Novità importanti sul fronte del recupero crediti con il DDL 978, approvato nei giorni scorsi dalla Commissione Giustizia del Senato. Il provvedimento punta a snellire il processo di recupero e decongestionare i tribunali civili, offrendo maggiore tutela al creditore. Allo stesso tempo, però, solleva dubbi sul trattamento del debitore, poiché prevede l’eliminazione del passaggio davanti al giudice, sostituito dal legale di parte.
Come funziona il disegno di legge 978
Oggi è il giudice a emettere il decreto ingiuntivo, dopo aver verificato l’esistenza e la validità del credito richiesto. Con la nuova legge, invece, sarà l’avvocato del creditore a poter emettere un atto di intimazione di pagamento. Se entro 40 giorni il debitore non presenta opposizione, l’atto acquista efficacia esecutiva, consentendo al creditore di procedere con le azioni successive, come il pignoramento dei beni.
La misura, allo studio dal 2023, deve però ancora completare alcune procedure prima di entrare pienamente in vigore. Dal DDL 978 saranno esclusi i crediti di origine bancaria e quelli ceduti alle agenzie di recupero.
Dubbi e perplessità
Se da un lato il DDL 978 promette di ridurre i tempi del recupero crediti e alleggerire il carico dei tribunali, dall’altro solleva forti perplessità sul piano delle garanzie per il debitore. La possibilità per l’avvocato del creditore di emettere un atto che, in mancanza di opposizione, diventa esecutivo fa temere una compressione del diritto di difesa e un rischio di squilibrio tra le parti.
Ma non solo: le perplessità riguardano anche gli avvocati, che si domandano a quali rischi e responsabilità professionali si esporranno nell’ adempiere a tale ruolo, aspetti ancora tutti da chiarire. Un’evoluzione importante, di cui sarà necessario monitorare attentamente gli sviluppi.
Novità importanti sul fronte del recupero crediti con il DDL 978, approvato nei giorni scorsi dalla Commissione Giustizia del Senato. Il provvedimento punta a snellire il processo di recupero e decongestionare i tribunali civili, offrendo maggiore tutela al creditore. Allo stesso tempo, però, solleva dubbi sul trattamento del debitore, poiché prevede l’eliminazione del passaggio davanti al giudice, sostituito dal legale di parte.
Come funziona il disegno di legge 978
Oggi è il giudice a emettere il decreto ingiuntivo, dopo aver verificato l’esistenza e la validità del credito richiesto. Con la nuova legge, invece, sarà l’avvocato del creditore a poter emettere un atto di intimazione di pagamento. Se entro 40 giorni il debitore non presenta opposizione, l’atto acquista efficacia esecutiva, consentendo al creditore di procedere con le azioni successive, come il pignoramento dei beni.
La misura, allo studio dal 2023, deve però ancora completare alcune procedure prima di entrare pienamente in vigore. Dal DDL 978 saranno esclusi i crediti di origine bancaria e quelli ceduti alle agenzie di recupero.
Dubbi e perplessità
Se da un lato il DDL 978 promette di ridurre i tempi del recupero crediti e alleggerire il carico dei tribunali, dall’altro solleva forti perplessità sul piano delle garanzie per il debitore. La possibilità per l’avvocato del creditore di emettere un atto che, in mancanza di opposizione, diventa esecutivo fa temere una compressione del diritto di difesa e un rischio di squilibrio tra le parti.
Ma non solo: le perplessità riguardano anche gli avvocati, che si domandano a quali rischi e responsabilità professionali si esporranno nell’ adempiere a tale ruolo, aspetti ancora tutti da chiarire. Un’evoluzione importante, di cui sarà necessario monitorare attentamente gli sviluppi.