Dott. Fineschi, ci racconta il suo percorso professionale e come è arrivato a fondare EthicalFin NPL?
Lavoro in questo settore da oltre vent’anni. Fino al 2011 ho lavorato, con crescenti responsabilità, in alcuni dei più importanti servicer attivi nel mondo NPL in quel periodo – Capitalia Service J.V. (JV tra Capitalia e Archon Group/Goldman Sach), Pirelli RE Credit Servicing e Jupiter Finance (Gruppo CIR) – partecipando attivamente anche alle ultime importanti cessioni di portafogli NPL prima della crisi del 2008.
Nel 2011, ho deciso di cominciare un nuovo capitolo della mia vita e, senza abbandonare il mondo degli NPLs, ho avviato un’attività imprenditoriale legata a una mia grande passione (il mondo dell’enogastronomia), iniziando parallelamente a lavorare come “advisor” indipendente nel settore. In questa veste, ho iniziato a fare attività di scouting di portafogli NPL in cessione da Banche locali, fino ad ottenere l’incarico di Business Development da parte un intermediario finanziario di Roma (ora banca), contribuendo in modo fondamentale alla sua crescita, e collaborando con una società di consulenza finanziaria con sede in UK – fondata dal mio attuale socio, Alessandro Mele, attivo da più di 25 anni nel mondo della finanza, conosciuto allora e con il quale si instaurata sin da subito una relazione molto forte, basata su una grande stima professionale e, soprattutto, su una visione imprenditoriale condivisa e fondata su valori di autenticità, trasparenza e sostenibilità.
Com’è nata EthicalFin NPL e qual è la sua struttura attuale?
È stato proprio dall’incontro con Alessandro, e dalla difficoltà di trovare un partner già operativo, che – nel 2017 – è nata l’idea di fondare EthicalFin NPL, mettendo a frutto e a fattor comune le esperienze da cui entrambi provenivamo: io avrei continuato a occuparmi della ricerca di opportunità di investimento e Alessandro avrebbe trovato investitori allineati al nostro approccio e al nostro mindset, grazie al network costruito in anni di carriera nelle banche d’affari. Così è nata EthicalFin NPL.
Abbiamo subito iniziato a lavorare con un fondo di investimento USA, nostro cliente ancora oggi, con cui abbiamo consolidato una relazione importante, facendogli chiudere una serie di operazioni di acquisto sul mercato primario e secondario diventando sub servicer del veicolo di cartolarizzazione.
Nel 2020 abbiamo fondato lo Studio Legale Torre EF: una Società tra Avvocati, costituita assieme all’Avvocato Francesco Torre, già membro del CdA di EthicalFin NPL e Avvocato con esperienza ultratrentennale nel settore bancario e del recupero del credito.
Oggi entrambe le strutture costituiscono una piattaforma integrata, che si occupa di origination, valutazione e gestione di portafogli NPL.
Lo Studio svolge attività legale legata al mondo NPL ma anche al mondo del recupero in generale, mentre EthicalFin NPL svolge attività di subservicing nelle operazioni di cartolarizzazione, o attività di gestione come outsourcer di banche e investitori in grandi portafogli NPL.
L’anno scorso, poi, EthicalFin NPL è diventata partner per l’Italia di EOS, una multinazionale tedesca che si occupa di recupero crediti (quindi non necessariamente NPL o crediti bancari) transfrontaliero, in quasi tutto il mondo e in quasi tutta l’Europa attraverso società partecipate e/o partner allineati al loro approccio.
Questa è una linea di business che stiamo cercando di sviluppare, non solo nell’ottica di diversificazione dal mondo degli NPL, ma anche perché riteniamo che la possibilità di offrire – in Italia – servizi di recupero crediti verso debitori residenti all’estero sia molto interessante, soprattutto se si tiene presente il fatto che ad oggi il recupero crediti giudiziale è appannaggio dei grandi studi legali (che però hanno costi importanti); noi, invece, potremmo offrire questi servizi a costi più convenienti, proprio grazie all’utilizzo della piattaforma della nostra partner.
EthicalFin viene dall’aggettivo “etico”, in che modo declinate l’approccio etico nel vostro lavoro?
L’etica per noi non è una dichiarazione di principio, ma un impegno quotidiano per operare in modo trasparente, responsabile e rispettoso, anche in un settore come quello degli NPL, spesso percepito come duro o aggressivo.
Un esempio concreto è l’esperienza che abbiamo vissuto con Silvia Russotto, oggi nostra HR&Communication Manager, che è entrata in contatto con noi durante uno stage legato al suo Master in Pratiche Filosofiche nelle organizzazioni aziendali. In quell’occasione ci siamo posti una domanda fondamentale: cosa significa davvero essere “etici” nel recupero crediti? Da quel confronto è nato un percorso di riflessione interna, che ci ha portato a codificare comportamenti e scelte coerenti con i nostri valori.
L’etica si traduce anche nell’approccio con cui analizziamo e proponiamo i portafogli ai nostri investitori: privilegiamo sempre valutazioni basate su dati concreti ed esperienze pregresse, evitando scenari ottimistici che potrebbero generare aspettative distorte. Crediamo che un’analisi prudenziale e realistica rappresenti la base per costruire operazioni solide, relazioni trasparenti e risultati sostenibili nel tempo per tutti gli attori coinvolti.
Com’è cambiato il profilo dei debitori negli anni?
Negli oltre vent’anni in cui opero nel settore del credito, ho visto cambiare radicalmente il profilo dei debitori. All’inizio della mia carriera, molti casi erano legati a una gestione finanziaria poco attenta. Con il tempo, e in particolare dopo le grandi crisi del 2008 e del 2011, il contesto si è trasformato. Oggi ci troviamo di fronte a persone e imprese che hanno lavorato per anni con serietà, costruendo attività solide, e che si sono ritrovate in difficoltà a causa di dinamiche economiche esterne.
Questa evoluzione ha modificato anche il nostro approccio. Comprendere la storia e lo stato emotivo di chi abbiamo di fronte è fondamentale per gestire il credito in modo responsabile, facilitando la costruzione di soluzioni stragiudiziali che spesso devono essere accompagnate da un percorso di consapevolezza dei debitori.
Qual è la sua idea di impresa? Quali sono i valori che stanno alla base del corretto funzionamento di un’azienda secondo lei?
Per me un’impresa non è solo un motore economico, ma anche uno spazio di costruzione collettiva, in cui si genera valore non solo in termini di profitto, ma anche di relazioni, contesto e benessere. Vengo da una famiglia di lavoratori autonomi e questo mi ha trasmesso una forte esigenza di indipendenza, ma anche un senso profondo di responsabilità.
A mio avviso, un’azienda – oltre ad essere sostenibile economicamente – deve essere attenta all’equilibrio tra vita privata e lavorativa e alla qualità del clima interno, aspetti che non sono in conflitto fra loro, anzi. Cerchiamo di costruire una realtà in cui le persone possano esprimere il proprio potenziale senza sacrificare sé stesse. Valorizzazione del merito, rispetto e condivisione sono i pilastri su cui si costruisce un’impresa sana e capace di durare nel tempo, ed è questo quello che stiamo provando a fare in EthicalFin NPL, se ci riusciamo (e riusciremo, nel tempo) oppure no lo possono e lo potranno dire solo le persone che collaborano con noi.
Come si sta preparando EthicalFin NPL al recepimento della direttiva europea SMD e all’iscrizione al nuovo Albo dei gestori del credito?
Stiamo affrontando il recepimento della Direttiva SMD come una grande opportunità di crescita.
Sebbene l’iscrizione al nuovo Albo non sia formalmente necessaria per le attività che svolgiamo oggi, abbiamo deciso di intraprendere questo percorso per ampliare il nostro raggio d’azione. Con il supporto di consulenti specializzati, a cui abbiamo già dato incarico, ci stiamo preparando per essere pienamente conformi ai nuovi requisiti, ottenere l’iscrizione al nuovo Albo e proporci come gestori nei confronti di investitori non tradizionali – soggetti che, non essendo né banche né intermediari finanziari, finora operavano attraverso strutture più complesse o, se non ne avevano le possibilità, rimanevano esclusi dal mercato. Vogliamo offrire a tali soggetti un’alternativa solida, trasparente ed efficiente, diventando loro interlocutori diretti e svolgendo, all’occorrenza, attività di fronting, gestione e co-investimento.
In parallelo, stiamo lavorando anche a un aumento del capitale sociale, che prevede l’ingresso di nuovi soci e ci consentirà di rafforzare ulteriormente la solidità patrimoniale dell’azienda e sostenere i nostri piani di sviluppo.
La Direttiva SMD, pur introducendo nuove complessità, può contribuire ad alzare gli standard qualitativi del settore e a rendere il mercato più trasparente. Per noi rappresenta un’occasione concreta per crescere, aprire nuovi canali di business e consolidare il nostro posizionamento come servicer indipendente, capace di coniugare visione imprenditoriale, competenza tecnica e attenzione alla sostenibilità.
Dott. Fineschi, ci racconta il suo percorso professionale e come è arrivato a fondare EthicalFin NPL?
Lavoro in questo settore da oltre vent’anni. Fino al 2011 ho lavorato, con crescenti responsabilità, in alcuni dei più importanti servicer attivi nel mondo NPL in quel periodo – Capitalia Service J.V. (JV tra Capitalia e Archon Group/Goldman Sach), Pirelli RE Credit Servicing e Jupiter Finance (Gruppo CIR) – partecipando attivamente anche alle ultime importanti cessioni di portafogli NPL prima della crisi del 2008.
Nel 2011, ho deciso di cominciare un nuovo capitolo della mia vita e, senza abbandonare il mondo degli NPLs, ho avviato un’attività imprenditoriale legata a una mia grande passione (il mondo dell’enogastronomia), iniziando parallelamente a lavorare come “advisor” indipendente nel settore. In questa veste, ho iniziato a fare attività di scouting di portafogli NPL in cessione da Banche locali, fino ad ottenere l’incarico di Business Development da parte un intermediario finanziario di Roma (ora banca), contribuendo in modo fondamentale alla sua crescita, e collaborando con una società di consulenza finanziaria con sede in UK – fondata dal mio attuale socio, Alessandro Mele, attivo da più di 25 anni nel mondo della finanza, conosciuto allora e con il quale si instaurata sin da subito una relazione molto forte, basata su una grande stima professionale e, soprattutto, su una visione imprenditoriale condivisa e fondata su valori di autenticità, trasparenza e sostenibilità.
Com’è nata EthicalFin NPL e qual è la sua struttura attuale?
È stato proprio dall’incontro con Alessandro, e dalla difficoltà di trovare un partner già operativo, che – nel 2017 – è nata l’idea di fondare EthicalFin NPL, mettendo a frutto e a fattor comune le esperienze da cui entrambi provenivamo: io avrei continuato a occuparmi della ricerca di opportunità di investimento e Alessandro avrebbe trovato investitori allineati al nostro approccio e al nostro mindset, grazie al network costruito in anni di carriera nelle banche d’affari. Così è nata EthicalFin NPL.
Abbiamo subito iniziato a lavorare con un fondo di investimento USA, nostro cliente ancora oggi, con cui abbiamo consolidato una relazione importante, facendogli chiudere una serie di operazioni di acquisto sul mercato primario e secondario diventando sub servicer del veicolo di cartolarizzazione.
Nel 2020 abbiamo fondato lo Studio Legale Torre EF: una Società tra Avvocati, costituita assieme all’Avvocato Francesco Torre, già membro del CdA di EthicalFin NPL e Avvocato con esperienza ultratrentennale nel settore bancario e del recupero del credito.
Oggi entrambe le strutture costituiscono una piattaforma integrata, che si occupa di origination, valutazione e gestione di portafogli NPL.
Lo Studio svolge attività legale legata al mondo NPL ma anche al mondo del recupero in generale, mentre EthicalFin NPL svolge attività di subservicing nelle operazioni di cartolarizzazione, o attività di gestione come outsourcer di banche e investitori in grandi portafogli NPL.
L’anno scorso, poi, EthicalFin NPL è diventata partner per l’Italia di EOS, una multinazionale tedesca che si occupa di recupero crediti (quindi non necessariamente NPL o crediti bancari) transfrontaliero, in quasi tutto il mondo e in quasi tutta l’Europa attraverso società partecipate e/o partner allineati al loro approccio.
Questa è una linea di business che stiamo cercando di sviluppare, non solo nell’ottica di diversificazione dal mondo degli NPL, ma anche perché riteniamo che la possibilità di offrire – in Italia – servizi di recupero crediti verso debitori residenti all’estero sia molto interessante, soprattutto se si tiene presente il fatto che ad oggi il recupero crediti giudiziale è appannaggio dei grandi studi legali (che però hanno costi importanti); noi, invece, potremmo offrire questi servizi a costi più convenienti, proprio grazie all’utilizzo della piattaforma della nostra partner.
EthicalFin viene dall’aggettivo “etico”, in che modo declinate l’approccio etico nel vostro lavoro?
L’etica per noi non è una dichiarazione di principio, ma un impegno quotidiano per operare in modo trasparente, responsabile e rispettoso, anche in un settore come quello degli NPL, spesso percepito come duro o aggressivo.
Un esempio concreto è l’esperienza che abbiamo vissuto con Silvia Russotto, oggi nostra HR&Communication Manager, che è entrata in contatto con noi durante uno stage legato al suo Master in Pratiche Filosofiche nelle organizzazioni aziendali. In quell’occasione ci siamo posti una domanda fondamentale: cosa significa davvero essere “etici” nel recupero crediti? Da quel confronto è nato un percorso di riflessione interna, che ci ha portato a codificare comportamenti e scelte coerenti con i nostri valori.
L’etica si traduce anche nell’approccio con cui analizziamo e proponiamo i portafogli ai nostri investitori: privilegiamo sempre valutazioni basate su dati concreti ed esperienze pregresse, evitando scenari ottimistici che potrebbero generare aspettative distorte. Crediamo che un’analisi prudenziale e realistica rappresenti la base per costruire operazioni solide, relazioni trasparenti e risultati sostenibili nel tempo per tutti gli attori coinvolti.
Com’è cambiato il profilo dei debitori negli anni?
Negli oltre vent’anni in cui opero nel settore del credito, ho visto cambiare radicalmente il profilo dei debitori. All’inizio della mia carriera, molti casi erano legati a una gestione finanziaria poco attenta. Con il tempo, e in particolare dopo le grandi crisi del 2008 e del 2011, il contesto si è trasformato. Oggi ci troviamo di fronte a persone e imprese che hanno lavorato per anni con serietà, costruendo attività solide, e che si sono ritrovate in difficoltà a causa di dinamiche economiche esterne.
Questa evoluzione ha modificato anche il nostro approccio. Comprendere la storia e lo stato emotivo di chi abbiamo di fronte è fondamentale per gestire il credito in modo responsabile, facilitando la costruzione di soluzioni stragiudiziali che spesso devono essere accompagnate da un percorso di consapevolezza dei debitori.
Qual è la sua idea di impresa? Quali sono i valori che stanno alla base del corretto funzionamento di un’azienda secondo lei?
Per me un’impresa non è solo un motore economico, ma anche uno spazio di costruzione collettiva, in cui si genera valore non solo in termini di profitto, ma anche di relazioni, contesto e benessere. Vengo da una famiglia di lavoratori autonomi e questo mi ha trasmesso una forte esigenza di indipendenza, ma anche un senso profondo di responsabilità.
A mio avviso, un’azienda – oltre ad essere sostenibile economicamente – deve essere attenta all’equilibrio tra vita privata e lavorativa e alla qualità del clima interno, aspetti che non sono in conflitto fra loro, anzi. Cerchiamo di costruire una realtà in cui le persone possano esprimere il proprio potenziale senza sacrificare sé stesse. Valorizzazione del merito, rispetto e condivisione sono i pilastri su cui si costruisce un’impresa sana e capace di durare nel tempo, ed è questo quello che stiamo provando a fare in EthicalFin NPL, se ci riusciamo (e riusciremo, nel tempo) oppure no lo possono e lo potranno dire solo le persone che collaborano con noi.
Come si sta preparando EthicalFin NPL al recepimento della direttiva europea SMD e all’iscrizione al nuovo Albo dei gestori del credito?
Stiamo affrontando il recepimento della Direttiva SMD come una grande opportunità di crescita.
Sebbene l’iscrizione al nuovo Albo non sia formalmente necessaria per le attività che svolgiamo oggi, abbiamo deciso di intraprendere questo percorso per ampliare il nostro raggio d’azione. Con il supporto di consulenti specializzati, a cui abbiamo già dato incarico, ci stiamo preparando per essere pienamente conformi ai nuovi requisiti, ottenere l’iscrizione al nuovo Albo e proporci come gestori nei confronti di investitori non tradizionali – soggetti che, non essendo né banche né intermediari finanziari, finora operavano attraverso strutture più complesse o, se non ne avevano le possibilità, rimanevano esclusi dal mercato. Vogliamo offrire a tali soggetti un’alternativa solida, trasparente ed efficiente, diventando loro interlocutori diretti e svolgendo, all’occorrenza, attività di fronting, gestione e co-investimento.
In parallelo, stiamo lavorando anche a un aumento del capitale sociale, che prevede l’ingresso di nuovi soci e ci consentirà di rafforzare ulteriormente la solidità patrimoniale dell’azienda e sostenere i nostri piani di sviluppo.
La Direttiva SMD, pur introducendo nuove complessità, può contribuire ad alzare gli standard qualitativi del settore e a rendere il mercato più trasparente. Per noi rappresenta un’occasione concreta per crescere, aprire nuovi canali di business e consolidare il nostro posizionamento come servicer indipendente, capace di coniugare visione imprenditoriale, competenza tecnica e attenzione alla sostenibilità.