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AI e puntualità nella riscossione: un legame sempre più stretto, ma servono competenze

 Inizia a risultare stretto il rapporto tra l’intelligenza artificiale e la puntualità della riscossione. Appare chiara la relazione nell’analisi di Intrum (European Payment Report 2025). In un mondo che muove passi da gigante alla velocità della luce sull’AI, sono sempre di più le aziende che capiscono come questo strumento sia di fondamentale importanza per rimanere competitivi sul mercato, anche se ancora non tutte hanno le idee chiare su come rendere conforme questa transizione.

Il 60% delle imprese italiane ritiene che l’intelligenza artificiale possa migliorare la gestione dei ritardi nei pagamenti, ma oltre una su due non dispone delle competenze interne per sfruttarla al meglio. A complicare il quadro è la normativa europea sull’AI, percepita come ostacolo all’innovazione dal 44% delle aziende, mentre solo il 34% dichiara di avere chiarezza sui requisiti normativi – il dato più alto in Europa.

Nel frattempo, oltre il 54% delle imprese fatica a pagare i fornitori in tempo, e il 21% è in difficoltà a causa dell’insolvenza dei clienti. Per reagire, una su due ha già introdotto termini di pagamento più rigidi, mentre cresce l’uso di software di gestione del credito e strumenti digitali per valutare l’affidabilità dei clienti.

Nonostante le difficoltà, l’Italia si distingue per il suo ottimismo sui ricavi: il 77% delle aziende ha risultati in linea o migliori rispetto al 2024, il dato più alto a livello europeo. Anche il factoring è in crescita come strumento di gestione dei crediti.

Il report evidenzia anche che le aziende italiane impiegano in media 10 ore a settimana per sollecitare i pagamenti, e che il 69% ritiene le grandi imprese responsabili verso le più piccole nel garantire pagamenti puntuali.

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