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Tlc, al via la banca dati dei cattivi pagatori

Stanno facendo il conto alla rovescia le compagnie telefoniche prima dell’ora X in cui far scattare l’attacco ai cattivi pagatori. Si chiama Simoitel (Sistema informativo sulle morosità intenzionali nel settore della telefonia) lo strumento che da lunedì partirà operativamente e con il quale le telco puntano a colpire e affondare gli abitué del turismo telefonico, in grado di “surfare” da un’offerta all’altra ma lasciando dietro di sé lunghe scie di conti non pagati.
L’ora del redde rationem scoccherà quindi a inizio della prossima settimana, quando dagli uffici degli operatori di telefonia partiranno le prime raccomandate verso i soggetti morosi per avvisarli che, di lì a 30 giorni, o elimineranno la posizione debitoria oppure si vedranno inseriti in una banca dati comprensiva dei nomi dei peggiori clienti insolventi. Il che può significare grattacapi non da poco, a iniziare dal fatto che le compagnie telefoniche potranno sbattere la porta in faccia a richieste di attivazione di nuove linee fisse o mobili. A quel punto l’unica alternativa è optare per soluzioni prepagate.
Insomma, un meccanismo che richiama alla mente la centrale rischi per mutui e dei prestiti. «Diversamente dalle banche dati creditizie – tiene però a precisare l’Asstel, che associa le aziende della filiera delle tlc – il Simoitel è uno strumento di contrasto alle morosità intenzionali gravi e non a qualsiasi insoluto. Il provvedimento risponde a un’esigenza dell’industria delle tlc di fronteggiare in modo efficace il fenomeno di coloro che si sottraggono intenzionalmente dal pagare quanto dovuto nel passaggio da un operatore all’altro».
Per arrivare a questo risultato il lavoro non è stato da poco, né breve. La realizzazione del Simoitel discende infatti da un provvedimento del Garante per la Privacy dell’8 ottobre 2015. Il provvedimento rispondeva a una precisa richiesta dell’industria delle telecomunicazioni afflitta dal fenomeno dei cattivi pagatori, o meglio di coloro che – sfruttando le possibilità offerte dalla liberalizzazione del servizio e dalla rapidità con cui si può modificare la scelta sul proprio fornitore – spesso non pagano affatto.
Ora, dopo anni di limatura e passando attraverso un’approfondita istruttoria sotto la regia degli uffici del Garante per la privacy, la struttura giuridica e informatica del Simoitel è stata realizzata. Il soggetto gestore del Simoitel è stato scelto con procedura competitiva e sarà il Crif. E alla fine i requisiti di “cattivo pagatore” risultano essere particolarmente stringenti. Servono infatti: il distacco dal servizio con recesso dal contratto da non meno di tre mesi; un importo insoluto di almeno 150 euro; la presenza di fatture non pagate nei primi sei mesi successivi alla stipula del contratto (a indicazione dell’atteggiamento “opportunistico” dell’utente); l’assenza di altri rapporti contrattuali post-pagati, attivi e regolari nei pagamenti con lo stesso operatore (a garanzia del fatto che si vadano a colpire il turismo telefonico e le morosità intenzionali).
«Asstel – spiega ancora l’associazione – ha posto il tema all’attenzione delle diverse Autorità producendo evidenze e stime del fenomeno e il Garante per la Protezione dei Dati Personali ha ritenuto necessario l’introduzione di uno strumento ad hoc. Assicurando la correttezza dei comportamenti debitori, la funzionalità del Simoitel è certamente nell’interesse diretto degli operatori ma anche una garanzia per i tanti consumatori onesti». La speranza delle telco è di mettere un freno a un fenomeno che è molto sentito, e da tempo. Basti pensare che la scorsa estate l’Antitrust ha sanzionato Wind Tre, Tim e Vodafone per 3,2 milioni di euro in totale per pratiche commerciali scorrette. Fra queste è stata considerata la minaccia, utilizzata per spingere i propri utenti a saldare debiti e importi insoluti di entità più o meno cospicua, di iscriverli al Simoitel che però ancora non era partito. Ora è diverso. Il 27 febbraio si è costituito il Comitato di gestione della banca dati e da lunedì 18 marzo partiranno le lettere di preavviso. Con la guerra dei prezzi in atto e con gli investimenti messi in conto e alle porte per il 5G, le compagnie sono intenzionate ad agire sul punto con decisione.


Autore: Andrea Biondi
Fonte:

Il Sole 24 Ore

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