S. Dal punto di vista di banche, servicer e investitori, la cartolarizzazione a valenza sociale introduce vantaggi operativi e strategici molto rilevanti nella gestione degli NPL secured.

Sul piano della valorizzazione dei portafogli, questo approccio consente innanzitutto un migliore equilibrio tra prevenzione e recupero. Intervenendo prima dell’asta, attraverso strumenti negoziali e piani strutturati, si riduce sensibilmente il rischio di forte svalutazione in sede esecutiva, si contengono le spese legali e procedurali tipiche dei lunghi percorsi giudiziali e, in definitiva, si ottiene un tasso di recupero complessivo più favorevole rispetto allo scenario di mera liquidazione coattiva.

Dal punto di vista dei processi operativi, la cartolarizzazione a valenza sociale permette di standardizzare procedure che, tradizionalmente, sono gestite in modo molto frammentato. Vengono definiti criteri di eleggibilità chiari, schemi contrattuali omogenei per gli accordi con i creditori e protocolli strutturati di interlocuzione con i debitori. Questo tipo di gestione fondato su regole e processi replicabili rende l’attività più scalabile, più controllabile e più facilmente monitorabile anche dal punto di vista del rischio.

Un ulteriore effetto è la riduzione del rischio di contenzioso e dei profili reputazionali: un percorso negoziale chiaro, documentato e orientato alla sostenibilità sociale tende a diminuire opposizioni, contestazioni e rallentamenti e a mitigare l’impatto reputazionale legato alla gestione delle prime case e delle situazioni di particolare fragilità. Allo stesso tempo, si crea una filiera in cui debitore, SPV, servicer e investitori sono allineati sul medesimo obiettivo: definire la posizione in modo sostenibile, in tempi ragionevoli e con la massima stabilità possibile dei flussi.

Per chi opera professionalmente nella gestione del credito – che si tratti di banche, servicer, advisor legali o finanziari – la cartolarizzazione a valenza sociale rappresenta un modello che riduce il rischio operativo, grazie a procedure più standardizzate e a una minore conflittualità; migliora il profilo rischio/rendimento del portafoglio e una valorizzazione effettiva della componente ESG. Infine, amplia la gamma di soluzioni strutturate da proporre a clienti e investitori, consentendo di posizionarsi come partner realmente innovativo in un ambito, quello degli NPL secured, dove finora i margini di innovazione autentica sono stati piuttosto limitati.

Guardando al futuro, quali sviluppi prevedete nell’applicazione della cartolarizzazione a valenza sociale come modello integrato tra finanza strutturata e impatto sociale, e in che modo questo approccio potrà trasformare le strategie di gestione del debito nel contesto attuale?

A.S. Guardando al futuro, la cartolarizzazione a valenza sociale ha il potenziale per affermarsi come un vero strumento ponte tra finanza strutturata e politiche di impatto sociale, superando la dimensione sperimentale o “pilota” che ne ha caratterizzato la fase iniziale.

Nei prossimi anni è ragionevole attendersi un progressivo processo di istituzionalizzazione. Tali operazioni potrebbero essere riconosciute e disciplinate all’interno di linee guida operative, best practice di settore e – in prospettiva – indicazioni normative o regolamentari che ne facilitino l’adozione sistematica da parte degli intermediari finanziari. Parallelamente, l’integrazione con iniziative pubbliche o parapubbliche – come programmi di social housing, progetti di rigenerazione urbana o strumenti regionali e nazionali per la tutela della prima casa – rappresenta uno sviluppo naturale. La convergenza tra risorse pubbliche, finanza strutturata e obiettivi di tutela sociale è infatti uno dei percorsi più promettenti nel contesto del recupero crediti contemporaneo.

Un ulteriore fronte evolutivo riguarda l’ampliamento del perimetro applicativo. La logica della cartolarizzazione sociale è infatti pienamente replicabile anche su portafogli di crediti verso PMI con significativo impatto occupazionale o su altre tipologie in cui l’insolvenza del debitore produce effetti sistemici e non meramente individuali. In virtù dei suoi criteri di meritevolezza, sostenibilità e ricostruzione del valore, questa struttura può diventare uno strumento trasversale a più asset class.

In una visione più ampia, la cartolarizzazione a valenza sociale può contribuire a trasformare l’intero approccio alla gestione del debito, spostandolo da una logica concentrata esclusivamente sul recupero a una logica di riequilibrio. L’obiettivo non è più la massimizzazione dell’incasso in tempi incerti, ma la preservazione del valore reale degli asset, la prevenzione di dinamiche di impoverimento e la riduzione del contenzioso. Il “rischio sociale” diventa così una componente strutturale nella valutazione del rischio di credito, e non un elemento accessorio.

Questa evoluzione segna anche il superamento degli approcci tradizionali ai crediti deteriorati: si passa da una gestione prevalentemente difensiva a un modello proattivo, fondato sulla prevenzione, sulla capacità di intercettare i segnali precoci di difficoltà e sull’uso della cartolarizzazione sociale come strumento di mitigazione del rischio, e non come semplice operazione di derisking o pulizia di bilancio.

In questa prospettiva, la finanza strutturata smette di essere percepita come un insieme di tecnicalità autoreferenziali e diventa un meccanismo di creazione integrata di valore, capace di coniugare rendimento economico e impatto sociale in modo autentico e verificabile, senza che uno dei due elementi sia relegato a mera retorica o ad attività marginale.

Sei interessato ad approfondire il tema?

Non mancare al webinarSinergie tra Codice della Crisi e Cartolarizzazione Sociale: nuove prospettive per la gestione del debito”, organizzato da SYHO-Save Your Home in collaborazione con Credit Village che si terrà il prossimo 11 dicembre dalle ore 16 alle ore 17.15.

La partecipazione al webinar è gratuita.

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