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Padoan: livello Npl gestibile, migliorare rapporti Ue/Bce

Il sistema bancario italiano è a un punto di svolta. Così il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, nel corso del suo intervento alla Bloomberg European Banking Conference. Padoan ha sottolineato, in particolare, la riforma delle banche popolari, “che mirava a consolidare e stimolare il settore”, e le misure messo in campo per incoraggiare il mercato dei non performing loans.

Lo smaltimento è stato accelerato anche “grazie alle misure messe in campo dal governo”, come le Gacs. Tanto che nel secondo trimestre di quest’anno il valore degli Npl ha toccato un valore simile a quello pre-crisi finanziaria. “La quota di Npl in pancia alle banche italiane è ancora abbastanza consistente, ma ora è gestibile”, ha spiegato il ministro dell’Economia, ricordando come nell’ultima parte dell’anno e all’inizio del 2018 siano previste ulteriori dismissioni di Npl per un valore complessivo previsto di 66 miliardi di euro.

Inoltre, per il titolare di Via XX settembre, per facilitare le soluzioni delle crisi bancarie è necessario un miglior rapporto tra Bce e Ue, “serve una maggior chiarezza”. La gestione della ricapitalizzazione di Mps , ad esempio, “ha dimostrato che le relazioni tra Bce e Ue sono da migliorare, una miglior chiarezza è sicuramente una chiave di successo”. Anche nella vicenda delle due banche venete, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, l’interazione tra i vari soggetti “è stata complessa” e l’Unione bancaria, ha proseguito, “deve essere completata con condivisione dei rischi”.

Banche a parte, in generale in Italia “la crescita sta accelerando, però più lentamente rispetto ad altre zone dell’Unione europea, a causa anche della bassa produttività”, per cui “servono riforme strutturali e bisogna rimuovere gli ostacoli agli investimenti e puntare sulla crescita”, ha aggiunto il ministro, rammentando che dal 2014 il governo italiano è riuscito a ridurre le tasse in rapporto al pil e c’è stato un calo anche quest’anno, ma “non c’è spazio per accontentarci”.

E’, infatti, necessario “trovare il giusto equilibrio tra la riduzione del debito e la crescita, una strada stretta, ma lo sforzo vale comunque la pena”. La prossima legislatura inizierà con condizioni migliori “rispetto a quello che avevamo ereditato”. Bisogna, dunque, proseguire sulla strada delle riforme per stimolare la crescita. Mentre in Europa “l’incertezza politica rischia di frenare gli sforzi di riforma”. Comunque, secondo il ministro, “l’Italia sta confermando l’intenzione di contribuire con le proprie riforme”.

Tornando al capitolo banche, durante recenti incontri tra Equita e il top management di banche italiane sono emersi messaggi concordanti su alcuni aspetti. La pressione competitiva su impieghi e spread resta elevata, specie sul segmento a breve termine. Dal 2018 però l’outlook dovrebbe migliorare perché alcune banche cominceranno a rimborsare le tranche di Tltro, quindi dovrebbe esserci più disciplina nelle erogazioni ed è previsto un round di asset quality review sulle banche medie che risultano meno disciplinate nel pricing.

Per quanto riguarda l’asset quality, tutte le banche hanno riferito il carattere strutturale nel calo dei flussi di Npl (-53% dal picco del 2013, -20% nel 2016). Le cessioni dovrebbero proseguire nel corso di quest’anno e del prossimo perché il focus sul de-risking resta molto elevato. Infine il capitolo M&A: “la nostra sensazione è che nel breve non ci sarà intensificazione nell’attività di consolidamento, che potrebbe però riprendere nel 2018 una volta che alcuni player: Bper , Credito Valtellinese  e Banca Carige  avranno completato i rispettivi piani di de-risking”, hanno previsto gli analisti di Equita.


Autore: Francesca Gerosa
Fonte:

Milano Finanza

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