Monte dei Paschi di Siena ha conquistato il controllo di Mediobanca, superando il 62% del capitale dell’istituto di Piazzetta Cuccia.
L’OPA, lanciata a inizio anno e a lungo bollata come ostile dal board di Mediobanca, si avvia così a chiudersi con il successo di MPS dopo mesi di tensioni, contromosse difensive e il tentativo fallito di un’OPA di Piazzetta Cuccia su Banca Generali.
I dettagli dell’offerta
La proposta iniziale di scambio azionario è stata rafforzata a inizio settembre con un’integrazione di 0,90 euro in contanti per azione, pari a circa 750 milioni complessivi aggiuntivi rispetto al progetto originario. Al tempo stesso la soglia minima di adesione è stata abbassata dal 66,7% al 35%, rendendo l’operazione più accessibile e convincendo progressivamente gli azionisti a cedere. È prevista ora una riapertura dell’offerta dal 16 al 22 settembre per consentire ulteriori adesioni.
Le prospettive future
Secondo indiscrezioni, l’amministratore delegato Alberto Nagel, contrario sin dall’inizio all’operazione, sarebbe pronto a rassegnare le dimissioni insieme all’intero Consiglio di Amministrazione. La governance dell’istituto passerà quindi sotto il controllo di MPS, che punta a raggiungere il 66,7% del capitale: una soglia strategica, perché consente di sfruttare appieno i benefici fiscali legati alle DTA (Deferred Tax Assets) e di consolidare definitivamente la propria posizione.
L’operazione apre una nuova fase per il sistema bancario italiano: Monte dei Paschi, dopo anni di ristrutturazione e la progressiva uscita dello Stato dal capitale, mira a consolidarsi come terzo polo bancario nazionale. Restano da valutare le reazioni dei mercati, il futuro assetto di Mediobanca e le possibili ricadute su Generali, storicamente legata a doppio filo alla banca d’affari milanese.
Monte dei Paschi di Siena ha conquistato il controllo di Mediobanca, superando il 62% del capitale dell’istituto di Piazzetta Cuccia.
L’OPA, lanciata a inizio anno e a lungo bollata come ostile dal board di Mediobanca, si avvia così a chiudersi con il successo di MPS dopo mesi di tensioni, contromosse difensive e il tentativo fallito di un’OPA di Piazzetta Cuccia su Banca Generali.
I dettagli dell’offerta
La proposta iniziale di scambio azionario è stata rafforzata a inizio settembre con un’integrazione di 0,90 euro in contanti per azione, pari a circa 750 milioni complessivi aggiuntivi rispetto al progetto originario. Al tempo stesso la soglia minima di adesione è stata abbassata dal 66,7% al 35%, rendendo l’operazione più accessibile e convincendo progressivamente gli azionisti a cedere. È prevista ora una riapertura dell’offerta dal 16 al 22 settembre per consentire ulteriori adesioni.
Le prospettive future
Secondo indiscrezioni, l’amministratore delegato Alberto Nagel, contrario sin dall’inizio all’operazione, sarebbe pronto a rassegnare le dimissioni insieme all’intero Consiglio di Amministrazione. La governance dell’istituto passerà quindi sotto il controllo di MPS, che punta a raggiungere il 66,7% del capitale: una soglia strategica, perché consente di sfruttare appieno i benefici fiscali legati alle DTA (Deferred Tax Assets) e di consolidare definitivamente la propria posizione.
L’operazione apre una nuova fase per il sistema bancario italiano: Monte dei Paschi, dopo anni di ristrutturazione e la progressiva uscita dello Stato dal capitale, mira a consolidarsi come terzo polo bancario nazionale. Restano da valutare le reazioni dei mercati, il futuro assetto di Mediobanca e le possibili ricadute su Generali, storicamente legata a doppio filo alla banca d’affari milanese.