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Carige, bond entro fine anno Prima la cessione degli Npl

Via libera alla formalizzazione dell’accordo con Bain Capital Credit, per la cessione 400 milioni di Utp; e anche all’emissione di un bond entro fine anno nonché alla possibilità di un’aggragazione. Mentre è stata avviata l’attività propedeutica all’operazione di cartolarizzazione con Gacs (garanzia statale) di circa 900 milioni di Npl, anche questa prevista entro fine anno. Sono questi, a quanto risulta, i risultati del primo cda di Carige realmente operativo dall’insediamento di Fabio Innocenzi (ad) e Pietro Modiano (presidente) alla guida della banca. Consiglio che si è riunito ieri pomeriggio nel bel mezzo di una bufera scatenatasi sull’istituto. All’indomani, infatti, del downgrade di Fitch, che ha tagliato il rating Carige da B- a Ccc+, sostenendo anche l’ipotesi di una “reale possibilità” di fallimento per il gruppo genovese, il titolo in Borsa ha preso un andamento fortemente negativo ed è arrivato a scendere anche del 10%, per poi chiudere a -6,12%, attestandosi a 0,0046 euro.
E proprio in merito all’intervento di Fitch, il consiglio sottolinea che l’analisi fatta dall’agenzia si riferisce a valutazioni antecedenti all’impegno preso dall’azionista di riferimento Malacalza Investimenti a sostegno della banca dopo l’ultima assemblea degli azionisti. Il cda spiega, inoltre, che un rischio resolution può determinarsi solo se non vengono rispettati i requisiti di solidità patrimoniale. E l’indicatore di questi requisiti, il Cet1 ratio phased-in, al 30 giugno era all’11,9% e superiore al limite regolamentare richiesto da Bce del 9,625% e alla soglia suggerita dalla Vigilanza a Carige, inclusiva della guidance, pari all’11,175%.
Sul fronte della Npe strategy, il cda avrebbe dunque dato mandato all’ad di procedere alla formalizzazione dell’accordo con Bain Capita volto alla cessione di un portafoglio di posizioni unlikely to pay fino a 400 milioni di gross book value. Un’operazione che porterà l’ammontare di Npe di Carige sotto l’obiettivo di 4,6 miliardi di euro stabilito da Bce per fine 2018. A questo si aggiungerà l’avvio dell’attività propedeutica alla cartolarizzazione con Gacs, la cui finalizzazione, come si è accennato, sarebbe prevista per fine anno.
Dal cda emergerebbe poi che la banca intende esplorare tutte le modalità di turnaround operativo e valuterà, in una prossima riunione consiliare l’’individuazione di una banca d’investimento per esplorare possibili aggregazioni.
Sul fronte del bond, il cda avrebbe deciso che, ferma restando la data del 30 novembre 2018 per la presentazione del Capital conservation plan, per la quale non sarebbe stata chiesta nessuna dilazione alla Bce, di dare mandato all’ad di predisporre un piano di azione che garantisca, indipendentemente dalle condizioni di mercato attuali, il rispetto entro fine anno anche dei parametri di Overall capita requirement. In questo senso, sono allo studio i temini idonei per chiudere il gap rilevato dalla Bce e definire le garanzie per assicurare l’esecuzione entro il 31 dicembre 2018. Il cda delibererà in merito entro fine mese.
Sul tavolo a quanto risulta ci sarebbe anche il nodo della cessione dell’80,1 di Creditis a Chenavari per cui proseguono le trattative.


Autore: Raul de Forcade
Fonte:

Il Sole 24 Ore

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