Intervista a Christian Faggella, Amministratore Delegato e Managing Partner di La Scala Società Tra Avvocati
Quali sono, secondo Lei, le principali ragioni per cui stiamo assistendo oggi a un aumento degli NPE nel mercato Utility & Telco?
Le ragioni sono molteplici, sia economiche sia strutturali ma per lo più riconducibili ad una combinazione di fattori:
Da un lato l’aumento nel 2022 e 2023 dei prezzi di luce e gas a causa di crisi energetica post covid, guerra in Ucraina e transizione dal mercato tutelato al mercato libero nel 2024/2025
Dall’altro lato una concreta maggiore difficoltà delle famiglie e delle piccole imprese a far fronte alle uscite anche ordinarie
C’è però anche da segnalare un fenomeno in aumento di “malpractice” da parte di utenti sempre più avvezzi a gestire con un po’ di disinvoltura le proprie pendenze debitorie, fenomeno già registrato in passato sul fronte degli npl bancari e finanziaria; di certo c’è un elemento di scarsa trasparenza e fruibilità delle tariffe o errori di fatturazione che si presta a equivoci e strumentalizzazioni
Da dove nascono le complessità della cessione di portafogli NPE in questi settori e quali rischi e opportunità si presentano?
Ritengo che le opportunità superino i rischi, perché lo strumento della cessione – se non attivato una tantum bensì in via sistematica e pianificata – possa costituire una exit efficiente in una logica win/win:
– per la cedente, il cui core business non è quello di recuperare i crediti deteriorati e che vede invece la possibilità di registrare cash flow anche da partite che altrimenti verrebbero ritenute antieconomiche
– per la cessionaria che, acquistando a sconto il portafoglio, ha modo di impostare una strategia di recupero con un orizzonte temporale più lungo di quello della cedente e più proficuo
Certo, le complessità sono oggettive: occorre una notevole capacità di servicing per gestire portafogli spesso granulari, di piccolo taglio e distruibuiti su tutto il territorio.
Come valuta il ruolo attuale dei debt buyer e dei servicer in questo mercato?
E’ un ruolo fondamentale perché si possa creare, anche per questa asset class, una vera e propria industry.
Si deve però trattare di soggetti specializzati e non generalisti, perché le specificità di questi crediti richiedono skill professionali, capacità e approccio peculiari e differenti da quelli del mondo dei crediti bancari/finanziari.
Si pensi alla tipologia di contestazioni su temi (energy/idrico/telefonico) che hanno una base di regolamentazione estremamente specialistica, ma anche all’aspetto sociale di un fenomeno che riguarda centinaia di migliaia di famiglie, alle quali non si può staccare il riscaldamento d’inverno, per fare solo un esempio…
Aggiungerei anche il ruolo dei marketplace che contribuisce a rendere efficiente il mercato.
Quali strumenti organizzativi e tecnologici crede siano essenziali per affrontare efficacemente il fenomeno?
Sicuramente la tecnologia giocherà un ruolo sempre più importante, dalla fase di contrattualizzazione e fatturazione, a quella delle interazioni con i clienti-debitori, fino alle attività di servicing. Già oggi le interazioni con chat-bot sono frequenti e credo che aumenteranno anche nel recupero crediti. Idem a dirsi per tutto il settore della business intelligence e delle due diligence.
Credo però che la valutazione della congruità e della sostenibilità di una proposta sarà a lungo (spero) ancora ad appannaggio di professionisti caratterizzati dall’ “umanità”.
Sei interessato al tema e vorresti saperne di più?
Non mancare il prossimo 1° ottobre in Borsa Italiana a Milano al 4° CvUtilityDay.
Parleremo di tutto questo e di molto altro insieme ai protagonisti del settore!

Intervista a Christian Faggella, Amministratore Delegato e Managing Partner di La Scala Società Tra Avvocati
Quali sono, secondo Lei, le principali ragioni per cui stiamo assistendo oggi a un aumento degli NPE nel mercato Utility & Telco?
Le ragioni sono molteplici, sia economiche sia strutturali ma per lo più riconducibili ad una combinazione di fattori:
Da un lato l’aumento nel 2022 e 2023 dei prezzi di luce e gas a causa di crisi energetica post covid, guerra in Ucraina e transizione dal mercato tutelato al mercato libero nel 2024/2025
Dall’altro lato una concreta maggiore difficoltà delle famiglie e delle piccole imprese a far fronte alle uscite anche ordinarie
C’è però anche da segnalare un fenomeno in aumento di “malpractice” da parte di utenti sempre più avvezzi a gestire con un po’ di disinvoltura le proprie pendenze debitorie, fenomeno già registrato in passato sul fronte degli npl bancari e finanziaria; di certo c’è un elemento di scarsa trasparenza e fruibilità delle tariffe o errori di fatturazione che si presta a equivoci e strumentalizzazioni
Da dove nascono le complessità della cessione di portafogli NPE in questi settori e quali rischi e opportunità si presentano?
Ritengo che le opportunità superino i rischi, perché lo strumento della cessione – se non attivato una tantum bensì in via sistematica e pianificata – possa costituire una exit efficiente in una logica win/win:
– per la cedente, il cui core business non è quello di recuperare i crediti deteriorati e che vede invece la possibilità di registrare cash flow anche da partite che altrimenti verrebbero ritenute antieconomiche
– per la cessionaria che, acquistando a sconto il portafoglio, ha modo di impostare una strategia di recupero con un orizzonte temporale più lungo di quello della cedente e più proficuo
Certo, le complessità sono oggettive: occorre una notevole capacità di servicing per gestire portafogli spesso granulari, di piccolo taglio e distruibuiti su tutto il territorio.
Come valuta il ruolo attuale dei debt buyer e dei servicer in questo mercato?
E’ un ruolo fondamentale perché si possa creare, anche per questa asset class, una vera e propria industry.
Si deve però trattare di soggetti specializzati e non generalisti, perché le specificità di questi crediti richiedono skill professionali, capacità e approccio peculiari e differenti da quelli del mondo dei crediti bancari/finanziari.
Si pensi alla tipologia di contestazioni su temi (energy/idrico/telefonico) che hanno una base di regolamentazione estremamente specialistica, ma anche all’aspetto sociale di un fenomeno che riguarda centinaia di migliaia di famiglie, alle quali non si può staccare il riscaldamento d’inverno, per fare solo un esempio…
Aggiungerei anche il ruolo dei marketplace che contribuisce a rendere efficiente il mercato.
Quali strumenti organizzativi e tecnologici crede siano essenziali per affrontare efficacemente il fenomeno?
Sicuramente la tecnologia giocherà un ruolo sempre più importante, dalla fase di contrattualizzazione e fatturazione, a quella delle interazioni con i clienti-debitori, fino alle attività di servicing. Già oggi le interazioni con chat-bot sono frequenti e credo che aumenteranno anche nel recupero crediti. Idem a dirsi per tutto il settore della business intelligence e delle due diligence.
Credo però che la valutazione della congruità e della sostenibilità di una proposta sarà a lungo (spero) ancora ad appannaggio di professionisti caratterizzati dall’ “umanità”.
Sei interessato al tema e vorresti saperne di più?
Non mancare il prossimo 1° ottobre in Borsa Italiana a Milano al 4° CvUtilityDay.
Parleremo di tutto questo e di molto altro insieme ai protagonisti del settore!