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Ubi: un euro per Etruria, Banca Marche e CariChieti

Un prezzo simbolico di 1 euro per Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti. È quanto mette sul piatto Ubi per accollarsi le tre good banks nate l’anno scorso dalla risoluzione delle vecchie banche con 1,8 miliardi di nuovo patrimonio versato dal Fondo di risoluzione, cioè dalle altre banche italiane. Lo stesso dovrebbe fare Bper per prendere CariFerrara, il più malconcio degli istituti affidati un anno fa a Roberto Nicastro. Ormai appare chiaro che si andrà ai primi di gennaio, dopo l’epifania. Ieri non si è giunti alle offerte vincolanti di Ubi, ma è stato smarcato uno dei punti delicati ancora aperti: la vendita di 2,3 miliardi di crediti in sofferenza (pari a due terzi del totale) al Fondo Atlante 2, che ha effettuato un’offerta a circa il 30% del nominale, così che Ubi e Bper possano rilevare le banche ripulite. I board delle tre good banks dovrebbero votare oggi la cessione delle sofferenze (Npl)

L’aggiornamento sugli NPL

Ieri i consigli di Ubi hanno effettuato un aggiornamento sul dossier in attesa di risolvere altri punti come la permanenza dei contenziosi legali in capo alle vecchie banche e non alle good banks, nonché la possibilità di compensare perdite e utili futuri, il riconoscimento del badwill e l’uso dei modelli interni. L’impegno di Ubi sarà di 400-500 milioni di aumento di capitale dopo l’acquisto delle tre banche, dopo che saranno state a loro volta ricapitalizzate per 250 milioni dal Fondo di risoluzione. L’anno scorso il fondo aveva ricevuto un prestito-ponte da 1,6 miliardi da un pool di banche, ora sostituito con il versamento di due annualità di contributi al fondo, come richiesto da Bankitalia.

Il nodo CariFerrara

Resta il nodo CariFerrara, che di fatto dimezzerà i dipendenti dai circa 800 attuali, come condizione per essere comprata da Bper. «Bankitalia celebra il funerale di CariFerrara?», ha protestato il segretario generale Fabi, Lando Maria Sileoni, parlando di «pistola alla tempia ai lavoratori» e chiedendo perché la Banca d’Italia «abbia scelto quale unica e conclusiva soluzione l’applicazione della legge 223 sui licenziamenti collettivi o, in alternativa, la messa in liquidazione» dell’istituto.

 


Autore: Fabrizio Massaro
Fonte:

Il Corriere della Sera

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