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Bain Capital si prende gli Npl greci

Arriva il fondo Bain Capital a far tirare un sospiro di sollievo alle banche greche, travolte dal (quasi) crack del paese e ancora schiacciate da una montagna di crediti marci. Ieri Piraeus Bank, la più grande banca della Grecia (e dunque una cartina di tornasole dell’intero paese), si è liberata di una grossa fetta di quella zavorra: ha siglato un accordo con il fondo per cedere 1,45 miliardi di euro di Npl (Non performing loans, prestiti finiti in sofferenza). Si tratta di un portafoglio di crediti ad aziende garantiti del valore di libro di quasi 2 miliardi di euro che finiscono tra le attività di Bain Capital Credit, fondo da 37 miliardi di dollari specializzata in situazioni critiche. La banca sgrava così il bilancio da un fardello che la appesantiva: tutti gli istituti di credito ellenici sono finiti sotto la scure delle autorità (nazionali ed europee) che hanno intimato di ridurre la loro esposizione e la quota di Npl in portafoglio, frutto di prestiti generosi concessi ad aziende che poi non hanno rimborsato i loro debiti: la montagna di sofferenze impedisce alle banche di erogare nuovo credito e dunque far ripartire l’economia. Ecco che la vendita, curata dalla banca svizzera UBS, annunciata ieri è una boccata di ossigeno per un paese che da dieci anni è stretto dalla morsa della crisi: l’operazione, che dovrà essere approvata dalla banca centrale di Atene e dal fondo salva-banche HFSF, che ha in mano il 26% della Piraeus, permetterà di ridurre l’indice NPE, che misura il rapporto tra crediti malati e buoni, di 100 punti base (1%) e allo stesso aumentare il capitale di 20 punti base (0,2%). La banca greca rimane comunque pesantemente zavorrata dal bubbone degli Npl: ne ha in pancia per 32 miliardi, un terzo di tutto il paese. A fine del 2017, le banche elleniche avevano in bilancio sofferenze per 96 miliardi, il 43% del totale del portafoglio crediti: vuol dire che per ogni euro prestato, 0,43 sono sofferenze. Se si vuole vedere qualche segnale incoraggiante, c’è da notare che nel 2017 gli NPL sono calati di 4,7 miliardi. Una piccola luce in fondo al tunnel, visto che a questi ritmi ci vorrebbero 20 anni per eliminare le sofferenze delle banche greche. Altro segnale di un lieve miglioramento delle condizioni del paese è arrivato due settimane fa quando la Bce ha ridotto il plafond del programma di liquidità di emergenza (ELA) per la Grecia. Il tetto massimo di aiuti è stato limato di 2,5 miliardi, scendendo a 12,2 miliardi. La banca centrale ellenica ha motivato questa riduzione con il miglioramento della situazione di liquidità delle banche nazionali, tenendo anche in considerazione i flussi di depositi del settore privato e l’accesso delle banche ai mercati interbancari.


Fonte:

Il Sole 24 Ore

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