CRIF

Un settore che sta attraversando numerosi cambiamenti, quello della credit industry, che già da qualche mese sta rivedendo il suo modo di operare. Questo è quanto emerge anche dalla settima edizione dell’Osservatorio NPE di Cribis Credit Management, in collaborazione con Credit Village.
Lo stock di NPE è in calo del 3,1% nel corso del 2024 (50,9 miliardi) dopo una flessione del 9,7% nel 2023 (52,6 miliardi). Negli ultimi 12 mesi le sofferenze sono diminuite del 7,6%, ma crescono del 32,4% i crediti past due. Anche sul fronte delle cessioni si evidenzia una flessione: si passa dai 30,9 miliardi del 2023 ai 24 miliardi del 2024, ma con un 10% in più di operazioni. E, se nel 2023 gli UTP erano in crescita con un +24,6%, nel 2024 crollano del 53%.
A farla da protagonista è il mercato secondario, i cui volumi di transazioni scendono nel 2024 a 14,4 miliardi dai 16,2 miliardi del 2023, ma che si conferma un’asset class ancora in grado di dare molto.

“Sebbene il mercato NPE abbia registrato nel 2024 una contrazione nei volumi rispetto agli anni precedenti, – afferma Roberto Sergio, AD di Credit Village e direttore dell’osservatorio – continua a mostrare segnali di vitalità e di progressiva sofisticazione. L’approccio delle banche alla gestione degli attivi deteriorati è mutato: le dismissioni non sono più una strada obbligata, ma si inseriscono in strategie di portafoglio orientate alla creazione di valore. Ne consegue un processo di selezione delle operazioni più attento, in cui il pricing, la tipologia degli asset e il track record dei counterparty giocano un ruolo sempre più determinante. Il mercato si sta quindi evolvendo verso una maggiore specializzazione, con una crescente segmentazione tra gli operatori ciascuno chiamato a sviluppare competenze verticali e modelli operativi avanzati per intercettare le nuove dinamiche del settore” conclude Sergio.

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