Intervista ad Alfredo Fineschi, CEO & Co-Founder di EthicalFin NPL
Qual è, secondo Lei, l’impatto più rilevante che la Secondary Market Directive avrà sul mercato italiano dei crediti deteriorati?
A.F. A mio avviso si avrà una scrematura dei soggetti attivi nel mercato secondario, i quali – per poter proseguire nell’attività di investimento – dovranno necessariamente rivolgersi ad operatori più qualificati. Nella prima fase, probabilmente, il mercato secondario avrà dei rallentamenti, nell’attesa della piena operatività delle nuove norme e del tempo necessario affinché gli operatori che hanno avviato l’iter di iscrizione ottengano la nuova licenza. Nel medio termine ritengo che il mercato si adeguerà al nuovo contesto normativo.
Per alcune tipologie di operazioni, ad esempio i piccoli portafogli unsecured, il corrispettivo delle transazioni potrebbe scendere, a causa dei costi derivanti dalla nomina del “gestore” ex art. 114.5 TUB.
A Suo avviso, questa evoluzione normativa era davvero così necessaria?
A.F. A mio avviso era necessario mettere ordine e disciplinare in modo chiaro e trasparente il mercato secondario, con particolare riguardo ai soggetti non bancari/finanziari che investono in NPL. Inoltre, negli ultimi anni il mercato secondario ha raggiunto e superato il mercato primario: se si tiene presente questo dato, appare ancora più evidente quanto fosse necessario introdurre una normativa in grado di intervenire sulla materia in maniera organica.
In termini pratici, come EthicalFin Npl si sta preparando ad allinearsi (o lo è già) ai requisiti della SMD?
A.F. EthicalFin NPL ad inizio anno ha conferito incarico ad una società di consulenza al fine di essere supportata nell’adeguamento agli standard necessari per depositare domanda di iscrizione al nuovo Albo ex art. 114. TUB. Il nostro obiettivo sarebbe quello di depositare la domanda entro l’autunno e diventare, speriamo nei primi mesi del 2026, un punto di riferimento per tutti quegli investitori non bancari/finanziari che vogliono continuare ad investire in NPL.
Quale sarà, a Suo avviso, l’effetto della Direttiva sul pricing degli NPL e sulla valutazione degli asset sottostanti?
A.F. A mio avviso per alcune tipologie di operazioni, ad esempio l’acquisizione di piccoli portafogli unsecured o le cessioni di crediti ipotecari con GBV ridotto, il corrispettivo delle transazioni potrebbe scendere a causa dei costi derivanti dalla nomina del “gestore” ex art. 114.5 TUB.
In che modo pensa che la regolamentazione europea possa incentivare un’evoluzione positiva del mercato secondario dei crediti, anche in chiave ESG?
A.F. Personalmente, ritengo che questa nuova normativa migliorerà il livello qualitativo degli operatori del settore e che ciò porterà ad un’evoluzione positiva soprattutto in termini di trasparenza. Faccio fatica, ma questo potrebbe essere un mio limite, a intravedere dei collegamenti forti in chiave ESG rispetto a questa normativa.
Se potesse proporre un miglioramento o un’integrazione alla Direttiva, quale sarebbe e perché?
A.F. Il Legislatore italiano, a mio avviso, nel recepire questa direttiva ha perso l’occasione per andare a disciplinare meglio, o introdurre, operazioni di tipo “sociale” volte a far uscire da situazioni di sovraindebitamento i soggetti più meritevoli (un intervento più diretto e incisivo in tal senso avrebbe potuto significare molto, in termini ESG).
Intervista ad Alfredo Fineschi, CEO & Co-Founder di EthicalFin NPL
Qual è, secondo Lei, l’impatto più rilevante che la Secondary Market Directive avrà sul mercato italiano dei crediti deteriorati?
A.F. A mio avviso si avrà una scrematura dei soggetti attivi nel mercato secondario, i quali – per poter proseguire nell’attività di investimento – dovranno necessariamente rivolgersi ad operatori più qualificati. Nella prima fase, probabilmente, il mercato secondario avrà dei rallentamenti, nell’attesa della piena operatività delle nuove norme e del tempo necessario affinché gli operatori che hanno avviato l’iter di iscrizione ottengano la nuova licenza. Nel medio termine ritengo che il mercato si adeguerà al nuovo contesto normativo.
Per alcune tipologie di operazioni, ad esempio i piccoli portafogli unsecured, il corrispettivo delle transazioni potrebbe scendere, a causa dei costi derivanti dalla nomina del “gestore” ex art. 114.5 TUB.
A Suo avviso, questa evoluzione normativa era davvero così necessaria?
A.F. A mio avviso era necessario mettere ordine e disciplinare in modo chiaro e trasparente il mercato secondario, con particolare riguardo ai soggetti non bancari/finanziari che investono in NPL. Inoltre, negli ultimi anni il mercato secondario ha raggiunto e superato il mercato primario: se si tiene presente questo dato, appare ancora più evidente quanto fosse necessario introdurre una normativa in grado di intervenire sulla materia in maniera organica.
In termini pratici, come EthicalFin Npl si sta preparando ad allinearsi (o lo è già) ai requisiti della SMD?
A.F. EthicalFin NPL ad inizio anno ha conferito incarico ad una società di consulenza al fine di essere supportata nell’adeguamento agli standard necessari per depositare domanda di iscrizione al nuovo Albo ex art. 114. TUB. Il nostro obiettivo sarebbe quello di depositare la domanda entro l’autunno e diventare, speriamo nei primi mesi del 2026, un punto di riferimento per tutti quegli investitori non bancari/finanziari che vogliono continuare ad investire in NPL.
Quale sarà, a Suo avviso, l’effetto della Direttiva sul pricing degli NPL e sulla valutazione degli asset sottostanti?
A.F. A mio avviso per alcune tipologie di operazioni, ad esempio l’acquisizione di piccoli portafogli unsecured o le cessioni di crediti ipotecari con GBV ridotto, il corrispettivo delle transazioni potrebbe scendere a causa dei costi derivanti dalla nomina del “gestore” ex art. 114.5 TUB.
In che modo pensa che la regolamentazione europea possa incentivare un’evoluzione positiva del mercato secondario dei crediti, anche in chiave ESG?
A.F. Personalmente, ritengo che questa nuova normativa migliorerà il livello qualitativo degli operatori del settore e che ciò porterà ad un’evoluzione positiva soprattutto in termini di trasparenza. Faccio fatica, ma questo potrebbe essere un mio limite, a intravedere dei collegamenti forti in chiave ESG rispetto a questa normativa.
Se potesse proporre un miglioramento o un’integrazione alla Direttiva, quale sarebbe e perché?
A.F. Il Legislatore italiano, a mio avviso, nel recepire questa direttiva ha perso l’occasione per andare a disciplinare meglio, o introdurre, operazioni di tipo “sociale” volte a far uscire da situazioni di sovraindebitamento i soggetti più meritevoli (un intervento più diretto e incisivo in tal senso avrebbe potuto significare molto, in termini ESG).